25th December (Lando Norris)

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Giirasole_

25th December
10:30 pm
Piccadilly Circus

« È mai possibile che devo aspettare sempre io, poi dicono che sono le donne. »

La mattina avevo trovato nella cassetta della posta una lettera in cui questo ammiratore segreto mi invitava a presentarmi alle 10 a Piccadilly Circus. Amavo quella piazza, me ne ero innamorata fin da quando mio padre mi aveva portato qui a tre anni. A Natale la piazza si riempiva di turisti e sembrava assumesse quasi un'aria magica, ma le luci e il grande albero natalizio e colorato mi affascinava ogni volta.

Faceva freddo, molto più freddo del solito clima londinese. Volevo tornare a casa, mettermi sul letto e finire le ultime pratiche che mi mancavano, ma allo stesso tempo ero curiosa di conoscere questo ammiratore segreto.

Poco dopo vidi un ragazzo avvicinarsi. Era più un uomo adulto che un ragazzo. Forse aveva sui 35 o 40 anni. Quando mi si avvicinò mi chiese se avevo visto una donna bionda, alta e che avrebbe dovuto portare gli occhiali.

Mi guardai intorno, vidi parecchie teste bionde e parecchie donne portare gli occhiali.

« Eppure le ho mandato anche una lettera, non può avermi appiedato la notte di Natale!»

Una lampadina mi si accese e timidamente porsi la mia lettere all'uomo.

« Penso tu abbia sbagliato l'indirizzo, e comunque se fossi stata la "tua" donna me ne sarei andata da un pezzo. Hai fatto più di trenta minuti di ritardo. Ah, buon natale»

Amareggiata cambiai direzione e me ne andai. Mi infilai nel primo pub che trovai aperto e mi accomodai su uno di quei divanetti all'apparenza comodi, ma freddi e tristi se ti trovavi sola, come nel mio caso.

Ordinai una tazza di tè caldo al limone. Avevo bisogno di conforto dopo l'ennesima illusione che mi ero creata.
Ma per concludere al meglio quella giornata mi mancava un bagno caldo, anzi bollente, al gusto di tè Lipton. Il cameriere si era inciampato nei suoi stessi piedi e incurabilmente mi aveva versato addosso la tazza. Fortunatamente mi ero vestita molto pesante e non rischiavo nessuna ustione, ma era incredibile come quel venticinque dicembre si fosse trasformato in un venerdì 13.

Un ragazzo si avvicinò al mio tavolo. Era distratto, stava scrivendo al telefono e urtò la teiera che il cameriere mi aveva appena portato. Inutile dire che anche questa cadde e la maggior parte dell'acqua calda finì sul tavolo, per terra e sul mio maglione bordeaux ormai fradicio. Il ragazzo senza fregarsene continuò per la sua strada, incurante del danno che aveva appena causato.

Stanca della giornata mi avvicinai alla cassa, ma il cameriere, che dalla targhetta sulla camicia notai si chiamasse David, si scusò ancora e mi disse che il servizio era offerto dalla casa, così come per entrambe le bevande. Non essendo abituata a non pagare, e sembrandomi una mancanza di rispetto, decisi di lasciare una mancia di qualche sterlina così da non andarmene come se niente fosse.

Riuscii a muovere pochi passi appena uscita dal locale, quando mi sentii afferrare un braccio. Mi voltai e nel farlo mi ritrovai davanti lo stesso ragazzo di prima che mi aveva fatto cadere la teiera e l'acqua calda addosso. In mano teneva una sciarpa, la mia sciarpa che sbadatamente non mi ero accorta di aver preso.

« Scusami, questa penso sia tua. Era sulla panca dove eri seduta tu prima. Wow, se posso, che cosa hai fatto per avere il maglione inzuppato? »

Al termine del breve discorso fece una piccola risata. Mantenni la calma e con quanta più acidità possedessi in corpo mi preparai la risposta.

« Se fossi più attento e se prestassi più attenzione a cosa ti circonda forse oggi sarebbe stata una giornata migliore per tutti. E invece al giorno d'oggi si vive solo per il cellulare. ah e grazie, sia per avermi fatto il bagno con l'acqua bollente sia per esserti così preoccupato di riportarmi la sciarpa. Ah, buon natale anche a te, spero ti versino addosso metà dell'acqua che mi hanno rovesciato addosso a me.»

Una risata quasi isterica lasciò le mie labbra, non sopportavo per niente questi comportamenti, e il modo in cui si era presentato, facendo il finto osservatore mi aveva innervosito. Avrei voluto vendicarmi, ma non mi veniva in mente niente e allo stesso tempo non volevo perdere ulteriore tempo con quel ragazzo così spocchioso e pieno di sé. Poi come un lampo di genio mi ricordai che nella borsa - più volte chiamata la borsa di Mary Poppins dalle mie amiche - poco prima di uscire di casa avevo messo una bottiglietta d'acqua in caso di emergenza. Facendo finta di niente la estrassi, la stappai e mi portai quasi alla bocca la bottiglietta di plastica, ma poco prima che quest'ultima si appoggiasse alle mie labbra, con il braccio destro feci quasi uno scatto e la spinsi verso il ragazzo. Inutile dire che la maggior parte dell'acqua gli finì addosso. Sorrisi soddisfatta, mentre lui incredulo si guardava il maglione e i pantaloni bagnati.

« Consideralo il mio regalo di Natale spocchiosetto.»

Anche lui si lasciò scappare una risata prima di parlarmi.

« Non sono spocchiosetto, sono solo Lando, Lando Norris. E tu regina delle acque, o per meglio dire, Lympha?»

« Non sono la regina delle acque, sono solo una ragazza con la testa sulle spalle a cui non vanno a genio le persone spocchiose. Ti direi di chiamarmi Eveleen, ma magari interpreti male. Quindi mi chiamo Eveleen, Eveleen Taylor, e per gli amici e per le persone simpatiche non spocchiose sono semplicemente Eve.»

Jingle drivers' bells (vol.2)Where stories live. Discover now