23. Appuntamento... o quasi

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Percy cercava di ricordare quale fosse stata la sua più grande figura di merda.
Insomma, una che riuscisse a superare quella appena fatta, s’intende.
Mentre girava per i corridoi di pietra pressoché deserti si rese conto che nulla avrebbe mai potuto superare quel giorno. E lui ne aveva fatte di figure di merda.
Sospirò mentre velocizzava il passo, aveva bisogno di una nuova seduta psicologica con il suo migliore amico. E se Grover l’avesse di nuovo mandato al diavolo chiudendogli la chiamata in faccia, era pur sempre disponibile il suo compagno di stanza.
Adesso che ci pensava sperò con tutto il cuore che Will non fosse in camera, sarebbe stato decisamente imbarazzante quando l’avrebbe visto in quello stato e lui avesse spiegato come fossero andate le cose.
Peccato che quando aprì la porta della sua camera dentro non ci trovò solo Will.
 
*tre ore prima*
-Will, sto per avere un attacco di panico!
-Mh, mh …
-Dico sul serio! Tu dovresti aiutarmi, sei un dottore!
-Che bello Percy, sono felice per te.
Percy gli lasciò correre una scarpa.
Il ragazzo in questione stava finalmente per avere un appuntamento con Annabeth, o almeno, qualcosa che gli somigliasse.
Percy, due giorni prima, le aveva chiesto di uscire e lei tranquillamente aveva accettato, come se non le facesse né caldo né freddo, poi era tornata a leggere il suo libro.
Adesso mancavano 15 minuti per le 20:00, orario stabilito per incontrarsi all’ingresso, e il moro era ancora in boxer (blu con dei pesciolini fluorescenti) e mezzo armadio sparso sopra il letto.
-Hai una mira pessima, sicuro di essere un vero agente segreto?- Commentò distrattamente Will quando la scarpa colpì il muro dietro di lui mancando solo di diversi millimetri la sua faccia, poi ricadde sopra le sue lenzuola.
Will l’afferrò dai lacci con solo due dita, come se fosse altamente contagiosa, e la rigettò a terra, poi tornò al suo cellulare.
In effetti era un po’ che ci stava attaccato, di tanto in tanto sorrideva, Percy si stava davvero chiedendo con chi stesse massaggiando. Non che gli importasse qualcosa ma… Davvero qualcuno era più importante della sua crisi di panico?
Come a sentire i suoi pensieri Will sbuffò, gli lanciò un semplice sguardo, poi cambiò posizione e tornò al suo cellulare.
-Hai detto bene: sono un dottore, non il tuo agente di moda. Però posso darti un consiglio: togliti quei boxer. Ma poi, dove diavolo li hai comprati?
Percy si fissò, poi ci pensò un po’ su -Dici che non le piacciono?
Will alzò gli occhi al cielo, rispose ironico mentre scriveva un messaggio.
-Nono, ne andrà pazza. Infondo dei pesci fluorescenti sono la miglior cosa per farti eccitare, no?
-E va bene mi cambio!
Riaprì il cassetto dell’intimo, stese ben 20 secondi a fissarlo, poi si schiarì la voce.
-Ehm, Will… Mi presti dei boxer?
Infine riuscì a vestirsi in modo elegante ma non troppo: scarponcini, jeans larghi e una semplice camicia blu scuro.
Per i boxer, a conti fatti, decise di tenersi i suoi, non che quelli di Will fossero migliori: o avevano faccine sorridenti o le tinte uniche erano colori improponibili tipo giallo o arancione.
Aspettò Annabeth all’ingresso, com’era stabilito.
Stava giocando con un sassolino nel cortile quando sentì una voce femminile –Però! Pensavo peggio.
Percy si girò di scatto, Annabeth era proprio davanti a lui, con un mezzo sorrisetto divertito in faccia.
Aveva lasciato i ricci sciolti a incorniciarle il viso, aveva pochissimo trucco e per questo la trovò ancora più bella. Aveva un vestito che arrivava al ginocchio bordeaux e degli stivali neri a metà gamba. Un semplice giubbotto di pelle per coprirsi.
-Hey stavo scherzando- si affrettò ad aggiungere la ragazza –Hai una faccia quasi spaventata.
Percy si batté il cinque mentalmente congratulandosi con se stesso, poi si riscosse e le sorrise dicendo la più banale delle frasi “Sei bellissima”.
Si ribatté il cinque mentalmente.
Poi però la serata si era aggiustata, per la prima parte.
In taxi avevano parlato tutto il tempo, conversazioni divertenti e intelligenti, senza perdersi in quel silenzio imbarazzante che avrebbe ucciso tutto l’appuntamento.
Annabeth scoprì che quel ragazzo non era poi così stupido come dimostrava ogni 30 secondi, non era neanche così superficiale, anzi.
Stava andando tutto decisamente perfetto, così perfetto che naturalmente non sarebbe durato.
Il ristorante che Percy aveva scelto era molto bello, si affacciava sul mare (quel ragazzo aveva una fissa per il mare) e si mangiava anche bene.
Erano seduti uno di fronte all’altra in un tavolo quadrato nella terrazza, un po’ isolati dal resto delle persone.
E poi era arrivato quel momento in cui Percy aveva solo due scelte: baciarla subito o collassare sul colpo.
Annabeth stava ridendo così magnificamente che il ragazzo la stava fissando con uno sguardo tremendamente imbarazzante da innamorato.
Naturalmente se ne accorse e smise di ridere, non facendo scomparire il suo sorriso, mentre lo guardava con intensità avvicinandosi di qualche centimetro.
E Percy capì che avrebbe avuto solo quel momento, quello o mai più.
“Mai più” era però quello che il destino aveva scelto al posto suo.
Anche Percy si sporse in avanti riuscendo a sbilanciare la bottiglia di vino che le cadde tutta addosso rovinandole il vestito.
La ragazza imprecò sottovoce, poi afferrò il tovagliolo di stoffa che davano e cercò di contenere il danno.
Ma Percy si sentiva in colpa e voleva aiutare, decisione davvero poco saggia.
Peggiorò la situazione così tanto che quelli del tavolo accanto chiamarono i vigili del fuoco.
Non si sa bene come ma riuscì anche a rovesciarle addosso il piatto con la metà di pizza che ancora doveva mangiare, quasi contemporaneamente fece abbattere la candela e il tavolo prese fuoco.
Dopo che furono ricoperti della schiuma dell’estintore, una Annabeth decisamente più furente di 10 donne con il ciclo gli lasciò correre il vaso con i fiori che avevano sopra il tavolo, l’unica cosa che si era precedentemente salvata dalla furia distruttrice del ragazzo.
 
