Capitolo 25

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Capitolo 25

Era ancora mattina presto quando Laura si alzò e scese giù in cucina. Sul telefono c'era un messaggio di Marco inviato intorno alle cinque. Anche lui aveva passato una notte insonne.

Torni?  chiedeva, semplicemente.

Sì, torno,  rispose altrettanto telegrafica Laura. In quel momento, amò  la cura che metteva Stefano quando comunicava con lei in situazioni difficili. La ricerca di scritti poetici, citazioni, canzoni per esprimerle quello che provava.

Aveva trascorso il resto della notte insonne e ora si sentiva esausta. Aveva fatto un sogno angosciante: si trovava sulla cima di una collina, che somigliava molto al paesaggio del luogo dove si erano recati lei e Stefano in Basilicata, perdeva l'equilibrio e mentre scivolava giù verso il fianco scosceso, Stefano, in cima sopra di lei, la guardava passivamente precipitare in basso e le diceva Chiediti che cosa ti rende felice e poi fallo. Il mondo ha bisogno di persone felici.  Come un eco si ripeteva e la inseguiva nella sua caduta. 

Si era svegliata turbata e ansimante. Forse aveva gridato o emesso suoni perché  Stefano l'aveva abbracciata. Lei non aveva più ripreso a dormire del tutto, ma era stata disturbata da continui risvegli finché si era alzata dal letto. Erano le sette. Fuori, il cielo si mostrava avvolto in un velo grigio, ma verso est, dietro le colline, si annunciava una giornata soleggiata. Non aveva voglia di tornare subito a casa. 

Salì di nuovo su in mansarda. Stefano continuava a dormire. Quella frase udita in sogno tornava a echeggiarle nella mente. Poi, rivolse l'attenzione verso la pila di appunti e fogli sopra l'enorme scrivania. Trovò Il racconto illustrato a cui stava lavorando Stefano. Lo prese e scese giù in soggiorno per leggerlo, accomodata sull'ampio divano. Sebbene il lavoro fosse ancora allo stato di bozza, i disegni erano ben fatti e si capiva che diversi di essi erano stati elaborati graficamente dalle foto che Stefano le aveva scattato. La struttura del racconto risultava ben impostata,  alcuni fatti riportati erano davvero accaduti tra loro ma poi, volgeva verso una narrativa fantastica, dove Laura tornava a essere una sirena che riprendeva la sua vita marina e Stefano si recava ogni volta alla scogliera, nella speranza di incontrarla di nuovo. Sarebbe terminato così? Era quello l'epilogo che intendeva dare alla storia? Laura ne rimase turbata. Quindi, era così che la viveva Stefano? Era lui quello che sarebbe rimasto da solo ad aspettarla? 

Si sentì molto triste per quanto aveva appena constatato. Ed egoista nei confronti di Stefano. Forse, era per questo che iniziava ad avanzare pretese verso di lei?  E non è che avesse fatto affermazioni assurde, in fin dei conti. Dal suo punto di vista, lui aveva ragione.

Ma Laura era stata sincera. Aveva paura, sì. Paura che un giorno sarebbe rimasta da sola. Stefano si sarebbe stancato di lei e avrebbe rincorso il suo futuro con una giovane donna. Marco non avrebbe più voluto saperne. I suoi figli avrebbero preso la loro strada e non avrebbero conservato un'alta considerazione della loro madre. Le venne da chiedersi se anche Marco si fosse posto tutte queste domande durante il periodo in cui la tradiva con quell'altra donna. Quando Laura aveva scoperto tutto, aveva avuto paura anche lì. Paura che Marco lasciasse la sua famiglia. Paura di rimanere da sola con dei ragazzi ancora giovani, da crescere. 

Il Mondo Ha Bisogno Di Persone Felici, ritornava l'eco nella sua mente. 

Sì, era giusto e lei ora, in qualche modo, lo era felice. Poteva rifugiarsi tra le braccia di Stefano ogni volta che ne avvertiva il bisogno e ritornare adolescente. Poteva contare sulla stabilità della sua famiglia che la vita matrimoniale le garantiva.                                                                                                  Ma poi c'era Stefano... con i suoi sentimenti, le sue aspettative, i suoi progetti. Era chiaro che quella situazione limbica non sarebbe durata per sempre.

Il canto delle sireneWhere stories live. Discover now