Capitolo 19

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Capitolo 19

Per il resto della settimana Laura prese ad andare da Stefano quasi ogni mattina. Dopo un paio di giorni, in cui le condizioni metereologiche avevano manifestato il peggio di sé, si erano annunciate delle belle giornate assolate. L'aria era più fresca e le ore di luce minori, ma si poteva tranquillamente soggiornare ancora al mare. Tornarono alla scogliera un paio di volte. Il paese era ormai svuotato e il paesaggio era meraviglioso. Mentre si trovavano in auto, per la seconda volta verso la scogliera, Laura chiese:

"I tuoi li senti? Tuo padre ti ha detto qualcosa del fatto che ti sei fermato a stare qui?"

"Perché ti preoccupi di mio padre?"

"Non so, mi sento in difficoltà nei suoi confronti perché gli avevo garantito che non ti avrei più incontrato".

"Ma non era quello che desideravamo, giusto?"

"No, certo, ma lui si preoccupa per te. Anche tua madre... Hanno paura che tu possa soffrire... E io mi vergognerei se dovessi incontrarlo di nuovo." Vi fu una lunga pausa di silenzio. Nessuno dei due parlò, ma si potevano percepire i pensieri.

"Mio padre doveva preoccuparsi di mio fratello, di farlo sentire accolto invece di mandarlo lontano da casa, dalla sua famiglia" disse poi Stefano, con tono duro nella voce.

"Sei proprio infuriato con tuo padre, vero? Non riesci a perdonarlo..."
Le riusciva facile, con gli altri, entrare nel ruolo della psicologa.

"Stare lontano da casa mi farà bene. Pensare a organizzare la mia vita qui, ogni giorno, mi aiuterà a crescere. Mi concentrerò sullo studio. Tornerò in città solo per concordare la tesi e poi discuterla. Qui avrò te ogni volta che verrai" e mentre finiva di parlare si girò a guardarla e ad accarezzarle i capelli.

Giunsero al piazzale e si avviarono come di consueto verso il mare. Ormai erano rimasti gli unici villeggianti.

"Dai, tuffiamoci senza i costumi!" propose Stefano. Laura rise.

"Ma se poi viene qualcuno?"

"Ma non c'è nessuno! Dai, mettiamo gli indumenti vicinissimi al bordo" insistette Stefano. Ogni volta che stava per commettere azioni fuori dagli schemi Laura si sentiva un po' sciocca e un po' divertita. Quell'idea le piaceva, ma le faceva anche paura, ma Stefano aveva già deciso e si stava spogliando per tuffarsi subito dopo. Così, Laura lo seguì.
La sensazione che le procurò la loro nudità avvolta dall'acqua marina fu bellissima. Laura non faceva una cosa simile da quando aveva vent'anni. Si abbracciarono, si baciarono ancora e ancora.

"Facciamolo ancora, come quella volta" le disse Stefano a un certo punto, guardandola intensamente negli occhi. A Laura faceva un certo effetto quando lui le manifestava il suo desiderio. In quel momento, non lo vedeva più come un ragazzo, ma come un uomo a tutti gli effetti. Come diceva lui, erano semplicemente un uomo e una donna che si desideravano e lei dimenticava di essere moglie e madre.

"Sì..." disse Laura, condividendo il desiderio. Si adagiò di schiena sull'acqua e nuotò verso la costa. Stefano la seguiva. Laura risalì per prima e mentre prendeva gli asciugamani sentì Stefano lamentarsi e imprecare. Avvolta dal telo si avvicinò al bordo.

"Che succede?" gridò verso di lui.

"Niente... mi sono tagliato su una roccia". Laura lo aiutò a risalire e gli offrì l'asciugamano. Non se ne accorse subito, ma dopo qualche secondo notò che da un lato della mano destra di lui sgorgava del sangue.

"Ma è un taglio grande!" esclamò preoccupata.

"Ma no, ora smette di sanguinare" minimizzò Stefano.

Il canto delle sireneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora