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Capitolo 34

Angelo







Taehyung guardava fuori dalla finestra. Era una cosa che gli era sempre piaciuta fare.

Quando osservava dal vetro la vita degli altri che si muoveva intorno a lui, distante come gli uccelli che si libravano in cielo, aveva la sensazione che la sua non fosse così cattiva. Ora nemmeno la sensazione di essere solo una goccia nel mare gli dava un po' di conforto.

Con la fronte appoggiata al vetro, lo vedeva appannarsi sotto i suoi respiri. Aveva addosso una tuta che gli era stata prestata da Hobi, una coperta avvolta intorno al corpo e gli occhi scavati dal pianto e dalle occhiaie. Jimin si avvicinò a lui, mettendo una sedia davanti alla sua e porgendogli una tazza di cioccolata calda.

Era una magra consolazione e non riusciva a tirarlo su di morale. La sua mente era vuota se non per la costante, estenuante, sensazione di perdita che provava.

Si era infranto un sogno. Un bellissimo meraviglioso sogno fatto di amore, calore, sicurezza e promesse. Si era infranto come uno specchio che rivelava l'illusione in cui aveva vissuto.

E la parte peggiore era che il suo cuore ancora non voleva smettere di battere per lui. Nonostante tutto, ancora gli mancava. Kookie.

Senza Jungkook era come un pianeta senza il suo sole, vagava da solo nel buio e nel freddo. Si ripeteva che era finita, ma non poteva. Nonostante tutto quello che era successo, non poteva smettere di amarlo nonostante tutto quello che aveva fatto perché anche dopo il tradimento e dopo il dolore, sapeva che nella mente di Jungkook, era stato tutto per farlo stare al sicuro. Aveva agito in un modo orribile, ma le sue intenzioni erano sempre state buone.

«Tae-Tae?» chiese Jimin e lui alzò gli occhi. Intorno a loro c'erano anche Hobi e Yoongi che lo guardavano con pietà. Non si era accorto della loro presenza.

Taehyung non si accorgeva di un sacco di cose apparentemente.

«Puoi dirci quello che è successo?» chiese il suo amico, preoccupato «Dobbiamo chiamare la polizia?»

Scosse la testa e guardò la sua tazza colma di latte e cacao «Non servirebbe a nulla. Non c'è modo di fargli nulla». Era vero Jeon Jungkook era intoccabile e nessuno poteva far nulla.

«Sei sicuro? Se ti ha fatto male, non c'è nessun tribunale che non ti darebbe ragione» spiegò Yoongi «Jeon non è una persona nota per la sua gentilezza»

Taehyung alzò gli occhi su di lui e deglutì un boccone amaro. Ma lui lo è. Pensò. Jungkook era così dolce e gentile con lui. Le sue carezze erano sempre piene di amore, i suoi occhi sempre luminosi, le sue parole non erano altro che gentili sussurri. Jungkook con lui era completamente diverso da com'era con gli altri. Aveva pensato che solo lui poteva vedere il vero Kookie, che quello che aveva era il suo vero cuore, il suo vero amore ... ma forse Kookie era la menzogna e Jeon la realtà.

No.

Non, non riusciva a crederlo. Strinse gli occhi, ricordando il viso paffuto di un bel bambino sorridente che gli prometteva di stare sempre con lui. Quello era il Kookie che aveva sempre visto, quello che aveva sempre amato. Il giovane ragazzino intelligente appassionato di favole e poi schiacciato da cose più grandi di lui.

«Non è ... » provò a dire «Non è colpa sua. È colpa mia» ammise.

Si sentì strattonare. Yoongi si mise davanti a lui e lo prese per le spalle e lui trasalì. «No!» disse il ragazzo, convintamente «No, Taehyung! Non è mai stata colpa tua. Tu non hai mai fatto niente di male!»

DARKER//kookvWhere stories live. Discover now