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Capitolo 16

Sospetto







«Jungkook, non c'era bisogno che tu venissi con me» disse Taehyung, mentre la macchina sportiva si fermava nel parcheggio dell'ospedale. «Avrei preso un taxi»

«Non dire sciocchezze» rispose l'altro, mettendo il freno a mano «Questo è il minimo»

Scesero insieme dall'auto e si diressero all'interno dell'ospedale, dove furono diretti in un'altra ala e non in terapia intensiva: Soowon era stato spostato.

Jungkook si affacciò solo un attimo nella stanza, il tempo di controllare che davvero l'agente fosse sveglio, e poi fece segno a Taehyung che avrebbe aspettato fuori. Non chiuse la porta, né camminò troppo lontano ma rimase vicino allo stipite, dove se voleva poteva comunque ascoltare la conversazione che avveniva all'intero.

Taehyung non ebbe le energie per dirgli di farsi gli affari suoi, primo perché non sarebbe servito a nulla e secondariamente, era concentrato sullo stato pietoso in cui Soowon versava. Aveva la faccia gialla, orami priva del colorito viola di quando era stato appena aggredito. Respirava da solo, ma piano e con l'affanno. Era seduto immobile nel letto e lo fissava.

«Guarda chi si è deciso a farmi una visita» disse, con voce rauca.

«Sono venuto appena mi hanno chiamato, Soowon» lo avvisò, facendo un passo avanti. «Come ti senti?»

«Come dovrei sentirmi? Sono quasi morto» l'altro uomo scoprì i denti, con un'espressione disgustata «Ma so che non ti interessa. Mi hanno detto che non ho avuto visite fin da quando mi hanno portato qui. Non ti è fregato niente di me fin ora, non te ne frega niente adesso»

«Mi dispiace» disse Taehyung, sinceramente «Ma sono stato molto impegnato. A lavoro, senza di te, ho dovuto fare tutto da solo»

«E non ti sono mancato nemmeno in quel caso» Soowon girò la testa verso la porta, dove si poteva scorgere la silhouette elegante di Jungkook che dava le spalle alla porta aperta «Vedo che ti sei trovato un altro pollo, Taehyung»

Il ragazzo osservò per un attimo Jungkook e poi tornò a guardare Soowon, ad occhi spalancati «Non è così» disse a bassa voce.

«Come se non ti conoscessi» lo sguardo del suo agente era durissimo contro di lui.

In queste settimane in cui non aveva avuto Soowon intorno, si era dimenticato com'era dover parlare con lui. Si lamentava del fatto che Jungkook facesse sempre come voleva lui ... ma Soowon era sempre stato molto peggio.

Non riceveva mai una parola gentile o di apprezzamento, solo ordini su come comportarsi e su cosa fare. Più di due settimane senza di lui e aveva cominciato ad apprezzare un po' la libertà che aveva, anche se poca. Anche se tutti i suoi pensieri e le sue energie erano perse tra Jungkook e il lavoro, anche se non aveva fatto altro che lavorare e poi tornare a casa a dormire, occasionalmente cenando con Jimin, Hobi e Yoongi, era una libertà che non aveva avuto prima.

Improvvisamente si ricordò che, fina quel momento, era sempre sulle spine aspettandosi di dover fronteggiare un Soowon insoddisfatto che voleva punirlo.

Durante qui giorni era stato così assorbito da Jungkook che si era dimenticato di come Soowon macchiava con la sua ombra le sue giornate.

Si diede dello stupido incosciente.

«Dico davvero, Soowon» ripeté a bassa voce.

«Ma per favore. Io sono in ospedale a soffrire e tu finisci in ginocchio a dare il culo al primo che ti sventola dei soldi in faccia. Sei sempre stato così»

DARKER//kookvWhere stories live. Discover now