33. Confusione

2.8K 246 171
                                    

Mi scuso per il disagio, mi sarà capitato di scrivere una volta il nome Midoriya invertendo la i e la y che, rimanendo memorizzato nel correttore automatico, è stato cambiato per tutte le volte in maniera sbagliata, questo scherzetto mi è costato la bellezza di un'ora per sistemare quasi tutti i capitoli ma adesso dovrebbe essere tutto corretto❤️

Confusione

Era l'unica parola che poteva descrivere quella situazione surreale

La testa di Shoto era in confusione, i suoi pensieri, la sua ragione

Era tutto confuso

Si sentiva oppresso in quella pista vuota dove era rimasto da solo con suo padre e due medici di gara che si stavano accertando che almeno lui stesse bene. Midoriya era stato portato via su una barella, l'ambulanza era intervenuta immediatamente.

Le immagini di pochi minuti prima continuavano a ripetersi nella sua mente, la sua mano che stringeva quella di Izuku, le lacrime del pattinatore, i singhiozzi e poi ancora la barella entrare in pista, il suo corpo sollevato da terra, le loro dita allontanarsi e un ultimo sguardo disperato tra i due.

«riesci ad alzarti?» continuava a chiedergli uno degli uomini davanti a sé, ma il suo sguardo era perso nel vuoto, i suoi occhi spalancati

Non sentiva dolore, non più, ma era troppo sconvolto da quanto fosse successo per rispondere o anche solo per muoversi.

La madre di Midoriya, Inko, aveva assistito alla scena dal bordo pista, tenuta lontana da altri organizzatori, così come i compagni di squadra del ragazzo sconcertati da quanto accaduto; Toshinori aveva affiancato la barella fino all'ambulanza, affidando poi il ragazzo alla compagnia della madre in lacrime.

Era accaduto tutto in appena dieci minuti, erano bastati dieci minuti per creare una tale confusione

«Shoto devi alzarti» tentò ancora una volta Enji tenendo una mano sulla sua spalla

Fuyumi e Natsuo erano rimasti sugli spalti, in piedi, la ragazza aveva le mani davanti la bocca mentre gli occhi lucidi e preoccupati fissavano la scena, Natsuo invece non aveva proferito una sola parola, era rimasto immobile ad assistere con sconcerto

«è tutta colpa mia» soffiò scioccato il bicolore tenendo entrambe le mani sul ghiaccio fissando la superficie fredda con occhi ancora spalancati

Rei si era alzata dal letto dove poco prima stava seduta, stringeva in una mano tremante il telecomando della televisione mentre con l'altra si copriva le labbra sull'orlo di scoppiare in lacrime

Le sembrava di vivere un dejavú, le parole del giornalista che tentavano di descrivere la situazione, la telecamera puntata sulla pista dove era rimasto suo figlio, le urla di pochi minuti prima che avevano seguito l'incidente terribilmente simile a quello di anni prima

Un singhiozzo sfuggí alle sue labbra e più preoccupata che mai si diresse fuori dalla stanza dopo aver recuperato dall'armadio uno dei suoi cappotti.

Aveva visto Shoto preda del dolore già una volta* senza riuscire a fare niente, questa volta non sarebbe stato così

Il bicolore non accennava a muoversi, ma si sentí sollevare dalle braccia di suo padre

«dobbiamo portarlo fuori dalla pista» aveva detto un organizzatore facendo annuire Enji.

Quelle iridi eterocromatiche continuarono a guardare per terra anche mentre fu fatto sedere su uno degli spalti.

Sentiva il respiro pesante sotto gli sguardi tutti, si sentiva oppresso da quelle persone che lo circondavano.

La sua mano destra stringeva il body all'altezza del petto mentre le sue labbra tremavano

Ice || Tododeku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora