Friendship is family (Lewis Hamilton)

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hornybadger

"Lewis Carl Davidson Hamilton, che cazzo stai combinando?" grido dal salotto, mentre sento un odore di bruciato irrompere nella stanza. Lewis, che era in cucina a combinare qualcuna delle sue, se ne stava rilassato e ridacchiava un po' mentre vedeva la mia faccia inorridita da quell'orribile puzza di bruciato.
"Ma cosa ti ridi, coglione? Vuoi farci saltare tutti in aria, oggi"
"E ma la fai sempre così difficile tu, ho soltanto bruciacchiato un po' la torta alle mele!"
"LA MIA TORTA ALLE MELE? Ti avevo chiesto di starci attenti per due secondi, non di più" ero stupita ancora una volta da come Lew potesse farmi incazzare in un nano secondo; non riuscivo proprio a comprendere come avesse potuto far bruciare la mia gustosissima torta ed ero parecchio incazzata.
"giuro, non ti parlerò mai più... ci ho messo tantissimo a farla!"
"scusa, Meli, è che ero proprio perso a guardare la partita e non ci ho pensato... ti prego, perdonami!" e come facevo a resistere alla faccia da cucciolo di Lew, che mi guardava con quello sguardo sinceramente dispiaciuto. "dai, vieni qua..." gli dissi, aprendo le braccia, mentre lui si posizionò di fronte a me. Lo abbracciai stretto, tenendo la testa sul suo petto e lui mi diede un bacio sulla testa; alzai lo sguardo e mi sorrise, con quel suo sorriso che farebbe sciogliere anche la persona più fredda al mondo.
"prometto solennemente di non rifarlo mai più e starò più attento la prossima volta... davvero"
"tranquillo, può capitare... adesso, basta con tutta questa dolcezza e mettiamoci al lavoro!"
"ehm, si... io avrei una cosa da fare, sai... quella cosa della... ehm, cosa, ecco!"
"Lewis, mettiti a lavorare e subito! Non puoi sottrarti a ciò, altrimenti, non ti darò nulla da mangiare questa sera, e sai che lo faccio!"
"uuugh, va bene... cosa dovrei fare?"
"inizia con il lavarti quelle manacce luride, poi, metti il grembiule che ti ho regalato lo scorso natale e..."
"oh, no, no, no, no! Non se ne parla, non metterò quel grembiule... è imbarazzante!"
"guarda che lo so che lo hai messo l'altra volta mentre riscaldavi una misera pizza nel forno"
"io- ok, lasciamo stare, me lo metto... allora, cosa devo fare dopo di ciò?"
"inizia a pelare le patate; prima, però, le devi cacciare dall'acqua"
"quelle cose saranno bollenti... fortuna che ci sono abituato alle cose hot" mi fa l'occhiolino mentre mostra il suo sorriso perfetto da stronzo e mi passa la mano nei capelli. Non potrei mai immaginare la mia vita senza questo soggettone, senza i suoi bellissimi capelli ricci e il suo sorriso da latin lover. Non avrei mai pensato di potermi affezionare a una persona talmente tanto da ritenerla la mia famiglia, si, Lewis è la mia famiglia. Mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati sul circuito di Spa: io ero ancora una giovane apprendista, cercavo di catturare più immagini e parole possibili per fare il mio lavoro al meglio e poi, ecco Lewis, con la sua camminata da 'guardatemi sono un figo e lo so', mi ricordo ancora il modo in cui non lo sopportavo, credendolo troppo altezzoso e arrogante. È stata una piacevole sorpresa scoprire che sotto quel sorriso e quelle treccine si nascondeva uno degli uomini più umili e più talentosi a questo mondo. Non ricordo nemmeno come siamo diventati amici, so solo che siamo rimasti attaccati l'uno all'altra fino ad ora. Sono passati esattamente 8 anni dal nostro primo incontro e, in fondo, so già che dal primo momento, ho sempre avuto il cuore debole per lui, lui che è ora il mio migliore amico e la mia casa.
"Terra chiama Meliiii, iuuuuh, ci sei?" due dita schiocchiarono vicini al mio viso, Lewis stava cercando di portare l'attenzione di nuovo su di lui.
"cosa vuoi, ora, rompipalle?"
"è così che si trattano i migliori amici? comunque, ho finito di fare quello che mi hai chiesto... ora che devo fare?"
"ti vedo volenteroso... bene, adesso prendi lo schiacciapatate e le schiacci tutte... tieni- dissi, prendendo una ciotola dallo scaffale in alto- mettile tutte qui"
"Questi sono lavori per i veri uomini" disse, flexando il bicipite e baciandoselo.
Ruoto gli occhi al cielo, e un sorrisetto divertito si fa spazio sulle mie labbra, gli do uno schiaffetto sul braccio e poi un bacio sulla guancia.
"Muoviti, che gli gnocchi non si fanno da soli, su"
"È stata la tua brillante idea di far venire 20 persone a casa per Natale, quindi, sta ai miei tempi" lo sguardo che gli lanciai bastò a farlo zittire e rimettersi al lavoro.
Rimanemmo in silenzio, con le canzoni di Natale in soffondo, preparando la cena finché Lewis si girò, e mi chiese: "allora, tu e Ricciardo, fate sul serio?"
"Lewis, stiamo insieme da 5 anni, oggi è il nostro anniversario... credo che le cose siano abbastanza serie" lo guardai con sguardo divertito e quasi contrariato, è sempre stato molto protettivo nei miei confronti, infatti quando scoprì della mia relazione con Daniel non mi parlò per una settimana finché si rese conto che si stava comportando da emerito cazzone e ritornò con la coda fra le gambe, bussando alla mia porta con le lacrime agli occhi.
"Ricciardo ride sempre, ha qualcosa da nascondere, secondo me"
"Lewis, è solo un ragazzo molto ottimista e solare... non riniz-"
"no, no, no! IO sono una persona ottimista e solare... lui è solo sorridente, mi mette ansia"
"smettila, lo so che anche tu adori quel ragazzo... lo vedo il modo in cui cerchi di non ridere alle sue battute" lui in tutta risposta mi fece una smorfia e poi la linguaccia (si, da vera persona matura qual è).
Iniziai a preparare la tavolata, inserendo le allunghe al nostro bel tavolo di legno di ciliegio, misi la tovaglia e le posate con piatti e bicchieri, creai la perfetta atmosfera accedendo tutte le lucine e l'albero. La prima cosa che mi era piaciuta di quella casa quando io e Lew venimmo a vederla fu proprio quel senso di calore e famiglia che mi ha avvolto dal primo istante. Vivere con il proprio migliore amico è un sogno, e se poi questo migliore amico ha i soldi e compra la maggior parte delle cose per la casa facendotele scegliere solo a te, beh, hai vinto nella vita.
"Meli, è tutto stupendo! Sei stata bravissima!" disse dandomi un bacio sulla guancia e uno su una mano.
"ok, allora, ho quasi preparato tutto, e manca ancora un'ora e mezza prima che arrivino gli altri, quindi vado a prepararmi..." disse Lew, mostrandomi i pollici in su.
"si, si, io rimango un po' a sistemare le ultime cose e poi corro a prepararmi"
"ok, tanto ci metto poco, così avrò anche tempo di controllare le cose e mettere l'acqua per la pasta" passo un'ora dopo queste parole famose e mi stava per venire una crisi di nervi perché mi sarei dovuta preparare anche io ma c'era bisogno che qualcuno controllasse il cibo e Lewis ancora non aveva finito di prepararsi.
"LEWISSSSSSSSSS!!!!!!" gridai a pieni polmoni finché non sento la porta della sua camera aprirsi e i passi leggeri di Lewis che scendeva per le scale.
"MA CHI CAZZO SEI? LA REGINA ELISABETTA? MA VAFFANCULO, LEWIS, MI DEVO PREPARARE PURE IO, SAI CHE ODIO FAR TARDI!"
"si ma adesso calmati, fa' un bel respiro e vatti a preparare, non ha senso perdere tempo a gridarmi contro, su" mi prese per le spalle e mi condusse alla scalinata; odiavo il modo in cui riusciva a prendere tutto così alla leggera.
Salii sopra e mi diressi direttamente in bagno, mi spogliai e aprii l'acqua della doccia. Mi asciugai i capelli appena uscita dalla doccia e decisi di lasciarli al naturale, mettendoci solo un nastro rosso tra di essi. Mi truccai velocemente e corsi in camera a indossare il tubino rigorosamente rosso che avevo comprato proprio per quella cena. Quando ritenni di esser pronta, scesi le scale e mi bloccai a metà perché la visione di Danny, che giocava con il figlio di Max e Donna, era qualcosa di dolcissimo. Scesi un altro scalino ed entrambi si accorsero della mia presenza, il mio ragazzo mi guardava con uno sguardo ammaliato. Arrivai finalmente da lui e gli diedi un bacio per salutarlo, mi diede la mano e andammo dagli altri che si trovavano nella sala da pranzo.
"Aaaaah, finalmente ce l'hai fatta... pensavo ti fossi persa nelle fogne" esclamò Lewis venendomi ad abbracciare.
"sei uno stronzo, se non ci avessi messo così tanto tempo a prepararti, forse ce l'avremmo fatta a fare tutto in tempo" roteai gli occhi ed incrociai le braccia, mentre Max mi rimproverava per la parolaccia di prima dato che non voleva che "si dicessero in presenza di bambini" e puntò il dito verso Lando.
