10. Inviti

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Hazel si strinse le braccia intorno al corpo, maledicendosi per essersi messa una semplice maglietta a maniche lunghe e leggera.
Erano a circa metà ottobre ed Annabeth aveva avuto la brillante idea di andare a studiare fuori.
Qualche giorno dopo avrebbe avuto il primo esame e stava avendo una crisi del ripasso dell’ultimo minuto.
Era stato tutto inutile ripeterle che comunque lei era a conoscenza di quegli argomenti da quando aveva all’incirca 8 anni, la bionda se n’era uscita semplicemente con “potrei avere un blackout totale!” ed era tornata a immergersi nel libro.
Hazel l’aveva seguita nel parco della scuola, portandosi dietro un libro che parlava delle proprietà di tutte le pietre preziose o meno che si potevano trovare nella terra, non era un argomento che stavano studiando, ma semplicemente aveva attirato la sua attenzione.
Poi si erano aggiunti Percy, Will, Frank e Leo.
Ognuno di loro era seduto o sdraiato, in modo più o meno scomposto nell’erba, a fare cose differenti.
Frank notò che la ragazza stava tremando, così si tolse la sua felpa e gliela porse.
Lei lo fissò con la bocca leggermente aperta, il ragazzo era rimasto con una semplice maglietta a miche corte.
Scosse la testa rifiutandola – Non puoi stare a maniche corte, c’è freddo.
-Tranquilla non ho freddo, tutti questi muscoli servono- ed abbozzò un sorriso.
Hazel lo scrutò, non sembrava che stesse mentendo.
Will intervenne quasi disinteressato – E’ stato testato che se hai una maggiore massa muscolare senti di meno il freddo – poi li scrutò entrambi –Quanto pesi Hazel? Di sicuro la metà di lui, se mettiamo in conto anche l’altezza, dovresti sentire quindi il doppio del freddo che sente lui.
Percy fece uno sbuffo divertito – Togliendo la spiegazione scientifica. Frank, è inutile che ti comporti da gentiluomo solo per farti invitare al ballo.
Il ragazzo divenne bordeaux e borbottò qualcosa di incomprensibile.
Hazel fissò Percy con un mezzo sorriso e rispose –Guarda che lui ha decisamente qualche speranza in più di venire al ballo con me, che di andarci tu con Annabeth! E non guardarmi con quella faccia, sappiamo tutti che speri in un suo invito da quando hai letto il manifesto sopra quella porta.
Fu il turno di Percy di arrossire mentre Will se la rideva ed Annabeth nascondeva il suo sorriso dietro il libro, apparentemente disinteressata.
Hazel continuò – Anzi sai che ti dico? – si girò verso Frank – Vuoivenirealballoconme?
Lo disse così in fretta per paura di balbettare o ripensarci, nonostante questo il ragazzo aveva comunque compreso e stava annuendo felice.
Hazel tornò a fissare Percy e gli fece una linguaccia.  
-22! Livello 22!
Leo, che molto probabilmente non aveva seguito neanche una parola di tutto quello che era successo, aveva esultato alzando le mani al cielo, una di queste stringeva il cellulare, per poi buttarsi all’indietro e finire sdraiato sul prato.
Si puntellò sui gomiti e si guardò intorno, poi sbuffò –Dov’è quella ragazza quando uno gli deve rinfacciare le cose? Mah.
Era così preso dal suo gioco da essersi accorto solo in quel momento che all’appello mancavano Calypso, Jason e Nico.
Proprio di quest’ultimo sentirono la voce, diversi minuti dopo, che urlava “Ragazziiiii” mentre correva verso di loro.
Tutti alzarono lo sguardo interessati a ciò che il più piccolo era venuto a dire.
Quando fu a qualche centimetro dal loro cerchio, non proprio perfetto, inciampò in una radice volando in avanti.
Non si schiantò però con la faccia a terra. Quando riaprì gli occhi per capire dove fosse atterrato si ritrovò letteralmente con la faccia sopra la patta dei jeans di qualcuno.
Si sentì le guance andare in fiamme e si tirò su di scatto.
Pessima idea. Fu così veloce che diede una testata al naso di quel qualcuno.
-Ma dio santissimo, cosa ho fatto di male!?- Imprecò il ragazzo facendosi cadere di lato, sull’erba, trattenendosi la fronte che aveva iniziato a pulsare.
-La vera domanda è: perché diavolo ci finisco sempre io di mezzo?- Will aveva parlato con una voce più pacata, anche se era terribile, come se avesse il naso chiuso.
-Will, stai sanguinando- fece notare Percy.
Will gli lanciò un’occhiata rispondendo ironico –Grazie Percy, non me n’ero accorto.
-Di nulla- rispose serio il ragazzo.
Annabeth alzò gli occhi al cielo esasperata e cercò qualcosa nella sua borsa, quando trovò il pacco di fazzoletti che cercava li lanciò al biondo – Usa questi.
-Grazie- rispose il ragazzo sempre con quella terribile voce nasale.
Ne prese uno dal pacchetto e cercò di ripulirsi e fare in modo che il sangue smettesse di fuoriuscire, ma non si vedeva e si sporcò mezza guancia.
Nico fece uno sbuffo e, ignorando il dolore alla fronte, si mise seduto sulle ginocchia davanti a Will.
-Solace, stai facendo un casino!
Gli strappò il fazzoletto dalle mani e si mise a ripulirlo per bene, per quanto potesse sembrare scorbutico le sue mani erano comunque abbastanza delicate sul suo volto, tanto che non un lamento uscì dalla bocca del biondo.
Quando il sangue si fermò (non era stata poi così forte come testata) Nico accartocciò il fazzoletto e tornò a sedersi al suo fianco.
Si rese conto che tutti avevano uno sguardo strano puntato proprio su di lui.
-Bè!?- Chiese con voce abbastanza alterata – Mi sentivo in colpa! Smettetela di fissarmi.
Hazel corse in suo aiuto cambiando argomento.
-Che dovevi dirci di così importante?
-Oh si- dopo quello che era successo si era completamente scordato del perché stava correndo da loro, aspettò che tutti avessero la sua attenzione prima di parlare.
-In queste tre settimane ho gironzolato un po’ in giro, penso di aver capito dove potrebbe essere la porta che scende nei sotterranei, ma è impossibile arrivarci in pieno giorno, per non parlare della notte, è controllata il doppio. Mi serve un diversivo e penso che il ballo di Halloween faccia al caso nostro. Saranno tutti impegnati li, anche il signor McLean dovrà esserci. Magari non tutta la sera, ma dovrà pur fare la sua comparsa.
Annabeth aveva chiuso il libro e lo stava ascoltando attentamente mentre il suo cervello lavorava in mille modi.
-Quindi proponi di andare quella sera?
-No! E’ troppo presto, non sappiamo nulla. Andrò io a capire com’è combinata la situazione, che misure di sicurezza ci sono e cose così.
-Perché dovresti andare da solo se siamo un gruppo di nove?- Sbottò a quel punto Will.
Nico gli rispose continuando a tenere lo sguardo su Annabeth, quella ragazza stava seguendo il suo piano mentalmente.
-Perché Era ha detto testuali parole quando mi presentò: “Vi sarà molto utile nello spionaggio.” Ed è quello che appunto devo fare.
-Ha ragione, questo è compito suo- gli diede man forte Annabeth.
-Ma …- Will non demordeva e Annabeth lo interruppe subito.
-Se dovesse succedere qualcosa saremo da lui prima di subito, naturalmente si terrà in contatto con ognuno di noi.
Tornò a fissare Nico – Noi invece dovremo tenere sotto controllo la situazione dalla festa, giusto?
Nico fece un ghigno – Esattamente.
-Possiamo anche capire chi è vicino a quell’uomo, chi potrebbe sapere i suoi segreti, o buona parte. Hazel potresti servirci anche tu, se riusciamo ad avvicinare uno di questi.
La ragazza sorrise – Non vedo l’ora.
-Fantastico!- Esclamò Leo alzandosi – Vado a cercare Calypso, così l’aggiorno sul piano.
Anche Annabeth si alzò afferrando la sua borsa e mettendosela in spalla.
-Dove vai?- Chiese Percy cercando di fare una voce disinteressata, senza poi troppo successo.
-Anche Jason deve esserne informato, no?- E gli sorrise, in modo quasi inquietante, prima di andarsene via tranquillamente.
Dalla bocca di Percy uscì un mugolio mentre si buttava nell’erba a faccia in giù.
-Ehm … Tutto okay?- Provò a domandare Frank quando il ragazzo non si mosse per diversi minuti.
-Si comporta così perché è pazza di me- la voce di Percy era attutita dall’erba, alzò lo sguardo su Hazel – Vero?
Aveva un tono così speranzoso che la ragazza dovette distogliere lo sguardo mentre rispondeva.
-Se lo dici tu …
 
Nico tornò in camera sua dopo le lezioni pomeridiane e trovò Leo in compagnia di Calypso.
Lui era seduto a terra, con la schiena poggiata al suo letto, nella parte della testa. Lei era sdraiata sul materasso a pancia in giù, le gambe alzate che dondolavano.
-Questo gioco è diventata una droga o sbaglio?- Commentò Nico gettando i suoi libri alla rinfusa sulla scrivania.
-Tutta colpa del tuo amico- rispose Calypso, poi lasciò andare il cellulare e si mise seduta fissando Nico dritto negli occhi.
-Leo mi ha spiegato il piano. Stavo pensando che potrei venire con te. Insomma, sono abbastanza svelta e agile, l’ha detto Era. Non ti sarò di impiccio e in due potremo scoprire più cose.
Nico ci pensò su, non era un’idea così cattiva.
-Penso che si possa fare- il ragazzo si stava di nuovo dirigendo verso la porta, era entrato in camera solo per posare i suoi libri.
-Se vuoi possiamo andarci anche insieme al ballo, così quando andremo via a metà serata nessuno sospetterà di nulla, siamo degli adolescenti, no?
Nico si girò a fissarla, non c’era nessuna malizia nel suo sguardo, era solo un’idea innocua la sua. Ma quando spostò lo sguardo su Leo ne ebbe vagamente paura.
-Sinceramente Calypso, non offenderti, ma io ci tengo alla mia pelle. E visto che dormo ogni singola notte in camera con lui non vorrei rischiare. Quindi invita Leo.
Aprì la porta e andò via, ma prima di chiudersela alle spalle ci ripensò e rimise la testa dentro per un’ultima esclamazione.
-E comunque, se decidete di comportarvi come due normali adolescenti di 18 anni soli in una camera, siete pregati di non toccare il mio letto.
 
Annabeth arrivò in camera di Percy e Will dopo cena.
Bussò e dopo un flebile “avanti” di uno dei due entrò richiudendosi la porta alle spalle.
Trovò Will mezzo sdraiato nel suo letto, aveva delle terribili calzette rosse a pois arancioni, dei pantaloni viola e una maglietta verde acceso.
Percy era a piedi nudi, alzato, con un solo sotto di tuta blu a petto nudo. I capelli erano leggermente umidi, molto probabilmente aveva appena fatto una doccia ed era tornato in camera solo da qualche secondo.
-Disturbo?- Chiese sedendosi sopra una scrivania. Sicuramente di Will, visto l’ordine.
Proprio quest’ultimo rispose distrattamente e con un mezzo sorriso – Se arrivavi qualche secondo prima non ti saresti persa la visione di Percy e le sue mutande con i pesciolini.
La ragazza sghignazzò mentre Percy si girava dall’altro lato, rosso in viso, per cercare una maglietta nell’armadio.
-Comunque- Annabeth si schiarì la voce e raccontò loro di quel pomeriggio, di quando aveva incontrato Nico e quest’ultimo le aveva spiegato l’idea di Calypso e quindi il nuovo piano.
-Penso che possa funzionare- commentò Percy alla fine.
Dopo essersi vestito, il ragazzo si era seduto nella sedia della scrivania di Will per ascoltare tutto quanto.
Annabeth annuì, stava per alzarsi e andarsene quando Percy domandò – Quindi … Ci vai con Jason?
Annabeth si bloccò sul posto. Non aveva nessuna intenzione di andarci con quel biondino, ma non voleva neanche dirlo al moro. Ce l’aveva ancora con lui per quando aveva pensato, circa due mesi prima, che era una ragazza facile.
Rispose con un’altra domanda – E tu? So che la migliore amica della mia compagna di stanza è pazza di te, si chiama Rachel, occhi verdi, capelli rossi. Non ha ancora avuto il coraggio di parlarti?
-No. Ma quando lo farà non perderò tempo a rispondere di si.
-Fantastico. Divertitevi.
L’aria era così carica di tensione che si poteva tagliare con un coltello, Will stava facendo di tutto per ignorarli e fare finta che non esistesse.
Non fu così facile quando la bionda decise di interpellarlo.
-Tu, Will? Drew invece si è presa una bella cotta per te. In stanza non fa altro che parlare dei tuoi occhi blu, è davvero esasperante.
-E’ quella ragazza con i lunghi capelli neri e un sorriso davvero … inquietante?
-La conosci?
-Oh, ehm … Mi ha fatto due attentati fuori da bagno, solo negli ultimi due giorni. Mi sembra un tantino pazza, ecco …
-Sta solo cercando di invitarti al ballo- La ragazza sorrise divertita.
-Perché credi che abbia iniziato a visitare il bagno a orari davvero improponibili?
-Perché non vieni al ballo con me? Da amici naturalmente, ti salveresti da quella pazza e a me piacerebbe davvero tanto vedere la sua faccia infuriata, giuro che mi sta avvelenando con quel suo profumo orrendo.
-Cosa!?- Sbottò a quel punto Percy – E Jason?
-Non ho mai detto che sarei andata con Jason, non voglio andarci sola e tu sei già impegnato.
-Ma …
-Shs. Allora?
Will si sarebbe davvero voluto trovare in qualsiasi altro posto tranne che li.
-Oh … ehm … okay … ?
La ragazza sorrise e si avviò alla porta, all’ultimo momento ripensò a qualcosa e tornò a fissare il biondo con una strana smorfia – Però ti prego, non unire più quei colori così improponibili tra di loro.
Detto questo andò via lasciando i due ragazzi immersi in un silenzio davvero pesante.
Will sapeva che doveva dire qualcosa, ma si stupì quando fu il moro a parlare per prima.
-Grazie.
-Come?- Tutto si sarebbe aspettato meno quella parola.
-Me l’ha fatto apposta, in ogni caso non aveva nessuna intenzione di andarci con me, se non avessi accettato avrebbe chiesto a qualcun altro. E fra tutti sono felice che ci vada tu con lei.
Passarono diversi minuti di completo silenzio.
-Percy?
-Mh?
Will sorrise – Avevi ragione, è completamente cotta di te.

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