Capitolo 8
La mattina dopo, quando Laura si svegliò al solito orario, si rese conto che quello che occupava non era il suo letto e la stanza dove si trovava non era la sua camera.
La sera precedente si era svolta in modo inatteso. Rientrata a casa aveva fatto una doccia, si era cambiata e aveva sistemato le sue cose. I ragazzi, pronti per uscire, l'avevano salutata. Lei aveva sistemato in una borsa il necessario per l'indomani e l'aveva riposta in un armadio. Si era occupata degli animali, aveva caricato il bucato in lavatrice e poi si era dedicata alla preparazione della cena. Quando Marco aveva fatto ritorno l'aveva trovata davanti ai fornelli e l'aveva salutata abbracciandola alle spalle.
"Che profumino!" aveva esclamato notando delle pietanze a lui molto gradite. Non accadeva da mesi che lui la salutasse così.
"I ragazzi ?"
"Sono usciti, rientreranno più tardi" aveva risposto lei con una strana calma. Nel preparare la tavola aveva messo particolare cura, arricchendola con una serie di stuzzichini e mentre si dedicava a ogni piccola azione una strana serie di pensieri si era intrufolata nella sua mente.
Avevano cenato in apparente armonia. Poi, si erano sistemati in soggiorno a guardare insieme un film. A Laura non interessava molto. Stava semidistesa sul divano, la testa appoggiata su un braccio di Marco. Era stato in quel momento che i pensieri avevano preso corpo e dal corpo avevano animato la sua voce.
"Oggi con Caterina abbiamo parlato molto, ma non abbiamo ancora terminato. Sta attraversando un periodo faticoso. È piena d'angoscia. Stasera sarà da sola in casa e mi ha chiesto se posso andare a dormire da lei" disse, tutto d'un fiato, con voce morbida e gentile.
"Ma quando?"
"Mah... più tardi, quando rientreranno i ragazzi... Desidera solo non arrivare da sola al mattino".
"Va bene... se a te va..." disse lui, con poca convinzione.
"A te dispiace?" gli chiese con premura.
"Mi dispiace che dopo tu debba uscire di nuovo e metterti in strada, non sei stanca?"
"Sì, ma tanto impiegherei poco tempo ad arrivare e dopo mi metterei subito a dormire". Marco non aveva replicato e aveva continuato a guardare il film. Laura lo aveva preso come un tacito assenso, fingendo di essere interessata a quello che vedeva sullo schermo, non aveva aggiunto altro.
Verso mezzanotte Alessio e Sara erano rientrati. Marco si era addormentato. Laura, nel frattempo, aveva inviato un messaggio a Caterina
Questa notte dormo da te. Ma non è vero. Sono una pazza, lo so.
Aveva salutato i ragazzi dicendo loro che avrebbe dormito fuori e aveva pregato Sara di occuparsi degli animali l'indomani mattina. Caricata l'auto, era partita. Di Marco, non si era affatto curata.
Mentre percorreva la strada si era sentita piena di un'energia folle, altro che stanca! Si ripeteva che solo una pazza poteva fare quello che stava facendo, eppure, quello era il suo desiderio.
Arrivata davanti alla casa di Stefano aveva preso le sue cose ed era scesa dall'auto. Da fuori, si vedevano le luci accese all'interno. Al citofono, Stefano aveva risposto:
"Chi è?"
"Sono io, apri!"
"Laura..." Aveva aperto il cancello e lei era entrata. Stefano stava sulla soglia della porta. L'aveva abbracciata tirandola a sé. Tutti gli oggetti di lei si erano rovesciati a terra. Si erano baciati avvinghiati, disperati, affamati l'uno dell'altra. Si erano spogliati lì, nell'ingresso. Stefano l'aveva sollevata avviandosi verso la scala a chiocciola. Su in mansarda, si erano amati per l'intera notte.
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Il canto delle sirene
General FictionUn amore quasi proibito, se non addirittura scandaloso. Potrebbe sembrare vendetta ma è solo bisogno di riconoscimento. In alcune stagioni la vita può mostrarsi dispettosa e può ferire al punto da incrinare una sicurezza sulla quale si era basata l...