Capitolo 4

307 31 272
                                    

Capitolo 4

Si svegliò appena il chiarore della luce filtrò attraverso la tapparella. Erano da poco passate le sei. Quel breve tempo del primo mattino, quando ancora in tutta la casa regnava il silenzio, a Laura piaceva. Anche gli animali dormivano e si svegliavano appena lei scendeva e  tutti le andavano incontro, allegri e festosi. Erano così belli e autentici. Non pretendevano nulla. A loro bastava del cibo e tanto affetto e ricambiavano con amore eterno.

 Laura li aveva sempre amati gli animali, fin da piccola. Aveva avuto sempre la possibilità di abitare in case che disponevano di spazio aperto intorno. Quando non andava a scuola, nei periodi di vacanza, aveva tutto il tempo di girovagare per la campagna. Le capitava spesso di incontrare cani randagi senza una casa, una famiglia. Lei li invitava tutti a casa sua. Sua madre la rimproverava, ma lei, di nascosto, portava loro il cibo, li coccolava, li accarezzava. Una volta, una delle cagnette raccolte aveva dato alla luce diversi cagnolini. Laura aveva trascorso la maggior parte del tempo con quella tenera famigliola, a contemplare quei cuccioli che lottavano per farsi spazio tra le mammelle materne. Questa passione l'aveva coltivata sempre, l'aveva trasmessa ai suoi figli e condivisa con suo marito.

Tra poco Marco si sarebbe alzato. 

Laura preparò un infuso di erbe. Iniziava sempre così la sua prima colazione. In estate mangiava della frutta fresca, poi qualche fetta di pane con marmellata o con altre creme di frutta secca. Andò fuori in giardino a dare l'acqua ad alcune piante. Pochi minuti dopo Marco la raggiunse pronto per uscire.

"Allora in bocca al lupo per stasera" le disse.

Laura gli sorrise "Grazie". Quell'augurio le faceva piacere.

"Tornerai tardi?" si informò lui.

"Penso di sì. Con tutta probabilità ci fermeremo a mangiare lì. Aspetteremo che si sfoltisca un po' la situazione prima di ripartire".

"Peccato non poter venire..." lamentò lui guardandola negli occhi. Laura provò stupore e fastidio allo stesso tempo. Perché proprio quella sera tutti volevano andare con lei?

"Ci saranno altre occasioni" tagliò corto.

Marco la cinse dietro la nuca, la sfiorò con un bacio sulla fronte e poi salì in auto e andò via.

Finalmente sola. 

Raccolse tutte le idee. Ripassò mentalmente tutto il programma e iniziò a caricare in auto ogni cosa che poteva essere sistemata in quel momento: l'abito e le calzature di scena; il copione.
Preparò una torta rustica da cucinare in forno, così i ragazzi avrebbero avuto il pranzo. Lei si sarebbe mantenuta leggera. Poi, si prese cura di sé. Restò a lungo sotto la doccia, si lavò i capelli. Si depilò. S'improfumò. Si truccò, non più di tanto, ma portò i trucchi con sé.

Era quasi l'una quando si alzarono i figli, prima uno, poi l'altra.

"A che ora vai, mamma?" chiese Alessio.

"Tra un po'. Oggi organizzati con qualcuno per l'auto".

"Mah... vediamo, può anche darsi che resti a casa".  Ecco, stasera restano tutti a casa.

"Ho preparato una torta rustica. È in forno. Io mangerò qualcosina, non voglio appesantirmi troppo. Mi raccomando fate mangiare cani e gatti stasera".

"Sì sì, certo" la rassicurò Alessio. 

Li raggiunse Sara. "Che buon profumo hai!"

"Entro stasera sarà svanito e si sentirà solo l'odore di sudore". Non voleva dare l'impressione di essersi curata più del suo solito.
Prese un po' di frutta secca e fresca, dell'acqua e andò fuori in giardino. Mentre mangiucchiava, passeggiava e ripassava. Poi, rientrò per vestirsi.

Il canto delle sireneWhere stories live. Discover now