~Capitolo 11~

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Soon it will be over, and buried with our past

Thomas si schiarisce la gola, incerto di cosa dovrebbe rispondere.

Thomas: g-grazie ma... non volevi giocare?

Dylan avvampa, ok. Non l'aveva pensato. Thomas non riesce a guardarlo in faccia, probabilmente tra poco esplode. Gli ha appena detto che stava pensando a lui e ai suoi occhi e li aveva definiti bellissimi, è così in imbarazzo che vorrebbe coprirsi il volto con le mani, ma renderebbe tutto peggio. Dylan pensa che i suoi occhi sono bellissimi.

Dylan: si, giochiamo.

Cerca di mutilare la questione muovendo un pedone, Thomas fa la mossa successiva. All'inizio l'imbarazzo rimane, Thomas non riesce più a guardarlo negli occhi per paura che incrociando nuovamente lo sguardo con lui potrebbe lasciarsi andare e dirgli che pensa esattamente lo stesso dei suoi, ma non può, non può assolutamente.

Dylan: ehi, il cavallo era mio non puoi mangiarlo così

Thomas: non dovevi metterlo accanto alla mia torre allora

Dylan: ok, adesso mi reputo offeso, hai ucciso il mio cavallo, ti rendi conto di quanti animalisti ti andranno contro adesso?

A Thomas scappa una risatina e stavolta alza lo sguardo. In fin dei conti era a questo ciò a cui mirava Dylan, voleva che lo guardasse, perché solo dai suoi occhi riesce a capire se va tutto bene, se ancora lo vuole al suo fianco o se preferisce prendere le distanze. Come si dice: gli occhi sono lo specchio dell'anima. E da quelli di Thomas, Dylan riceve solo felicità, capendo che l'amico non lo vuole mandare via, ricambia il sorriso.

Agata: ecco a voi, scusate il ritardo, avevo altri tè da fare

Thomas: non si preoccupi

Quello di Thomas stavolta aveva un colore rosato che trasmette sicurezza, lo assaggia.

Thomas: mhh... lamponi?

Agata sorride maggiormente

Agata: è tè alle foglie di lampone

Thomas quasi si complimenta con se stesso compiaciuto e questo Dylan lo trova adorabile.

Il resto del pomeriggio giocano a scacchi, per la maggior parte del tempo Dylan si lamenta della bravura di Thomas. In realtà il biondino non è per niente così bravo, è Dylan che è incapace e non riesce a distinguere un alfiere da una regina.

Finita l'ennesima partita vinta da Thomas, Dylan si sdraia sul pouf e pensa. Hanno finito i tè da un pò e il sole è calato. Thomas si alza.

Thomas: andiamo su

Dylan si mette seduto di scatto

Dylan: dove?

Thomas alza un sopracciglio

Thomas: abbiamo una cena ricordi? col cast?

Dylan si mette in piedi velocemente

Dylam: e-emm..

Thomas lo guarda confuso

Thomas: che succede?

Dylan: no... niente andiamo

Thomas continua a non capire ma si dirigono velocemente verso il piano di sotto portando con loro le tazze vuote, le poggiano sul bancone. Poi mettono accanto ad esse i soldi.

Thomas: Molto buono grazie, ora andiamo a una cena di lavoro, ci vediamo

Agata: ma-

Dylan: ci vediamo domani

Little Talks||Dylmas||Where stories live. Discover now