11. Verità

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I giorni prima delle gare si riducevano sempre di più, scorrevano lenti, trascinando con loro ansia e paranoie. Quelle due settimane erano ormai giunte al termine, mancavano solo ventiquattrore a quei campionati per i quali Shoto e Izuku si erano allenati tanto.

In quei giorni il ragazzo non aveva accennato nulla a sua padre riguardo al suo avversario, era meglio lasciare tutto com'era, si limitò solo a qualche ricerca su internet, senza interessarsi neanche troppo.

Sembrava impossibile ma il ragazzo era riuscito a montare e portare a termine il suo disco di gara, malgrado un paio di volte era stato obbligato a provare quello vecchio agli allenamenti con il padre, si era messo d'accordo con Toshinori così da far avere agli organizzatori la canzone della nuova coreografia. Quella mattina di domenica la piccola città di Musutafu era praticamente vuota, sembrava ancora presto per intraprendere una qualunque attività, gli orologi segnavano le otto del mattino quando Shoto sgattaiolò fuori di casa dopo essersi accertato che sia i suoi fratelli che i suoi genitori stessero dormendo. Si avvicinò alla porta d'ingresso dopo aver afferrato dal tavolo della cucina le chiavi del palazzetto, prese il suo borsone con i pattini e uscí. Non era solito allenarsi fino all'ultimo, ma voleva essere certo che fosse tutto a posto nel disco di gara montato in così poco tempo. Aveva notato di avere ancora qualche problema con il suo triplo Axel, Toshinori magari non voleva farglielo pesare e quindi si limitava solo a qualche consiglio, ma per il ragazzo era una tragedia non riuscire ad eseguire quella difficoltà tanto indispensabile.

Percorse quelle strade ancora desolate a passo svelto rigirandosi tra le dita le chiavi del palazzetto che a contatto tra loro tintinnavano rompendo il silenzio che lo circondava.

In quei giorni di allenamento le conversazioni con Midoriya si erano notevolmente ridotte, non potevano negare di essersi ritrovati entrambi a fissarsi più volte, ma Izuku preferiva non infastidire l'altro, soprattutto dopo averlo fatto arrabbiare tanto. Shoto non era certo se esserne felice oppure no, d'altronde la fastidiosa voce dell'altro ormai gli riempiva le giornate lasciandogli abbandonare i suoi tristi pensieri, quasi non si sentiva solo con lui, ma come sempre la sua freddezza e diffidenza avevano rovinato tutto.

Quando Todoroki raggiunse il palazzetto riscuotendosi così dai suoi pensieri, non perse tempo a recarsi verso l'ingresso preparando le chiavi per aprirlo, ma rimase sorpreso quando trovo quest'ultima socchiusa.

Strano, mio padre la chiude sempre

Pensò limitandosi allora a spingerla così da poter entrare. Rimase ancora più sorpreso quando si rese conto che la sua idea di pattinare in assoluta solitudine era fallita. La figura di Midoriya, impegnato a pattinare, attirò subito la sua attenzione e si fermò scrutando sorpreso il ragazzo che stava provando il disco di gara.
Sentendosi osservato Izuku non poté fare a meno di voltarsi e sobbalzò quando vide l'altro all'ingresso del palazzetto

«Todoroki» disse meravigliato, evidentemente non era stato l'unico a voler pattinare in pace e da solo.
«che ci fai qui?» domandò come d'abitudine con il suo tono freddo facendo chinare il capo all'altro.

Se c'era una cosa che Shoto ammirava dell'altro era la capacità che aveva di tenergli testa, inoltre non si era mai lasciato abbattere dai suoi modi freddi e quasi scontrosi, ma dopo essere stato a casa sua, dopo quella discussione, sembrava avesse fatto un passo indietro, lo evitava, si arrendeva al primo ostacolo che lo tenesse lontano da lui e questo non poteva sopportarlo.

Alza la testa, fammi vedere i tuoi occhi

Pensò sentendosi terribilmente in colpa perché da due settimane quel ragazzo non gli rivolgeva un solo sorriso.

«ho chiesto a Toshinori se potevo pattinare oggi e non so come è riuscito a convincere tuo padre a lasciare aperto il palazzetto» disse a disagio volgendo la sua attenzione su qualunque cosa lo circondasse ad eccezione di Shoto.

Ice || Tododeku Where stories live. Discover now