Capitolo VII

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Per Miriam essere a corte era sempre inebriante.

Vuoi che fosse per i profumi degli invitati, vuoi per la quantità di vino che veniva versata. Coprivano anche l'odore delle candele accese, sui lampadari e sui candelabri sparsi vicino ai muri, ben distanti dagli stendardi ed era certa che non si sarebbe mai adattata davvero.

Insieme a un altro sorso di vino, buttò giù la sensazione che aveva ragione chi diceva che Vexhaben non era il loro posto. Gli inviti che avevano ricevuto li metteva sullo stesso piano di tutti gli altri, ma per una sera non era l'unica preoccupazione.

Per l'intero giorno l'ansia di dover fare qualcosa per Selah non l'aveva lasciata, così come la paura di fallire: bastava il minimo errore per perdere il favore della futura regina e soprattutto la sua firma. Aveva visto i genitori parlare con Weller, ma non aveva avuto il coraggio di intromettersi nel discorso e si promise che avrebbe fatto domande la mattina dopo, appena sveglia.

Si voltò di nuovo indietro: Rachel era sempre ferma accanto a una delle corone decorative, poco distante da uno stendardo. Il marrone della stoffa si confondeva con la giacca e la rendeva poco notabile. Non aveva da stupirsi se pochi avessero fatto attenzione alla sua presenza.

Si era ripetuta più volte in testa un discorso da poterle fare, come presentarsi senza sembrare una persona terribile, ma ora che il momento era arrivato non aveva più senso. Aveva parlato con lei solo qualche volta, non era del tutto sconosciuta e doveva ammettere che avrebbe voluto passare molto più tempo in sua compagnia.

Era più l'idea di cosa potessero pensare gli altri a bloccarla dall'andare da lei, anche se forse vedere una faccia quasi nota a Rachel avrebbe fatto piacere. Stringeva un bicchiere fra le mani e teneva lo sguardo basso sul pavimento, non si sarebbe nemmeno sforzata di far finta di aver piacere a essere lì.

A nessuno degli altri presenti sembrava interessare di lei o del resto del gruppo dei flammas ferentes.

Miriam si morse un labbro.

«Aspetti qualcuno? Perché nel caso Sackville mi sembra abbastanza disperato in quanto a compagnia.»

Si voltò di scatto: Arthur era a pochi passi da lei, le mani congiunte davanti al petto che nascondevano appena i gradi sulla divisa. I capelli biondicci erano tirati indietro e gli davano un'aria di serietà che mal si intonava con il suo solito comportamento.

«Ritieniti fortunato che devono vederti con Katherine.»

«Altrimenti?» chiese lui alzando un sopracciglio.

«Altrimenti una bella macchia di vino sulla divisa non te l'avrebbe tolta nessuno.»

«Oh, no, no, per favore» Arthur fece un passo indietro e allungò le mani davanti a sé. «O è la volta buona che mia madre mi butta fuori di casa. Già avevo dimenticato in che baule l'avevo messa l'ultima volta e

Miriam smise di ascoltarlo e prese un altro sorso di vino.

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