Capitolo 11.

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Louis si ritrovò una chiamata subito dopo aver visto la figura del nostro guardone sparire all'interno del bar, le parole furono dure, dirette e coincise, dopodiché solo il suono della cornetta abbassata dall'altro capo del telefono.
Il ragazzo dagli occhi azzurri naturalmente sapeva da chi arrivasse la chiamata, quindi decise di mandare semplicemente un SMS con le seguenti parole scritte: "Se si affeziona a me, farà più male".
Inviato il testo, spense il cellulare, gettandolo sul sediolino di fianco al proprio, in seguito mise in moto l'auto e tornò a casa propria, tornando a fare i propri affari tranquillamente.

Intanto il nostro cameriere aveva iniziato a prendere in simpatia anche Niall, di fatto si ritrovò a parlare con quest'ultimo della sua conoscenza con Louis. In realtà lo fece anche di proposito, per vedere la reazione del suo collega al nome del ragazzo ed anche al rapporto che stava creando con quest'ultimo. Si mostrò contento, ma soprattutto soddisfatto, però questo secondo aspetto naturalmente non poteva palesarlo a parole, motivazione per cui dopo aver dato due pacche sulla spalla del riccioluto, sospirò e scosse la testa.

-Sei proprio cotto!

-Oh no, Ni assolutamente toglitelo dalla testa. Lo conosco da due giorni e non si può assolutamente parlare di cotta! È... una simpatia, semplicemente questo.

-Ne sei attratto.

-Certo.

-Non solo fisicamente.

-Esatto.

-Sei cotto!

-No! È solo una simpatia nei suoi confronti.

-Non si è mai sentita né in cielo né in terra una cosa del genere, quindi sta zitto ed ammettilo!

-Ammettere cosa?

Ad intromettersi fu una terza voce, precisamente quella di Liam, il quale per tutta la mattinata era stato a sistemare nel retro gli scatoloni da poco arrivati di tutti gli alcolici, che avrebbero poi dovuto portare all'interno del bar, -dopo la ristrutturazione- con estrema delicatezza ma allo stesso tempo forza, data la fragilità ed allo stesso tempo peso delle varie bottiglie di alcolici. Sul serio una grande fatica, motivazione per cui si ritrovava con una canotta in cotone bianca, con degli shorts neri della nike ed un paio di scarpe dello stesso brand, nere, bianche e rosse.

-Harry ha una cotta per il tipo che l'ha aiutato quando è svenuto, si chiama Louis, ma non lo vuole ammettere ed ha detto una cosa che non si può sentire né in cielo né in terra, ovvero che prova una simpatia! Una simpatia Liam capisci? Che cazzo significa!

-Hey! È quello che provo.

Il biondo ed il moro, dopo essersi velocemente guardati, iniziarono a ridere, tenendosi persino la pancia dalle risate.
Il nostro riccioluto incrociò le braccia al petto, mettendo su un'adorabile espressione imbronciata, mentre continuava a guardare i due che, passato qualche minuto, calmarono le risate. Il moro gli diede una pacca sulle spalla, mentre tralasciava un piccolo sospiro, dopodiché senza dire una parola tornò al proprio lavoro, stessa cosa fece Niall, con un sorriso divertito dalla situazione, ma soprattutto dalla faccia ancora confusa di Harry.

Sorpassando questo dettaglio, come ogni giorno la situazione lavorativa trascorse abbastanza tranquillamente, per quello che ovviamente riguardava la clientela, per quanto riguardava l'organizzazione interna invece c'era, sul serio, tantissima confusione. Arrivavano ed uscivano dall'ufficio del signor Malik rappresentanti di aziende, che fossero per la pittura da parete, per l'arredamento, o anche per luci ed idraulica, inoltre ogni volta il nuovo titolare convocava sempre il nostro guardone quindi anche tra i camerieri ci furono delle piccole problematiche.
Nonostante tutto questo, anche questa giornata ebbe termine, prima del solito fortunatamente, dato che Zayn decise di lasciare andare tutti sapendo fosse stata abbastanza faticosa la giornata.
Dovendo andare a prendere la propria moto, Harry scrisse un messaggio a Louis:
"Hey hey! Dove sei? Ti sto aspettando, ho da poco finito lavoro. Con un po' di anticipo, sì."

La risposta non tardò ad arrivare:
"Hey Har! Sì, Zayn è mio amico e mi ha detto che avete finito prima, quindi dammi due secondi ed arrivo da te, promesso."

"Va bene :)"

Terminato il breve scambio di messaggi, il nostro guardone posò il proprio cellulare all'interno della tasca posteriore dei suoi pantaloncini, per poi aspettare l'auto di Louis, la quale già conosceva dato che la mattina era entrata in essa.
Quando la vide arrivare, bussò al finestrino, per poi aprire la portiera.
Si salutarono velocemente e, in silenzio completo, raggiunsero casa del ragazzo dagli occhi azzurri, anche se in realtà di tanto in tanto il riccioluto cercava di mantenere una piccola conversazione, la quale però non venne continuata dall'altro, evidentemente molto nervoso.

-Cosa ti succede? Che ne dici se ne parliamo a casa tua con una bella bevanda fresca che ho imparato a fare oggi al bar?

-Mh? Okay.

-È successo qualcosa a lavoro? Il tuo capo ti ha dato di nuovo troppe cose da fare?

-Basta domande!

-Oh... certo, mi dispiace scusami.

Dopodiché, neanche Harry proferì una sola parola, questa fu la motivazione per cui una volta arrivati a casa Tomlinson, il nostro guardone prese velocemente le proprie cose, per poi correre nel garage, dispiaciuto per i comportamenti del ragazzo, il quale non era mai stato, neanche minimamente, aggressivo nei suoi confronti. Era questo quello che apprezzava più del ragazzo dagli occhi azzurri: la sua capacità di preoccuparsi sempre, di conservare nei suoi confronti piccoli gesti di dolcezza, parole di conforto e carezze, tante carezze.
Era la prima volta che lo vedeva... rude, nei suoi confronti, anche quando chiuse la porta di casa alle spalle del riccioluto lo fu.
Non riconosceva più ciò che aveva conosciuto in quei due giorni, quindi mise velocemente il casco, salì in sella alla propria moto e tornò a casa.

Per poter alleggerire i propri pensieri, decise di riprendere la propria "abitudine", quindi si preparò velocemente un panino, lo mise in un piccolo sacchetto e lo caricò all'interno della propria auto, insieme ad uno zainetto con le solite cose che portava con sé ed anche quella volta prese il quadernetto.
Una volta nella sua postazione da gioco, nella periferia, iniziò a descrivere qualunque cosa, interrompendosi però all'arrivo di due figure: una sconosciuta, mentre un'altra che scendeva da un'auto sulla quale era salito qualche ora prima.

-Sto facendo quello che vuoi, perché cazzo mi hai convocato?

-Tu devi distruggerlo psicologicamente.

-Che cosa c'entra in tutto questo, è solo un inutile ragazzino.

-Non è lui che dobbiamo colpire.

Dopo, dei gemiti di dolore, la figura più piccola delle due a terra a causa dei colpi ricevuti. Il nostro guardone non poté fare nulla, se non aspettare che, dopo essersi ripreso, tornasse a casa da solo.

In che guaio si stava cacciando?

Mini angolo autrice.
Oggi ho postato decisamente molto prima rispetto al solito, ma spero vi piaccia sia il capitolo che la storia in generale! Bacini.
-Id.

Watcher||Larry StylinsonМесто, где живут истории. Откройте их для себя