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Capitolo 32

Il sogno




Taehyung era bello come un sogno, seduto nella sua macchina.

Jungkook non ci poteva credere. Era lì, con lui, e ora poteva tenergli la mano mentre guidava e non sapeva cosa aveva fatto per meritare una cosa del genere. Per meritare Taehyung. La parte assurda era che, per quanto amasse l'altro, se avesse saputo che Taehyung stava con qualcuno come lui, non avrebbe approvato. Se fosse stato solo suo amico, gli avrebbe solo detto: Scappa.

Strinse la mano intorno a quella di Taehyung e l'altro si voltò a guardarlo con i suoi occhi grandi e Jungkook respirò profondamente. Erano lì insieme, stavano andando a casa. La vecchia casa del Jeon, nella sua stanza.

Quando arrivarono e Jungkook riportò Taehyung nei grandi saloni, l'altro si fermò a guardare.

Si fermò davanti alla scalinata, e si voltò a guardare il piccolo salottino sulla destra. «Non mi pare vero» disse, avvicinandosi alla porta e Jungkook guardò la sua bella schiena allontanarsi. «Non entro qui da ... quattro, cinque anni?». Poggiò la mano sullo stipite, guardando il salottino «Non è cambiato nulla» disse, facendo scorrere il suo sguardo intorno a lui. La sua voce si fece più bassa e più triste «Sembra che da un momento all'altro la nonna entrerà dal giardino e tua madre mi chiamerà dal piano di sopra»

Jungkook si avvicinò a lui e gli accarezzò i capelli, infilando la mano nelle sue ciocche lucide e setose. Taehyung si strinse nelle spalle e si voltò a guardarlo, gli occhi un po' lucidi. «Come fai a vivere ancora qui?»

Non lo sapeva. Avrebbe volentieri bruciato tutta la casa e i ricordi che conteneva. Scosse piano la testa «Nessuno ha lasciato niente di personale in questa casa» disse, facendosi più vicino a lui «è come una conchiglia vuota. Tutto è immutabile, non c'è nulla di vissuto qui dentro. Nemmeno la mia camera lo è»

Taehyung fece un mezzo sorriso «Invece sì» disse «Qui ho vissuto i miei momenti più felici».

Jungkook aveva vissuto lì tutta la sua miserabile vita e pochi anni di infanzia ingenua non bastavano più a mascherarlo. Passò la mano dalla testa dell'altro fino al suo viso e lo accarezzò dolcemente. C'era qualcosa di più bello al mondo del viso di Taehyung? Non c'era nulla di più prezioso del suo sorriso. L'altro continuava a guardarlo e disse: «Se non sei felice qui ... perché non vai via?»

«Sarei felice altrove?» chiese, con amarezza e Taehyung abbassò lo sguardo.

«Lo spero»

«E dove?»

«Non lo so ... con me, forse?» disse con timidezza e senza guardarlo negli occhi. Lo sguardo di Jungkook si ammorbidì, al pensiero di stare con Taehyung. Forse con lui sarebbe stato felice davvero, forse con lui poteva dimenticare tutto il resto.

Si allontanarono dal salottino e andarono al piano di sopra, dove Taehyung andò con sicurezza, ricordando la strada, verso la stanza di Jungkook. Quando aprì la porta, fu sorpreso di vederla cambiata. Non c'erano più giocattoli, il letto non era più quello per bambini ma un ampio e comodo letto matrimoniale. La stanza era quello di un adulto, nemmeno quella di uno studente affaccendato. Non c'erano libri universitari in giro o poster, non c'era una scrivania. Sembrava un luogo completamente diverso da quello che Taehyung conosceva.

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