31. Why are you here?

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Un'altra settimana al servizio degli zii e del terribile cugino era passata e Harry teneva mentalmente il conto dei giorni e delle ore che lo separavano dal tornare ad Hogwarts.

Il moro rileggeva la lettera di Draco quasi ogni sera, come per sentirsi meno solo, per ricordarsi che anche se lontano da lui, il proprio ragazzo stava facendo il possibile per andare contro la propria famiglia per se stesso in primis, ma anche per la loro relazione.

Ogni tanto Harry vagava col pensiero tornando a quando lui e Draco erano estranei che nonostante non sapessero nulla l'uno dell'altro si odiavano, litigavano per ogni piccolezza, avevano duellato quando quell'incompetente di uno "scrittore" si era accollato l'incarico, fallendo.

Ancora non si capacitava di essere fidanzato con quell'insopportabile -e irresistibile- furetto Serpeverde, ma non gli sembrava strano, anzi, era quasi naturale stare con lui, le loro personalità collidevano a tal punto da stare, inaspettatamente, molto bene insieme.

Nonostante non credeva avrebbe mai pensato una cosa del genere, Harry era davvero felice con Malfoy, e di sicuro non l'avrebbe perso per colpa di suo padre o di quella Astoria.

«Harry, scendi immediatamente!» gridò sua zia Petunia.

Il moro alzò gli occhi al cielo, per poi scendere le scale fino alla cucina, da cui lo aveva chiamato la sua amorevole zia.

«Hai bisogno di me?»

«No, nessuno ha bisogno di te, proprio per questo stasera devi chiuderti in stanza e non emettere alcun suono, fingi di non esistere, verranno degli amici a trovarci e di sicuro non vorrebbero vedere te, ora vai»

Harry non rispose nemmeno, semplicemente corse nuovamente su per le scale, entrando nella "sua" camera, ovvero quella che una volta era la seconda stanza di Dudley; si sdraiò sul letto, affondando la faccia nel cuscino, il più basso che avevano in casa, perché giustamente Harry Potter, il nipote disgraziato, non meritava alcun tipo di confort.

Improvvisamente un tonfo all'interno dell'armadio lo fece sobbalzare.

Qualcuno uscì dal mobile, tenendo una mano sulla testa, che probabilmente aveva battuto.

«Dobby?! Che ci fai qui?»

«Oh Harry Potter! Dobby è venuto ad avvertirla!»

«Avvertirmi di cosa?»

«Draco Malfoy mi ha detto di venire, tu-sai-chi vuole che lavori con lui ad Hogwarts, il giovane Malfoy non poteva scriverlo in una lettera e ha mandato Dobby a riferirlo a Harry Potter, ma Dobby deve anche avvertirla di stare alla larga da Draco Malfoy se davvero lavora per tu-sai-chi!» l'elfo domestico trasalì, per poi andare a sbattere volutamente la testa contro il comodino.

«Dobby non doveva aggiungere le proprie considerazioni personali al messaggio, Dobby deve punirsi»

Harry iniziò a "urlare" seppur sussurrando «Dobby no! Smettila!» mise la mano sulla fronte dell'elfo per allontanarlo dal comodino.

«Torna da Draco e digli di cercare di essere il meno sospetto possibile, appena torneremo a Hogwarts troveremo una soluzione...»

«Va bene Harry Potter, Dobby lo farà»

Quando l'elfo stava per trasfigurarsi nuovamente, il moro lo fermò prendendogli un braccio.

«Digli anche che mi manca»

Dobby lo guardò stranito ma non fece domande, annuì e sparì dalla stanza del ragazzo.

Potion tutor || DRARRY Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora