Capitolo IV

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Miriam agitò la penna fra le dita e qualche schizzo d'inchiostro finì sui fogli sparsi di fronte a sé. Avrebbe dovuto pensare a qualcos'altro, magari di meno difficile: i conti per sviluppare qualche ciclo in turbina usando la magia ancora non tornavano.

E forse sarebbe stato meglio tenersi lontano dall'argomento: Katherine l'aveva rassicurata che la discussione che il padre aveva avuto con altri nobili sulla magia qualche mese prima ormai era acqua passata, che non ne parlava più nessuno. Era stata attenta a non fare niente di illegale nei giorni prima e si era tenuta lontana dai libri che la trattavano fino a pochi giorni prima.

Chiuse il diario degli appunti del nonno e tirò a sé un altro libro di cui non aveva nemmeno controllato il titolo. Bastava trovare un'altra idea, qualcosa che potesse essere fattibile in un paio di settimane, prima che il nuovo mese iniziasse.

«Dankworth!»

La penna scivolò tra le dita di Miriam, una linea d'inchiostro macchiò la pagina e lasciò un segno sulle ultime tre righe di calcoli.

Si morse un labbro, raccolse di fretta la penna e la rimise nel calamaio, poi alzò lo sguardo: il volto corrucciato di Selah era a poca distanza, incorniciato da qualche ciocca bionda sfuggita alla crocchia e aveva ancora il pugno sul tavolo ed era piegata appena in avanti.

Katherine le aveva assicurato che l'avrebbe protetta nel caso, non che Selah le sarebbe piombata davanti.

Si alzò in piedi e lo stridere della sedia sul pavimento accompagnò le sue parole.

«C'è qualcosa che posso fare?» mormorò Miriam con un filo di voce, senza avere il coraggio di spostare lo sguardo sul diario. Come se non l'avesse già visto e non sapesse cosa fosse.

«Weller ha fatto il tuo nome. Volevo accertarmi che non fosse niente di strano

L'accenno di disgusto sull'ultima parola la fece rabbrividire. Sarebbe bastato leggere quello che aveva sottomano per rendersi conto che era solo meccanica.

«No, io... io gli ho solo chiesto di firmare la lettera di raccomandazione per l'esame di ammissione.»

«Non mi ha avvisata, ma va bene.» Selah strinse le labbra in una smorfia tirata. «Non pensavo t'interessassi all'accademia.»

«Vorremmo raddrizzare il nome. È una strada... facile e quest'anno ho messo da parte una quota sufficiente di kendril per tentarci.»

Miriam sperò che non le chiedesse altro: oltre a quello, era l'unica occasione che aveva per dimostrare sia che le idee del nonno non fossero sbagliate, sia per trovare qualche lavoro che avrebbe aiutato la famiglia a uscire dai debiti, sia che gli altri nobili cominciassero a vedere la famiglia sotto una luce migliore.

Selah iniziò a camminare avanti e indietro. «Posso proporti uno scambio.»

«Di che genere?»

«Posso firmarti quella lettera di raccomandazione, in cambio di un favore durante il ballo di Gabes.»

Miriam aggrottò la fronte: la festa era dopo giorni, tutta Vexhaben era presa dai preparativi, ma non trovava nulla che potesse richiedere ordini diretti da parte di Selah.

«Che genere di scambio?» Strinse le mani sul bordo del tavolo, senza riuscire a sostenere lo sguardo di Selah.

«Tieni d'occhio Langdale. Tanto hai presente chi è.»

«Perché io? Perché non qualche soldato?»

Selah portò le mani dietro la schiena. «Perché non è un incarico ufficiale. È solo un favore.»

RequiemWhere stories live. Discover now