Scoppiammo tutti a ridere e, nel frattempo, li andai a salutare tutti.
Charles e Lucrezia, vestiti sempre alla moda, mi diedero un pacco con il mio regalo e uno per Lewis.
"fanne buon uso con Daniel... lo stallone li ci sa fare" mi fece l'occhiolino Lucrezia mentre Charles la guardò indispettito.
Lance e Rebecca mi salutarono con un caloroso abbraccio ed entrambi erano stra carini con i loro outfit coordinati. Lando stava litigando ancora con Max per la battuta di prima e Vanessa cercava di rincuorare il suo ragazzo, fallendo nell'intento poiché Sebastian e Arianna la facevano ridere con delle battutine sul suo povero fidanzato. Carlos e Gaia conversano tranquillamente con Alice, Mick, Elisa e Marcus e tutti mi sorridono dolcemente mentre vado a salutarli. Kimi mi guardava felice con una bottiglia di vodka in mano, probabilmente mi stava ringraziando mentalmente per avergli fatto prendere questa serata senza moglie e figli (per quanto li adori, lui dice che ha bisogno di una pausa dalla vita di papà, almeno per una serata).
Lewis mi venne vicino e mi disse fieramente che è riuscito a cacciare dal forno la pizza rustica da solo. "Bravo, bambino, sei riuscito a fare una delle cose più basiche nella cucina ma per lo meno non ne sei uscito scottato"
"eddai, Meli, lo sai che è un obiettivo raggiunto per me" mi fa la faccia da cucciolo smarrito e gli prendo le labbra con le dita e gliele stringo, come si fa ai bambini piccoli.
Lui infastidito mi diede uno schiaffetto leggero sulla mano e mi prese il naso tra le sue dita.
"Avete tre anni o cosa?" Danny venne ad abbracciarmi da dietro e mi poggiò il mento sulla testa, Lewis lo fulminò con lo sguardo e disse: "hey, niente atteggiamenti troppo affettuosi in casa mia tra voi due"
"Lewis, quante volte te lo devo dire che sta casa la comando io, quindi non puoi prendere decisioni"
"e chi te lo dice, scusa?"
"io" risposi fermamente mentre Daniel rideva dietro di me.
"allora, io avrei un po' di fame e il piccolo Daniel sta dando di matto qui... quindi, quando si mangia?" chiese Max, mentre prendeva in braccio suo figlio Daniel.
"adesso, mettetevi a tavola, ci sono i segnaposto per ognuno di voi" disse Lewis andando a prendere posto sul tavolo di ciliegio che tanto amavo.
Mi sedetti e affianco a me c'erano i miei meravigliosi cavalieri: Kimi e Lewis. "allora, cosa ci ha cucinato lo chef, oggi?" chiese Gaia cercando di sbirciare dalle cloche. "Sara sicuramente ottimo dato che Melissa è italiana" esclamò Sebastian.
"da quando essere italiani è sinonimo di essere bravi in cucina?" chiese Lance, divertito.
"noi abbiamo la cucina nel sangue, mio caro piccolo diffidente" gli risposi.
"possiamo iniziare a mangiare, zia? ho fame" il piccolo Daniel richiamava a gran voce il suo cibo e mi affrettai ad alzare tutte le cloche per poter iniziare la cena.
Parlammo, mangiammo e ridemmo tutto insieme, come un unica grande famiglia: era tutto ciò che desideravo per Natale.
Un tintinnio distinto di una posata che sbatteva su un bicchiere richiamò la mia attenzione: era Mick che cercava di far silenzio, in maniera educata per non alzare la voce è non svegliare Daniel che, nel frattempo, si era già addormentato.
"Vogliamo che la padrona di casa faccia il discorso!" gridò a gran voce e gli altri si unirono al coro.
"Ma anche Lewis è il padrone di casa" protestai, in imbarazzo.
"Dai che sappiamo tutti che ti piace stare al centro dell'attenzione" gridò quest'ultimo beccandosi un ceffone da parte mia.
"va bene, va bene... allora, innanzitutto vorrei ringraziarvi per essere tutti qui, siete delle persone meravigliose e la mia vita sarebbe vuota senza di voi. Danny, ti amo, anche se sei un rompipalle. Lewis, non avrei potuto immaginare persona migliore per farmi da fratello, ti voglio un bene che non puoi nemmeno capire, sei tutto il mondo per me. Voglio bene a tutti qui, in questa stanza, siete fantastici. Ah, Lando, ho lasciato un po' di latte e biscotti per te, prego" finito il mio discorso, Lewis mi corse ad abbracciare e io mi sciolsi nelle sue braccia e sapevo, che in quella stanza, in quel momento, avevo tutto ciò che mi bastava per essere felice.

"Meli, dobbiamo parlare..."

CONTINUA...

Jingle drivers' bells (vol.2)Where stories live. Discover now