Capitolo 34

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Capitolo 34

Sara non venne a casa durante le vacanze natalizie e Laura ne capì il motivo qualche settimana dopo.

 Una mattina chiamò Stefano che le rispose dopo diversi squilli.

"Ciao Laura!"

"Ciao..." rispose lei un po' a disagio. L'ultima volta che avevano parlato al telefono lei lo aveva aggredito per la storia di Sara. "Come stai? Che fai? Sei ancora impegnato con la mostra?"

"Terminiamo questa settimana. Sto bene" Laura lo sentiva un po' distante. Pensò che fosse ancora offeso per come lei lo aveva trattato.

"Pensi di venire da queste parti ?" gli chiese timidamente.

"No, non credo per ora". Seguì una pausa imbarazzante.

" Sei arrabbiato con me?" chiese ancora lei.

"No, non sono arrabbiato" e aggiunse dopo qualche secondo "Sono preso da un po' di cose". Quando un uomo argomentava in quel modo stava cercando di defilarsi. C'era qualcun'altra, pensò Laura. D'altronde lo aveva temuto che la mostra sarebbe stata occasione di incontri pericolosi.

"Quindi non ci vedremo?"

"Per ora non ti so dire... devo chiudere la mostra... poi ti farò sapere" Laura era ammutolita. Non riusciva ad aggiungere altro. Si sentiva abbastanza umiliata. Quello che le parlava era un'altra persona. Così decise di chiudere quella conversazione.

"Va bene, allora ciao".

"Ciao".

Quando chiuse la telefonata era pietrificata. Stefano non le aveva mai parlato così freddamente. Possibile che fosse risentito per come lei gli si era rivolta giorni prima? Sicuramente  era stata eccessiva, ma ora in qualche modo si stava scusando. 

Che doveva fare? Quella poteva essere l'occasione per dare un taglio definitivo a tutta la storia. Non se lo era ripetuto decine di volte?

Invece, senza ragionare più di tanto, decise di raggiungere la casa di Stefano al mare. Nel giro di pochi minuti uscì e si mise in viaggio. Il pensiero che ciò che stava facendo non aveva senso ed era un gesto immaturo le si affacciò alla mente varie volte, ma lei lo scacciò indietro ogni volta. Aveva preso le chiavi che lui le aveva regalato per Natale. Se lo ricordava, lui, che le aveva donato quelle chiavi? pensò.

Inserì nel lettore il CD che Stefano le aveva prestato,  e cercò di scacciare il sospetto che cercava di insinuarsi in lei. Quando giunse a destinazione aveva il cuore impazzito. Aveva paura di quello che avrebbe trovato.

La casa sembrava disabitata. Aprì il cancelletto sentendosi una ladra. Percorse il vialetto e arrivò al portoncino. Anche qui era tutto chiuso a chiave. Girò la chiave quattro volte e aprì. Era tutto buio l'interno. Le finestre chiuse. No, non c'era nessuno. Chiuse la porta dietro di sé e salì nella mansarda. Era rimasto tutto come aveva trovato l'ultima volta che era stata lì. Le foto di lei erano ancora appese al muro e così gli addobbi natalizi. Nulla era stato modificato. Quindi Stefano non era più stato lì, né da solo, né con qualcun altra. 

Si mosse nella stanza accarezzando ogni oggetto, ogni mobile. Passò la mano sulle lenzuola che avevano accolto i loro corpi l'ultima volta. Poi andò alla scrivania, prese carta e penna e iniziò a scrivere:

"Trovarmi da sola in questa casa che ci ha visti insieme e innamorati tante volte mi infonde tristezza e nostalgia. Ho sempre saputo che un giorno sarebbe finita tra noi due. E ho sempre pensato che fosse la cosa giusta. Ma ora... mi sento una sciocca ragazzina gelosa. Devo lasciarti libero alla tua vita. E' giusto. Non ti cercherò più. Addio"

Il canto delle sireneWhere stories live. Discover now