8

3.3K 182 85
                                    

Capitolo 8

Alla luce del sole




Taehyung si svegliò quando sentì qualcosa premergli sull'addome, rendendogli difficile respirare.

Era un peso caldo, e si muoveva.

Confuso e ancora assonnato aprì gli occhi: la stanza era ancora buia, delle pesanti tende erano state calate sulle finestre, lasciando trapelare solo piccoli spiragli di luce in cui volteggiava la polvere. Batté le palpebre e udì un suono vibrante e basso.

Davanti a lui c'erano due grossi paia di occhi azzurri come zaffiri.

Si allarmò per un momento, poi il gatto che si era acciambellato sul suo petto si leccò i baffi. «Oh» disse al gatto che lo osservava «Ciao» la sua voce era bassa per il sonno e il gatto non reagì, ma alzò la coda quando Taehyung si mise ad accarezzare la sua testolina.

Non aveva mai visto un gatto più bello: il suo pelo era color crema e diventava leggermente più grigio sul muso. La coda che ondeggiava era un ampio spolverino peloso, grigio come il suo musetto. Il suo pelo era lungo e morbidissimo, le zampette erano grigie ma proprio alla punta erano bianchissime, come se il gatto portasse i guanti, ma la sua caratteristica più particolare rimanevano gli occhi: sorprendentemente blu e screziati di verde, lucidi come fossero fatti davvero di pietre preziose.

Il micio cominciò a fare le fusa sotto il suo tocco, e si appiattì ancora di più sul suo petto, poggiando la testolina sulle zampe e ammiccando placidamente con gli occhi.

Mentre lo osservava, a Taehyung tornò in mente tutto ciò che era successo la notte prima e, lentamente, il suo viso divenne sempre più rosso. Si guardò intorno e si accorse che l'enorme letto in cui aveva dormito, non aveva tracce della presenza di qualcun altro. C'era solo il suo cuscino sprimacciato e l'altra metà del materasso era fredda e intatta. Aveva dormito da solo.

Jungkook?

Si mise seduto, afferrando con le braccia il micio, che si scompose tutto quando cambiò posizione. Taehyung era ancora nudo sotto la coperta, la sua pelle manteneva ancora l tracce di quello che era successo la sera prima. Osservò il suo petto, pieno di segni e morsi come poche altre volte lo era stato, e arrossì ancora di più. Lasciando da parte il gatto, che si sedette elegantemente circondandosi le zampe con la coda, Taehyung si alzò per riprendere i suoi boxer e la sua camicia, ma la trovò scucita e priva di quasi tutti i bottoni.

Guardò per terra e ritrovò la camicia sgualcita di Jungkook ancora lasciata ai piedi del letto e decise di mettersi quella. Sul suo colletto c'erano le tracce di costosi dopobarba e profumi, e in sottofondo l'odore familiare di Jungkook. Avvicinò la stoffa al naso, permettendosi di annusarla solo una volta, ora che era da solo. Chiuse alcuni bottoni: la camicia non gli andava particolarmente grande, Jungkook non era più grosso di lui, ma era larga sulle spalle e alle braccia, cadeva un po' troppo lunga sui fianchi. Arrotolò le maniche e riprese il gatto in braccio, decidendo di uscire dalla porta.

Si ritrovò in un corridoio ben illuminato. L'arredamento anche lì era minimalista ed essenziale, bianco, grigio e panna. A piedi nudi, Taehyung arrivò fino in fondo ad un corridoio pieno di porte chiuse, dove c'era la grande scalinata a chiocciola che portava al piano di sopra.

Scese, circospetto, e aveva i piedi freddi contro il marmo bianco del pavimento.

Il piano inferiore, come lo aveva visto la sera prima, era un grande spazio unico, ampio e senza porte. Non c'era distinzione tra gli ambienti e con uno sguardo solo, Taehyung poteva vedere tutto: l'enorme televisione alla parete e il grande divano bianco dalla forma bizzarra e dall'aspetto scomodo, la tavola da pranzo grande abbastanza per venti persone, l'ingresso spazioso e la grande cucina cromata, degna dei migliori ristoranti.

DARKER//kookvOnde histórias criam vida. Descubra agora