7. Nuovi compagni di stanza

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-Wow.
Fu questo l’unico commento di Will e Percy mentre entravano nella loro stanza.
Era di medie dimensioni, i muri di pietra, una grande finestra trifora, due letti a una piazza e mezza ai due diversi lati della stanza, le lenzuola erano nere.
-Nico sarà molto felice di ciò- commentò Percy posando la sua sacca blu con i pesciolini sopra uno dei due letti.
Will sorrise avvicinandosi al suo letto e posandogli sopra la sua sacca arancione fluo. Continuò a guardarsi intorno.
Avevano due scrivanie in legno scuro e antico, perfettamente abbinate con le sedie.
Percy aveva già occupata la sua con il suo computer.
L’armadio era abbastanza grande, ma era solo uno e se lo dovevano dividere.
Una grande libreria alla parete, sempre dello stesso materiale.
Era una stanza in perfetto stile medievale, un po’ come tutta la scuola.
Avevano una mezza idea che una volta fosse un castello, molte parti erano state ricostruite e rimodernate, ma lo scheletro era quello, si intuiva abbastanza bene.
I dormitori si trovavano tutti in un unico piano, quello dei ragazzi a destra, quello delle ragazze a sinistra.
Come a voler fare la divisione, proprio a metà si trovavano i bagni di quel piano, l’ingresso era unico sia per i ragazzi che per le ragazze, ma poi anche quelli si dividevano: a destra ragazzi, a sinistra ragazze.
Aveva fatto tutto la CIA, li avevano iscritti lasciando i loro nomi e la loro età, così alcuni di loro frequentavano dei corsi diversi da altri. Non che per loro fosse un problema, molto probabilmente sapevano anche più cose dei professori stessi.
Will e Percy erano finiti in camera insieme.
Nico e Leo anche.
Jason e Frank non erano insieme, ognuno in una stanza diversa con un nuovo compagno.
Anche le tre ragazze erano finite separate.
Percy stava aspettando che il suo computer finisse di fare gli aggiornamenti tamburellando le dita sul legno del tavolo mentre Will usciva i suoi vestiti e iniziava a metterli in ordine dentro l’armadio, quando entrano senza neanche bussare.
Si scoprì essere Leo, seguito a ruota da Nico.
Il primo si guardò velocemente in giro poi commentò.
-La nostra stanza è simile, abbiamo però la finestra più piccola ma in più una cassapanca.
-Non ci credo!- Esclamò a quel punto Nico indicando i due letti –Perché voi avete quelli e noi li abbiamo di un orrendo marrone simile alla cacca sciolta??
Will fissò il suo letto divertito mentre teneva fra le mani una maglietta verde mezza piegata.
-Avete le coperte color cacca sciolta? Pensavo che tutta la scuola le avesse uguali.
-Oh no- rispose a quel punto Leo –Quelle di Jason e del suo compagno di stanza sono verde acido. Che, per la cronaca, non sembra per nulla simpatico. Si chiama Ethan, giusto?
Chiese conferma a Nico, ma il ragazzo stava ancora guardando le lenzuola del letto di Will e rispose con una scrollata di spalle.
-Fatemi capire- disse Percy mentre metteva la password per entrare nel suo computer –Siamo arrivati da circa 10 minuti e voi vi siete già girati tutta la scuola? Le cose le avete sistemate?
Leo e Nico si guardarono come se Percy fosse pazzo.
Molto probabilmente, in quel gruppo, loro due erano quelli più disordinati fra tutti, ed erano finiti in stanza insieme.
-Okay, andiamo a vedere la stanza di Frank!
E Leo si trascinò via Nico prima che potesse dire una qualsiasi cosa.
 
Jason aveva urgentemente bisogno del bagno.
Mentre cercava di non perdersi in quei corridoi di pietra tutti uguali andò il più svelto possibile.
Il problema fu quando girò un angolo e andò, letteralmente, a sbattere contro una scala in legno.
Si congratulò mentalmente per la sua prontezza e i suoi riflessi. E meno male che era un agente segreto!
Riuscì ad afferrare la scala e a rimetterla in equilibrio prima che questa cadesse, il problema è che sopra questa, nel gradino più alto, c’era una ragazza.
Stava attaccando un qualche festone e perse l’equilibrio anche lei.
Cadde con un urlo portandosi dietro lo striscione, finendo proprio sopra il biondo.
Jason si ritrovò a terra, dolorante, in un groviglio di arti e stoffa.
-Sta fermo che me lo strappi!- Strillò la ragazza seriamente preoccupata per il suo striscione.
-Okay, okay.
Jason si bloccò non cercando più di liberarsi, aspettò che la ragazza riuscisse ad alzarsi da sopra di lui e a liberare la sua stoffa. Poi lo ripiegò con cura prima che il biondo potesse anche solo leggere cosa c’era scritto.
Fissò per bene la ragazza e si accorse che era veramente bella.
Non la bellezza classica, ma una bellezza tutta sua. Erano belli soprattutto i suoi occhi, di un verde intenso.
-Ciao- le disse vagamente imbarazzato per averla fatta cadere da diversi metri d’altezza.
-Ti sei fatta male? Io sono … - Ma non riuscì a presentarsi perché la ragazza concluse per lui.
-Un grandissimo idiota! Ecco cosa sei. Insomma, non riesci a guardare dove metti i piedi? Se mi rompevi qualche arto saresti stato un ragazzo morto.
-Meno male allora che sei atterrata sul morbido- Jason provò anche ad abbozzare un sorriso.
Nulla da fare, la ragazza lo fissò con uno sguardo di fuoco e andò via indispettita, forse aveva deciso di attaccare il suo festone da qualche altra parte o qualche altra volta, per un attimo gli ricordò Annabeth.
Quando la ragazza scomparve dalla sua vista si ricordò, o meglio glielo ricordò la sua vescica, perché stava correndo.
Tornò velocemente alla ricerca dei bagni.
 
Frank di solito era una persona calma e gentile, non odiava quasi nessuno. Non riusciva ad odiare neanche Leo che aveva tentato di ucciderlo svariate volte, sapeva infondo che non lo faceva di proposito.
Anche se continuava ad averne paura e preferiva non averlo troppo vicino.
Ma non riuscì a non odiare il suo compagno di stanza dal primo momento che mise piede li dentro.
Era un odioso biondino che si sentiva il capo, aveva già stilato una lista di regole che, a quanto pareva, valevano solo per Frank e aveva una strana ossessione per i peluche.
Se aveva capito bene si chiamava Ottaviano.
Frank cercò di essere comunque gentile presentandosi, poi andò dalla sua parte di stanza e iniziò a sistemarsi le cose. Doveva anche capire dove nascondere le armi. E doveva farlo per bene, quel ragazzo sembrava molto il tipo da “vediamo se hai qualcosa di interessante in valigia, così lo racconto al resto della scuola”.
Sospirò, ma perché non era finito in camera con Jason?
Mentre usciva il suo computer portatile e cercava una spina per attaccarlo fecero il loro ingresso Leo e Nico.
-Carine anche le vostre lenzuola blu- commentò distrattamente Leo guardandosi intorno.
-Nessuno vi ha mai insegnato a bussare?
Ecco quello che più temeva in realtà del suo compagno di stanza. Che iniziasse una qualche rissa con uno dei suoi amici.
Nico spostò sul biondino uno sguardo davvero inquietante, così Frank rispose a Leo con un sorriso.
-Già, molto belle- non sporchiamole di sangue.
Sperò che i due ragazzi capissero il resto della frase, era sicuro al 100% che avessero con loro qualche coltello nascosto da qualche parte.
Ottaviano si accorse dello sguardo di Nico – Hai qualche problema?
Il moro rispose con un semplice ghigno, ancora più inquietante.
Frank lanciò un’occhiata disperata a Leo, il ragazzo capì.
-Okay, okay. Ce ne andiamo, divertiti con il tuo nuovo amico.
Detto questo si trascinò Nico via.
Frank tornò a respirare, sarebbe stato decisamente un anno molto lungo.
 
Non solo ad Annabeth era capitata una stanza con le coperte e i cuscini rosa. Ma aveva anche una compagna di stanza che non avesse un indumento di quel colore, di lilla o di bianco, inoltre il suo profumo stordiva ed era davvero nauseante. E aveva ricoperto tutto il suo muro di poster di attori e cantanti famosi.
Quando Annabeth entrò, la ragazza dai lunghi e lucenti capelli neri la scrutò per bene da capo a piedi, poi le porse la mano, completamente curata e dalle unghie perfette e smaltate.
-Io sono Drew- disse con una voce che sicuramente avrebbe fatto cadere ai suoi piedi ogni ragazzo.
-Annabeth- rispose stringendo la sua mano in una stretta forte.
Le fece anche un sorriso quando vide quello della ragazza vacillare leggermente.
 
Calypso fu quasi uccisa dalla sua compagna di stanza prima ancora di mettere piede dentro la camera.
Si stava avvicinando e stava cercando le chiavi che le avevano dato per aprire la porta quando questa si aprì velocemente colpendola in piena fronte.
-Oddio scusa!- Esclamò la ragazza che era appena uscita – Ti sei fatta male?
Calypso si tastò la fronte, faceva un po’ male, ma era abituata a dolori decisamente peggiori.
-No no, tranquilla.
La ragazza sorrise – Scusa ancora, mi chiamo Piper, tu devi essere Calypso giusto?
Anche Calypso le sorrise e annuì per confermare.
-Penso che sarai un’ottima compagna di stanza, ma adesso devo proprio scappare, dovevo appenderlo entro questa mattina e sono già le cinque di pomeriggio!
Mostrò un panno di stoffa bianco che teneva piegato in mano, poi corse via.
Calypso la guardò allontanarsi abbastanza stranita poi scosse la testa e cercò di sistemare le sue cose.
Diversi minuti dopo arrivò Annabeth da lei, entrò e si guardò intorno – Niente compagna di stanza?
-E’ corsa via a fare qualcosa che non ho ben capito, sembra simpatica.
Annabeth sbuffò sedendosi sulla scrivania – Io sono scappata dalla mia. E’ una sottospecie di barbie antipatica. Non mi ha creduto per un po’ quando le ho detto che non avevo una borsa a parte solo per i trucchi.
Calypso sorrise, poi si stufò di mettere a posto e lanciò il resto dei suoi vestiti dentro l’armadio. Approfittò dell’assenza della sua compagna di stanza per nascondere una postola sotto il materasso, uno spray stordente (che sembrava tanto un profumo) e un coltello dentro il cassetto del suo comodino. Quest’ultimo in mezzo a un suo diario.
-Andiamo a vedere come se la passa Hazel?
E trovarono Hazel nella sua stanza, seduta nel suo letto dalle coperte viola, mentre sorrideva al cellulare.
-Che ridi?- Domandarono le due ragazze dalla porta.
La ragazza dalla carnagione color cioccolato sussultò – Ciao – disse poi quando si accorse delle sue amiche e gli fece cenno di entrare.
-Reyna, loro sono le mie due amiche, Annabeth e Calypso. Ragazze, lei è Reyna, la mia compagna di stanza.
La ragazza alta, con un lunga treccia scura, salutò educata, poi disse ad Hazel che si andava a fare un giro.
Non appena scomparve oltre la porta richiudendosela alla spalle, Hazel scattò subito in piedi e iniziò a nascondere le armi prima che la ragazza facesse ritorno, utilizzò quasi gli stessi posti di Calypso.
Quest’ultima si era seduta a gambe incrociate sul letto dell’amica e chiese abbastanza interessata.
-Perché ridevi al cellulare?
Le guance della ragazza si imporporarono e rispose quasi disinteressata, quasi –Frank mi stava raccontando del suoadorabile compagno.
Calypso sorrise maliziosa – Non ci avrei mai scommesso che fosse quel ragazzo.
Anche Annabeth si concesse un sorriso mentre la loro amica diventava ancora più rossa, poi cercò di salvarla cambiando argomento.
-A proposito della razza inferiore, perché non andiamo a vedere le loro stanze?
Mentre però si dirigevano verso i dormitori maschili si resero conto di non sapere quale fossero le loro stanze tranne quella di Frank, così decisero di andare proprio da lui.
Ma mentre camminavano per un corridoio videro, diversi metri più avanti, una porta aprirsi e una figura nera, con un enorme fagotto marrone in mano, correre scomparendo poi in un diverso corridoio.
-Ehm … Quello era Nico?- Chiese incerta Hazel.
Nessuno rispose, ma si avvicinarono entrambe alla porta che il ragazzo aveva lasciata aperta, dentro sembrò apparentemente deserta, ma c’era Leo, sotto una scrivania, che cercava una soluzione per attaccare una dozzina di spine a una sola presa.
-Quindi tu e Nico siete compagni di stanza- commentò Calypso.
Leo, che non si era accorto di loro, sobbalzò sbattendo la testa nella scrivania, poi i suoi anni di allenamento lo portarono a girarsi di scatto e a lanciare contro di loro una doppia presa.
L’istinto fece abbassare di scatto tutte e tre le ragazze evitando l’improvvisata arma.
Quando il ragazzo si accorse finalmente di chi fossero, uscì gattonando dalla scrivani e si lamentò tastandosi la testa.
Calypso gli si avvicinò e si inginocchiò al suo fianco, gli scostò le mani controllando lei stessa se in mezzo a quei ricci ci fosse qualche ferita grave.
-Stai benissimo- commentò.
Leo si girò a fissarla, poi le sorrise – Non riesci a starmi lontano, vero Raggio di Sole?
La ragazza, come risposta, gli diede uno schiaffo nella parte di testa dolorante e sorrise al lamento del ragazzo.
Nel frattempo anche Annabeth ed Hazel erano entrate in stanza, la prima si era andata a sedere su uno dei due letti.
O meglio, si era seduta nel bianco materasso, le lenzuola erano scomparse, a quel punto gli venne in mente Nico.
-Si può sapere che state combinando tu e Nico?
Ed Hazel aggiunse –Erano lenzuola quel malloppo marrone con cui l’abbiamo visto correre via?
-Oh si- disse Leo tornando sotto la scrivania e al suo problema – Sta andando a, ehm … contrattare con Percy e Will per le loro.
-E perché?
-Perché le loro sono ner…
Le parole gli morirono in gola quando, con degli incastri strani, riuscì ad attaccare tutte e dodici le spine che aveva in quella semplice presa.
Riuscì anche a far saltare la luce in tutta la stanza.
-Ops…
-Non di nuovo!

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