13 • « Mi ero fidato di te. »

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Seduto sul proprio letto a gambe incrociate, lasciate scoperte dai pantaloncini che portava in casa, Taehyung fissava da una buona mezz'ora il selfie che si era fatto con Jimin proprio quel giorno.

Seduto sul proprio letto a gambe incrociate, lasciate scoperte dai pantaloncini che portava in casa, Taehyung fissava da una buona mezz'ora il selfie che si era fatto con Jimin proprio quel giorno

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Il braccio possessivo di Jimin intorno a Taehyung ed il suo sorriso. In quanti potevano dire di aver visto quel sorriso? Felice come, forse, non lo era mai stato prima. L' espressione buffa del biondo, totalmente a suo agio con il ragazzo che lo stringeva a sé in quel pomeriggio che profumava di mare.
Taehyung poteva sentire sulle sue labbra il sapore di Jimin. Ancora.
Non aveva raccontato a nessuno di quel loro momento sulla spiaggia. Di dancing in the moonlight alle orecchie. Del bacio che gli aveva dato e che ora gli mancava.
Sì ricordò di Romeo e Giulietta e di quella frase che aveva sempre considerato sciocca. Romeo che si riprendeva il suo peccato dalle labbra di lei, peccando nuovamente.
Ora capiva; era un peccato che non poteva fare a meno di commettere. Si sentiva nel medesimo modo.
Sospirando si lasciò cadere all' indietro, appoggiando il capo al cuscino.
Si chiese cosa stesse facendo Jimin. Sarà uscito? Sarà a casa? Forse al parco?
Taehyung non aveva più messo piedi in quel parco dopo aver scoperto la verità sullo sconosciuto che cantava dolcemente. Le cose poi... Erano cambiate così velocemente.
Gli mancavano quelle serate. La luna che splendeva in alto e Jimin, destinato ad incontrarlo dopotutto.

Un nuovo giorno scolastico era iniziato. Hoseok e Taehyung si trascinavano nel corridoio dopo aver fatto palestra. Nessuno dei due amava poi così tanto praticare lo sport. Il primo per pigrizia ed il secondo perché decisamente non portato. Sarebbe stato in grado di colpirsi da solo con la palla.
Sudati e affatticati, più che camminare, ciondolavano verso il bagno degli spogliatoi scoprendo fosse chiuso per vandalismo.
Con zero voglia di salire le scale, Hoseok si lasciò scivolare lungo la porta di legno chiusa. Forse per aver letto " vandalismo", ad Hobi venne in mente Jimin. Fatto sta che fu proprio lui a chiedere a Taehyung se lo avesse visto.
In effetti, il biondo aveva notato la sua assenza in palestra. Gli era sembrato strano dato che Yoongi, Jungkook e Seokjin invece non avevano saltato l' ora. Alzò le spalle in risposta e avvertì l' amico che sarebbe andato al bagno del secondo piano mentre Hoseok preferì di no.

« Ti voglio da impazzire! » La voce di Wooyoung era flebile, quasi spezzata ma sicura. Sicuro che avrebbe ricevuto tutto ciò che desiderava dopo la sua supplica tremante.
Appoggiato al lavandino, Wooyoung non smetteva di baciare il collo di Jimin che vedeva riflessa la sua immagine allo specchio.
Ne aveva bisogno. Aveva bisogno di tutto quello per non impazzire.
Anche dopo Taehyung... Non riusciva a smettere. Il suo corpo desiderava quelle attenzioni e non poteva negare neanche l' attrazione che da tempo lo legava a Wooyoung, completamente perso per il moro.
Afferrando il viso del biondo, Jimin lo baciò con foga e rabbia, sfogando su di lui tutta la frustrazione che in lui ribolliva da sempre. Gli morse le labbra, gliele tirò mentre una mano trafficava con la chiusura dei pantaloni per poi infilarci la mano.
Wooyoung gettò il capo all' indietro, ansimando di piacere non appena quella mano che ormai conosceva, andò a chiudersi intorno al suo sesso.
Fu proprio lui ad accorgersi di essere in compagnia.
Taehyung, che aveva raggiunto il bagno, si era immobilizzato alla vista che i suoi occhi gli stavano mostrando.
Fu davvero questione di pochi secondi ma lunghi quanto una vita intera. Il suo sguardo era stato incastrato da quella mano che dava piacere senza pudore alcuno.
La sua mano.
Quella che il giorno prima aveva stretto, scoprendo quanto fosse piccola. La stessa che aveva richiesto di toccarlo in cerca di calore.
Wooyoung staccò da sé Jimin come se fosse stato scottato e solo allora, il moro notò Taehyung.
« MERDA! » Esclamò spalancando gli occhi. « MERDA! NO! »
Uscito fuori dal bagno, Taehyung iniziò a correre senza una vera direzione nel corridoio scolastico, vuoto a causa delle lezioni che si stavano tenendo.
Lacrime salate gli bagnarono velocemente le labbra mentre il suo nome veniva ripetuto disperatamente da Jimin che lo stava seguendo.
Velocemente, proprio sulla rampa delle scale, riuscì a raggiungerlo e a bloccarlo.
« Taehyung, aspetta... Io ... » Ma la frase morì così come era iniziata non appena Tae si girò, fissandolo con quei grandi occhi pieni di lacrime arrabbiate e deluse.

