34. Comprendersi

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Le porte del palazzetto di Hosu erano state chiuse, gli spalti da tempo svuotati e il parcheggio ora praticamente vuoto ospitava solamente poche macchine tra cui quelle dei Todoroki e di Toshinori.

Era ormai sera tardi, le gare avevano raggiunto il loro termine ed erano passate poche ore dalla premiazione, adesso si stavano preparando per tornare a Musutafu.

Inaspettatamente Rei aveva deciso di tornare con loro, aveva preso il treno per giungere lí la mattina e non si sentiva sicura a percorrere da sola le vie di una città che non conosceva.

Shoto era seduto nei sedili posteriori insieme alla madre e a Fuyumi mentre Natsuo occupava il sedile anteriore del passeggero; il bicolore era talmente assorto nei suoi pensieri da non prestare attenzione alla conversazione che stava avendo luogo nella vettura in quel momento, si girava e rigirava quella medaglia che aveva vinto arrivando primo e osservava con occhi persi le figure di Enji e Toshinori discutere distanti dalla macchina.

«sono stanchissima, quando torniamo a casa?» si lamentò Fuyumi
«effettivamente è abbastanza tardi, mi domando di cosa stiano parlando» concordò Rei con il suo solito tono di voce basso
«Shoto fai presente a quei due che esistiamo anche noi e che vogliamo tornare a casa» disse Natsuo facendo alzare gli occhi al cielo al fratello che aprí la portiera della macchina
«f-forse non è il caso di disturbarlo» sussurrò spaventata la donna ma Fuyumi la rassicurò
«non devi più preoccuparti mamma e poi ci siamo noi, va tutto bene» sorrise prendendole la mano.

Shoto chiuse lo sportello dietro di sé, facendo oscillare tra le dita quella medaglia che si era immediatamente tolto dopo la premiazione sostenendo di non meritarla davvero. Percorse lentamente quella distanza che lo teneva lontano dai due allenatori, le loro espressioni serie non erano rassicuranti, di cosa stavano parlando?

Anche il suono dei suoi passi sembrò passare inosservato tanto erano presi dalla loro discussione e fu solo quando si ritrovò ad una distanza tale da poter udire di cosa stessero parlando che capí

«quando lo opereranno?» chiese Enji
«domani mattina» rispose Toshinori in un sospiro sbilanciando più volte il suo corpo sulla gamba sinistra visibilmente nervoso
«mi dispiace, è davvero una cosa seria» sospirò suo padre facendo annuire appena Toshinori
«frattura biossea scomposta, tibia e perone, dovresti saperne più di me» rispose facendo spalancare gli occhi a Shoto

«l'urto tra i nostri corpi e la pista mi ruppe la gamba, frattura biossea scomposta... tibia e perone - sospirò - i medici dissero che non c'era nulla da fare, interrompere così alla mia età sarebbe stata dura, le ossa sarebbero state fragili... in breve quell'incidente mi costò la carriera, dovetti rinunciare al pattinaggio»

Improvvisamente poi entrambi si zittirono quando il rumore di quella medaglia che cadeva per terra attirò la loro attenzione

Toshinori rivolse la sua attenzione sul ragazzo così come Enji

«Shoto ti avevo detto di restare in macchina» disse l'uomo con un tono di voce severo che tuttavia lasciò trasparire un certo dispiacere

Il bicolore rimase immobile fissando le due figure dinnanzi a lui

«d-dov'è?» chiese in un sussurro
«...in ospedale... non capisco cosa intendi» rispose Toshinori capendo di chi stesse parlando il ragazzo
«dov'è l'ospedale?! I-io devo andare da lui... io voglio andare subito è-è tutta colpa mia io-» iniziò a parlare in maniera confusa mentre i suoi occhi si fecero subito lucidi
«Shoto devi calmarti-» tentò di dire Enji ma fu interrotto
«come faccio a calmarmi?! Per colpa mia Izuku potrebbe non tornare più a fare ciò che ama! Come puoi dirmi di calmarmi?!» un singhiozzo poi sfuggí alle sue labbra e tutti e tre abbassarono lo sguardo

Ice || Tododeku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora