38. "vray"

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Qualcuno mi spiega cosa ci facciamo qui fuori, alle sei di mattina, quando abbiamo un’intera villa a disposizione?
Mentre Piper parlava delle nuvolette di vapore uscirono dalla sua bocca.
Leo, insieme a Calypso, avevano preparato la colazione a tutti imbandendo la tavola in giardino.
Tutto ciò nonostante il sole fosse appena sorto, il cielo minacciava neve, c’erano -5 gradi e, come giustamente aveva fatto notare Piper, avevano a loro disposizione un’intera villa, munita di riscaldamenti.
I due ragazzi erano poi andati a cercare tutti i loro amici, facendo capire loro che dovevano partecipare a quella colazione.
Nessuno di loro aveva un bell’aspetto, c’era chi non aveva neanche provato a dormire e chi l’aveva fatto solo per un paio di ore.
Le occhiaie di Will erano ben visibili, come quelle di Hazel e Jason.
Percy e Annabeth non avevano neanche provato a mettersi qualcosa nel piatto, gli altri stavano giocando con il cibo.
-Perché- rispose Leo dando un morso al suo muffin al cioccolato –Qui non ci possono controllare.
-In realtà ci sono le telecamere anche qui…- borbottò Frank.
-Si, ma non possono sentire di cosa parliamo. E dobbiamo parlare di cose davvero importanti, quindi siete pregati di comportarvi normalmente, mangiare qualcosa e starmi ad ascoltare.
Qualcuno si portò qualcosa alla bocca, c’è chi diede un morso a un biscotto e chi prese un sorso di cioccolata (ormai non più tanto calda).
-Bene- commentò Leo prendendo un altro pezzo del suo muffin, dopo averlo ingoiato sganciò la bomba –Sono abbastanza certo che Nico abbia cercato di inviarmi un messaggio questa notte.
La reazione fu immediata, tutti si sporsero sul tavolo attenti, gli fecero un sacco di domande tutte in una volta.
-Abbastanza certo?
-Come diavolo ha fatto?
-L’hai trovato? Sai dov’è?
-Che cosa aspettavi ancora a dircelo?
Leo alzò le mani davanti al viso e aspettò che si calmassero prima di continuare a spiegare.
-Sinceramente non ho idea di come abbia fatto, mi ha inviato un messaggio con il codice morse, ha ripetuto la stessa parola per diversi minuti, sempre e solo la stessa parola.
-Può essere una trappola, per fare una cosa del genere deve avere qualcosa di elettronico, o una vecchia radio, comunque qualcosa. Dove potrebbe averla presa?- Domandò Annabeth.
-E’ quasi certo che sia una trappola, ho pensato la stessa cosa subito anche io, ma abbiamo altra scelta?
-No- sospirò la ragazza –Ovvio che no.
-Cosa dice questa parola?- Chiese velocemente Will, parlò per la prima volta dal giorno precedente, i suoi occhi avevano qualcosa di nuovo, un pizzico di speranza.
-Non ho idea di cosa significhi- uscì un foglio e lo mise sul tavolo.
Prese la parola Calypso –Abbiamo anche pensato che potesse essere una qualche parola italiana, considerando che viene da quel paese, ma nulla. Quindi- passò il foglio a Will –Forse riesci a venirne tu a capo.
Il ragazzo afferrò il foglio e domandò ingenuamente –Perché io?
-Perché  è con te che ha più … intimità, no?
-Magari è una vostra parola in codice o …
-Okay, ho capito!- Will bloccò la frase di Leo mentre le sue guancie si coloravano.
Si concentrò sul pezzo di carta.
La singola parola che c’era scritta non era neanche troppo lunga, semplicemente quattro lettere: “vray”.
E Will non aveva idea di cosa volesse dire.
Il biondo scosse la testa sconsolato e passò il foglietto a Percy, seduto al suo fianco.
-Forse le lettere non sono messe nell’ordine corretto?- Provò a ipotizzare Annabeth dopo che anche lei non riuscì a trovare una spiegazione a quella parola.
-No. L’ha ripetuta un paio di volte. Dopo la “y” faceva una lunga pausa, poi ricominciava con la stessa sequenza. Inizia per forza dalla “v” e finisce con la “y”.
Il pezzo di carta tornò al centro del tavolo, nessuno aveva una risposta.
Will nascose la testa tra le braccia e si strinse i capelli con le mani, erano allo stesso maledetto punto di prima.
Poi una voce bloccò il respiro a tutti, perché a parlare era stata Piper. E nessuno aveva messo in conto che lei avesse la soluzione al loro problema.
-Penso di sapere cosa voglia dire.
Jason la fissò a occhi sgranati, Will alzò la testa di scatto, Annabeth la scrutò attentamente ed Hazel la incitò a continuare.
-Si, bè …- un po’ balbetto quando si rese conto di avere gli occhi di tutti puntati su di se –Potrebbe significare “Villa Ray”, forse ha sintetizzato la parola villa con la semplice “v”. Mio padre ha molte proprietà, non le ricordo tutte, ma questa particolarmente perché … lunga storia. Comunque, fatto sta che in questa villa non mi ci porta mai, ma lui ci va spesso per “questioni di lavoro”, è abbastanza probabile che lo tenga li dentro.
Leo sorrise, si accasciò allo schienale della sedia, finì la sua colazione e commentò –Fantastico, l’abbiamo trovato, chi va?
-Io- rispose subito Will, lo sguardo determinato.
-Nessuno l’aveva messo in dubbio, poi?
Annabeth prese parola –Non possiamo andare tutti, questo è ovvio, penso che oltre Will dovrebbero andare solo altri tre, quelli più utili in questo genere di missione. Tipo tu, Leo.
Il ragazzo non fu sorpreso –Si, ci stavo pensando.
Annabeth annuì e spostò lo sguardo al suo fianco –Anche tu Calypso.
Leo si irrigidì, forse stava anche per dire qualcosa, ma la ragazza lo precedette –Per me è okay, sono brava a infiltrarmi e a nascondermi. Certo, non quanto Nico, ma considerando che dobbiamo andare a prendere proprio lui...
-Appunto a questo mi riferivo.
Poi Annabeth alternò il suo sguardo a Percy, Jason e Frank.
-E qualcun altro che sia bravo a combattere.
Prima che uno dei tre potesse rispondere, Hazel prese parola.
-Dovrebbe andare Percy. E’ più bravo di Frank per quanto riguarda pistole e coltelli, e sono abbastanza certa che siano queste le qualità che servano in questo genere di missioni. Mentre Jason lo conoscono, non si sa mai cosa potrebbe succedere.
Il diretto interessato si morse il labbro e strinse un pugno, Hazel aveva parlato tranquillamente, ma Jason ebbe quasi l’impressione che avesse appena sottinteso “Mentre Jason ha già fatto abbastanza”. Però non una parola uscì dalla bocca del biondo, infondo sapeva di meritarselo.
-Quindi è deciso. Io, Leo, Will e Percy. Partiamo questa notte?
-E’ la scelta migliore- acconsentì Annabeth.
Will avrebbe voluto protestare. Come avrebbe fatto ad attendere tutto il giorno? Sarebbero potute succedere un sacco di cose in quelle lunghe ore. Però sapeva anche che era la miglior soluzione per riuscire a salvarlo.
Sospirando fu il primo ad alzarsi annunciando che sarebbe andato a farsi una dormita.
 
Era ormai sera quando i quattro ragazzi si ritrovarono sulla terrazza.
Leo si inginocchiò a terra, stese una cartina e la illuminò con la sua torcia tascabile.
Spiegò che l’aveva trovata su internet e che Piper era riuscita a spiegargli molte cose importanti, nonostante non andasse li da molto tempo.
Raccontò anche loro il piano che aveva ideato con Annabeth quel pomeriggio.
-Tutto chiaro?
Gli altri annuirono.
-Quindi, loro distraggono i nostri cari amici che vogliono tenerci al sicuro qui dentro e andiamo con quel furgone?
Chiese conferma affacciandosi oltre la ringhiera.
Leo si limitò ad annuire e Will annunciò subito –Guido io.
Nessuno ebbe nulla da obiettare e Calypso continuò –Non ho però ben capito come dovrebbero distrarli.
Non ebbe neanche finito di parlare che si sentì un forte rumore di vetri infranti.
Percy si lasciò sfuggire un sorrisetto.
-Penso che abbiano appena iniziato.
 
Il furgone sfrecciava a 140 km/h nelle strade buie e quasi deserte.
Leo e Calypso erano dietro, si stavano sussurrando qualcosa così velocemente che i due ragazzi seduti davanti non compreso.
Will teneva tutte e due le mani strette sul volante, lo sguardo fisso sulla strada. Percy gli lanciava delle occhiate di sottecchi quasi a intervalli regolari.
Alla fine parlò.
-Quando quella mattina mi hai raccontato quella cosa, non ti stavi riferendo a una ragazza, vero?
Will strinse ancora di più le mani sul volante, si morse un labbro e prese un po’ di colore, infine borbottò un –No.
-Cazzo- imprecò quasi sottovoce il moro.
-Ti da qualche problema?- Domandò il biondo fissandolo con un sopracciglio inarcato.
-Si! No! Cioè non per quello che pensi te … solo …
-Solo?- Will riportò lo sguardo sulla strada, ma non demordeva.
Percy si accasciò sul sedile e sbuffò.
-Solo che è una supposizione di Annie, avevamo fatto una specie di scommessa. Perché quella ragazza è così intelligente? Appena lo saprà mi sfotterà a vita.
Il furgone per un secondo fu immerso dal totale silenzio. Poi Will scoppiò a ridere.
Fu seguito a ruota da Leo e Calypso che avevano seguito quasi tutta la discussione.
Percy divenne completamente rosso e si accasciò ancora di più sul sedile. Leo si sporse in avanti e poggiò una mano sulla sua spalla, quasi a volerlo consolare, cosa che risultò abbastanza difficile da credere dopo la sua successiva frase –E cosa cambia da ciò che fa di solito?
Risero fino a quando non arrivarono alla loro meta.
In un attimo tornarono seri, si concentrarono e si prepararono per la missione.
L’angoscia riprese ad attanagliare lo stomaco di Will.
La villa era immensa e protetta da muri altissimi.
Il piano era far salire Calypso, la più piccola e la più veloce fra tutti loro, per poi farle agganciare delle funi per far arrivare anche gli altri.
Girarono intorno ai muri, scelsero un punto pieno di rampicanti e apparentemente più basso, poteva essere circa quattro metri e doveva portare su una terrazza non troppo grande.
La ragazza si preparò, tolse i guanti e iniziò ad arrampicarsi.
Non trovò intoppi, le scivolò una mano quasi in cima, si graffiò tutto il palmo sui rampicanti, ma non un suono uscì dalle sue labbra, semplicemente si morse la lingua e trattenne il fiato.
Arrivò in cima e legò la fune, i tre ragazzi salirono.
Non appena anche Percy si issò oltre il muro in pietra, una voce parlò.
Era dietro di loro, nascosta nel buio della notte.
-Però, ce ne avete messo di tempo.

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