La bocca gli tremava dallo sforzo di trattanere i singhiozzi

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La bocca gli tremava dallo sforzo di trattanere i singhiozzi.
Jimin scoprì solo in quel momento, cosa poteva significare avere il cuore a pezzi: il pianto di Taehyung.
Quest' ultimo strattonò via il braccio che Jimin aveva afferrato nel tentativo di fermarlo.
« Taehyung... »
« Non farlo! Non pronunciare mai più il mio nome. Non voglio più sentire " Taehyung" con la tua voce. NON VOGLIO MAI PIÙ VEDERTI! » Urlò il giovane, fregandosene di essere beccato fuori dalla classe.  « Mi ero fidato di te. Nonostante tutto io ti ho dato me stesso. IERI. SU QUELLA STUPIDA SPIAGGIA.
Mi hai solo preso in giro, vero? Chissà quanto hai riso di me! »
« NO! NO! Ascoltami, non è così. Ieri... Noi, io lo volevo. Disperatamente ma è... Complicato. Io e lui siamo così da così tanto tempo che non sono stato  capace di smettere. Taehyung, non piangere... Per favore. »
Tappandosi le orecchie con le mani e scuotendo il capo con vigore, Taehyung scoppiò a piangere e si odiò con tutte le sue forze per questo.
« Non è mai esistito nessun noi. Non voglio ascoltarti. Qualunque cosa ci fosse tra noi è finita. FINITA! »
Sì asciugò le lacrime mentre Jimin cercava di attirarlo a sé per stringerlo ma vennero interrotti da un' insegnante. Velocemente, Taehyung iniziò a scendere le scale mentre Jimin si appoggiava alla parete per reggersi in piedi. Sentiva le forze venire meno. Sì passò le mani sul viso, portando un' espressione di chiara disperazione.
Lo aveva perso per sempre. Aveva perso la sua persona, l' unico che era stato in grado di scaldarlo anche solo con uno sguardo. L' unico per lui.
Le tempie martellavano un dolore che non era fisico. Era il suono del cuore che gli rombava nel petto. Così forte da sentirlo come eco nella testa.

« Voglio tornare a casa! » Brontolò Jungkook con la testa appoggiato sulla spalla di Yoongi che fumava in silenzio.
Seokjin, invece, fissava Jimin con aria triste e per niente confusa. A differenza degli altri due, aveva capito immediatamente cosa era successo al suo amico. Non gli disse nulla. Non vi erano parole adatte per quel momento.
Lo avrebbe portato a casa, lo avrebbe tenuto al sicuro e avrebbe aspettato.
« Niente lo fermerà se non le mie botte quindi opto per picchiarlo fino a farlo svenire. » Disse Yoongi.
« Se continua così sverrà per tutto l' alcool ingerito. » Continuò Kookie.
« Lasciatelo stare! »
Park Jimin, mezzo sdraiato sul tavolino che occupavano, puzzava di vodka e fumo. Non era mai successo.
Le guance leggermente arrossate, gli occhi lucidi.
« Sono un coglione. Cazzo sono proprio uno stronzo. »
« Mmh...? » Mugolò Jin, assottigliando lo sguardo.
« L' ho perso! Era la mia luce ed ora si è spenta. » Biascicò, nascondendo il viso distrutta tra quelle piccole mani piene di anelli.
« Cosa hai perso? » Chiese Jungkook. Prontamente, Yoongi coprì la bocca del ragazzo con la propria mano scuotendo il capo. Mentre Jin accarezzava la schiena di Jimin, sospirando. « Andrà tutto bene... Noi siamo qua per te. »

𝘿𝙖𝙣𝙘𝙞𝙣𝙜 𝙞𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙤𝙣𝙡𝙞𝙜𝙝𝙩. ( vmin ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora