[18] Disperato

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Gli ultimi due giorni erano stati i più miserabili della sua esistenza, a detta di Jungkook.


La prigione nella quale si trovava lo aveva lasciato senza forze, ma non poteva fare nulla se non passare il suo tempo a pensare a Taehyung e piangere per la sua morte-che, purtroppo, era imminente.


Sentiva di stare per impazzire, ma era proprio quella follia che lo manteneva sveglio, faceva scorrere l'adrenalina e lo aiutava a progettare una fuga per salvare il suo amore.

C'erano delle guardie che, di tanto in tanto, lo controllavano per assicurarsi che il loro prigioniero respirasse ancora. Gli serviva vivo, almeno per il momento.

Gli portavano un po' di cibo per permettergli di ritrovare un po' delle forze che ormai sentiva di aver perduto.


Quello era stato il loro primo errore.


Quando il vero amore di qualcuno viene minacciato, anche il più piccolo barlume di speranza è sufficiente a far sperare al suo cuore di potersi ricongiungere all'oggetto dei suoi desideri.


Il cibo riusciva a mantenere Jungkook lucido abbastanza da tenere traccia dei controlli delle guardie e contare il numero di guardie presenti, comprese quante volte avveniva il cambio delle guardie.

A quest'ultime, sembrava che l'artista avesse perso la testa visto che contava ad alta voce e non dormiva, armeggiando continuamente con la corda e le schegge di legno.

Lo tormentavano dandogli dello stupido ed elencandogli tutte le cose che avrebbero fatto a Taehyung una volta catturato. Gli descrivevano dettagliatamente come avrebbero ucciso a sangue freddo l'amore della sua vita.


Quello era stato il loro secondo errore.


Il corpo di Jungkook sembrava pulsare per l'adrenalina e la disperazione, e sapeva che non avrebbero mai dubitato che stesse impazzendo.

Trascorse tutto il suo tempo a escogitare, a rendere quel pezzo di legno appuntito e affilato. Lo nascose quando contò mentalmente in attesa del momento in cui la guardia gli avrebbe portato il cibo.

Alla fine, dopo averne tenuto il conto per un giorno e mezzo, era pronto.

Aveva contato che, ad ogni controllo, le guardie in questione erano tre.

Una rimaneva accanto la porta, una entrava nella cella e l'altra rimaneva a sorvegliare l'esterno di quella che Jungkook credeva fosse una casa.

Il ballo in maschera sarebbe stato l'indomani.

Ora o mai più.

Afferrò l'arma che aveva costruito e la legò con la corda ad uno dei pilastri, tendendola fino a dove lui sedeva, appena oltre la porta. Prese a contare.

5,4,3...

Udiva i passi ed il tintinnio delle chiavi.

Tirò la corda per tenderla maggiormente mentre la porta si apriva. La guardia inciampò e cadde, ma Jungkook non gli diede il tempo di agire. Con tutta la sua forza scagliò un pugno contro la sua guancia, intenzionato a fuggire.

Ma era debole. Troppo. La guardia stava per alzarsi per questo la pugnalò con quel pezzo di legno che aveva affilato durante tutto il tempo.

In una giornata come le altre, Jungkook non avrebbe potuto farcela.

CINDERFELLA|| TAEKOOK (Italian translation) ✔︎Où les histoires vivent. Découvrez maintenant