30. Lontano

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Todoroki non si era presentato all'allenamento del pomeriggio, non aveva trovato il coraggio di dirlo ad Izuku, semplicemente aveva lasciato che tutto accadesse.

Vedere i suoi occhi lucidi e le sue labbra tremare non gli avevano permesso di dire nulla, ancora una volta non era riuscito ad affrontare i suoi problemi, era un codardo e cosa peggiore, aveva deluso il ragazzo.

Midoriya aveva sperato fino all'ultimo minuto di vedere la figura di Shoto varcare le due porte grige d'ingresso, magari era solo in ritardo, forse aveva avuto un contrattempo; era stato Toshinori a dirgli che Shoto quel giorno non sarebbe venuto, ma preferí non pensarci troppo, magari si sentiva poco bene, forse aveva troppi compiti.

Scuse, scuse, nient'altro che scuse quelle che Izuku attribuiva ai comportamenti improvvisamente strani del ragazzo, ma di certo l'amara consapevolezza che Shoto lo stesse evidando si presentò come un pugnale affilato quando concluso l'allenamento Toshinori si complimentò con lui

«giovane Midoriya oggi sei andato benissimo, finalmente dopo settimane hai fatto quei salti come si deve, continua così e le gare saranno un successo» sorrise amichevolmente l'allenatore

Izuku sorrise appena annuendo a sguardo basso

«uhm ieri dovevi parlarmi Toshinori?» chiese prima di andare via con i suoi compagni di squadra ricordando che effettivamente avevano lasciato una chiacchierata in sospeso il giorno prima
«ah si, ma lascia perdere, avevo solo notato come fossi distratto negli ultimi giorni, sai non eri pienamente concentrato nei tuoi allenamenti e di conseguenza non davi il massimo, ma oggi mi sono ricreduto, continua così» disse e quella frase rese tutto più chiaro.

Quindi era per quello che Todoroki si era allontanato, erano entrambi troppo distratti l'uno dall'altro per allenarsi sul serio. Per questo Shoto lo evitava? Si era reso conto di non riuscire a dare il massimo?

Una rabbia improvvisa iniziò ad ardere nel petto di Midoriya mentre quest'ultimo a passi pesanti abbandonò il palazzetto dopo aver salutato distrattamente il suo allenatore

Perché non gliel'aveva detto? Si era allontanato senza dire niente e cosa peggiore aveva messo la sua carriera dinanzi ai suoi sentimenti.

«che egoista» sibilò Izuku a denti stretti mentre stringeva con una mano il manico del borsone che teneva sulla spalla destra.

Le sue gambe si muovevano veloci lungo la strada verso casa, il respiro era pesante, la rabbia si mescolava alla tristezza opprimendolo, la gola bruciava terribilmente, sentiva l'irrefrenabile bisogno di colpire qualcosa tanto non riusciva a gestire e distinguere quelle emozioni così negative.

Non aveva tenuto conto di lui, dei suoi sentimenti, di come si sarebbe sentito, aveva solo pensato a sé stesso, a quella maledetta gara, alla sua stupida carriera.

Una lacrima sfuggí al suo controllo e senza rendersene conto si fermò per strada. Il silenzio che lo circondava iniziò a riempirsi dei suoi singhiozzi mentre il suo braccio si posò sui suoi occhi nella speranza di frenare quelle lacrime impossibili da fermare

Nessuno, era stato trattato come se non fosse nessuno, era stato messo da parte come un oggetto, forse era questa la convinzione di Shoto, quella di poterlo usare come e quando voleva.

Forse, non era neanche così diverso da Kacchan.

Un altro singhiozzo abbandonò le sue labbra tremanti e le sue mani si spostarono sui suoi occhi lucidi.

L'amore gli aveva dato tutto, gli aveva rallegrato le giornate, aveva migliorato la sua vita, perché allora lo stava ferendo così tanto in quel momento?

Ice || Tododeku Where stories live. Discover now