Capitolo 24

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Capitolo 24

Laura stava seduta davanti ad una tazza di infuso fumante. Caterina  davanti a lei  la guardava con affetto.

"E Stefano? Lo hai sentito?" chiese l'amica.

"E' da ieri sera che mi invia messaggi, ma ora non ho voglia di parlargli" rispose Laura.

"Almeno scrivigli due parole. Così si preoccuperà..." rifletté Caterina.

"Sì, hai ragione. Ora gli scrivo". Prese il suo telefono pensando a un messaggio efficace da inviare a Stefano. Scusa ma non posso parlare. Poi ti chiamo io. Stai tranquillo

"La mia parte adolescente mi spingerebbe a rifugiarmi tra le sue braccia" disse Laura all'amica   "ma quella adulta mi suggerisce di finirla qui. Il sacrificio di Lilly è un segno. Devo mettere fine a questa storia".

"Ma dai Laura!" esclamò Caterina "Non punirti adesso! Poteva accadere anche se tu fossi uscita per raggiungere un paziente o per fare la spesa".

"Ma non è accaduto mentre ero a fare la spesa!" disse Laura con tono severo "E' accaduto mentre me la spassavo con il mio amante".

"Laura stai sbagliando a punirti così... Ma non sono io che posso svegliarti da questo stato di coscienza. Devi arrivarci tu. In fondo la professionista sei tu".

Laura la guardò con occhi lucidi e l'abbracciò

"Scusami..." mormorò.

La sera prima Laura era rimasta a dormire giù in soggiorno. Con Marco non aveva più parlato. Alessio non si era fatto vivo. Stefano le aveva inviato diversi messaggi. A Mezzanotte lei aveva spento il telefono. Il mattino dopo, quando aveva sentito Marco uscire per recarsi al lavoro, era uscita dalla stanza si era cambiata ed era uscita per raggiungere Caterina. Quando aveva acceso il telefono aveva trovato un nuovo messaggio di Stefano Mi chiami appena puoi?

"Non ho voglia di tornare a casa sai? Non ho voglia di vederli" disse Laura all'amica.

"Resta qui allora" le propose Caterina. Laura non rispose, rimase pensierosa qualche secondo.

"Vado a fare due passi, tu fai pure le tue cose" disse poi all'amica.

"Va bene" rispose Caterina.

Mentre passeggiava udì il suono di numerosi messaggi che arrivavano sul suo telefono. Immaginò fossero ancora di Stefano. Quando guardò vide invece che si trattava di Alessio 

Mi dispiace. Scusami mamma  

Poi di Sara  Mamma dove sei?  Poi Marco Sara ha detto che sei uscita presto. Dove sei?

Tutti scrivevano. Nessuno aveva il coraggio di parlarle a voce. Codardi! La testa era invasa da pensieri confusi. Non riusciva a capire se provasse di più dolore o rabbia o senso di colpa. Pensò che la morte di Lilly era stata una punizione per il suo comportamento immorale. Se lei fosse rimasta a casa non sarebbe accaduto, si ripeteva. Passeggiò ancora in mezzo agli alberi. Il sole era pallido e l'aria  tiepida. Decise di chiamare Stefano. Improvvisamente avvertì il bisogno di sentire la sua voce. Lui rispose subito.

"Laura... mi stavo preoccupando! Che succede?"

"Niente... qualche discussione in famiglia" minimizzò lei "Volevo raggiungerti" aggiunse poi con voce delicata.

"Laura... Ti cercavo proprio per dirti che sono venuto dai miei per qualche giorno. Devo passare in Università e dedicarmi alla tesi" rispose Stefano leggermente a disagio.

"Ah..." esclamò Laura senza riuscire a nascondere la sua delusione. "Ma quando sei andato?" 

"Questa mattina. Mi dispiace. E' una decisione che ho preso ieri e volevo dirtelo, ma non rispondevi ai messaggi" si giustificò lui. Laura provò irritazione a quella notizia. Improvvisamente si sentì molto sola e così , con tono polemico disse:

Il canto delle sireneWhere stories live. Discover now