“Chissà perché non mi sorprende che il tuo personaggio preferito sia Loky”
“Quanto mi piacerebbe avere il suo potere!”
“Ma vogliamo parlare di quanto sia affascinante? *Q*”
“I cattivi ragazzi piacciono sempre ;)”
“Ti credevo più modesto Di Angelo”
“Non ho mai detto che mi stessi riferendo a me, però ti ringrazio per avermi pensato subito”
La conversazione tra Nico e Will era iniziata quasi per sbaglio, poi l’argomento si era spostato sui film della Marvel e si erano scoperti entrambi dei grandi appassionati. In quel momento stavano parlando e commentando il film degli “Avengers”.
Tutta questo avvenne mentre Percy si lamentava con il biondo indeciso su cosa mettersi.
Quando, finalmente, il suo compagno di stanza andò via per la sua grande uscita con Annabeth, non prima di avergli chiesto almeno dieci volte “sicuro che sto bene?”, a Will venne una mezza idea.
“Senti Piccoletto, visto che siamo praticamente a sole poche camere di distanza e io mi sto annoiando a morte, vieni qui? Ci vediamo direttamente il film e lo commentiamo per bene in ogni minimo particolare.”
“Io, tu e Percy?”
Will fece una smorfia, era ovvio che il primo pensiero di Nico fosse su Percy.
“In realtà Percy è uscito con Annabeth…”
Scrisse questo e buttò il cellulare di lato sospirando, quando gli arrivò la risposta quasi non la lesse, sicuro che fosse qualche scusa per un rifiuto, ma il messaggio recitava un semplicissimo “Va  bene, arrivo”.
Will si ritrovò a sorridere come un’ebete, quasi subito ne seguì un nuovo messaggio, sempre da lui “E non chiamarmi piccoletto”.
Nico arrivò esattamente 8 minuti dopo, non che Will si fosse messo a controllare l’orario …
Aprì la porta e mise la testa dentro, iniziò a mordicchiarsi il labbro come se si sentisse a disagio.
-Ehm- proruppe infine –C’è anche qualcun altro.
Will corrugò la fronte e Leo fece il suo ingresso in camera, seguito a ruota da Jason e Frank.
Il primo aveva le mani piene di casse e amplificatori, pronto a trasformare quella stanza in un vero e proprio cinema.
-Ma le vostre ragazze?- Chiese Will mentre sistemavano tutto, cuscini e coperte incluse per mettersi comodi.
Leo scrollò le spalle e rispose mentre tutto concentrato collegava dei fili.
-Calypso, Piper, Hazel e Reyna hanno deciso di fare un pigiama party. Sai, cose da donne. La mia ragazza ed Hazel l’hanno vista come una buona opportunità per scoprire qualcosa in più da Reyna.
Il biondo si morse la lingua e non disse più nulla, qualche secondo dopo Leo aveva già trovato il film in alta definizione.
Nico e Will passarono quasi tutto il tempo a battibeccare per decidere quale fosse il supereroe migliore.
Leo continuava a lamentarsi degli effetti speciali e cose simili, qualche volta si univa alle discussioni dei due ragazzi affermando che naturalmente fosse Tony Stark il migliore.
Jason continuava a ripetere loro di stare zitti, anche se non ci metteva poi tutta questa convinzione.
Infine c’era Frank che continuava a chiedersi come fosse finito in una situazione del genere. A vedere un film che non aveva mai visto e che sembrava anche interessante se solo quelli gli avessero fatto capire qualcosa.
Fu durante la battaglia finale, praticamente la parte più bella e interessante di tutto il film, che la porta della camera venne aperta.
Fece il suo ingresso un Percy ricoperto di schiuma, acqua e terriccio, tutto sporco e con i vestiti mezzo bruciacchiati.

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