Capitolo 29.

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-Cazzo.

-Haz? Sei tu?

-Sì Loueh, mi sono rovesciato tutto il caffè addosso...

-Potrei assaggiare.

-Ma smettila!

Risero entrambi, alzando i bicchierini e la caffettiera, ormai vuoti, da terra.
Pulirono tutto quanto e dopo si diressero nello sgabuzzino.

-Spogliati, passati addosso queste salviette e poi quando andiamo a casa mia ti lavi per intero.

-Quando hai deciso che andiamo a casa tua stasera?

-Ora. Su muoviti, altrimenti diventi tutto appiccicoso.

-Dovrei togliere anche i boxer, puoi uscire?

-Hai vergogna di me Haz?

Il nostro guardone non rispose, semplicemente arrossì alle parole dell'altro, volgendo poco dopo lo sguardo al pavimento. Il ragazzo dagli occhi azzurri, leggermente dispiaciuto per la cosa, uscì dalla piccola stanza, lasciandolo così da solo.
Il riccioluto quindi si spogliò, passò sul proprio corpo delle salviette imbevute e prese dei vestiti di ricambio, che avevano sempre lì, per emergenze come quella.
Appena pronto, uscì e si avvicinò a Louis, al quale diede un veloce bacio sulla guancia. Quest'ultimo sorrise intenerito al gesto, per poi fargli cenno col capo di dover tornare a lavoro. Riguardo quest'ultimo, passarono ancora all'incirca tre ore e prima che si concludesse anche quella giornata.
Al termine di essa, chiusero il bar ed uscirono tutti quanti dal suo interno, andando ognuno a casa propria.
Non tutti in realtà, dato che Harry, il designer e Liam si diressero nella piccola zona periferica, per poter parlare indisturbati. Il primo dei tre, spiegò che in quel luogo ci fossero molte persone che avrebbero potuto ascoltare, quindi sarebbe stato decisamente più sicuro rimanere a parlare accanto alle auto, inoltre a bassa voce. Fatta questa premessa, spiegarono quanto avesse detto loro Robin la sera precedente, omettendo alcuni particolari di cui si sarebbero dovuti esclusivamente occupare loro due.

-Ho ascoltato Zayn e Niall in ufficio oggi, loro sono ancora con Marcus.

-Lo avevamo capito, semplicemente non possiamo dirgli nulla e dobbiamo stare attenti per qualsiasi cosa.

-Va bene, allora torniamo ognuno a casa propria?

-Noi due andiamo a casa mia Payno, vedi di non fare telefonate improvvise.

Il nostro guardone spalancò gli occhi e, con tale reazione, fece ridere i due ragazzi, che dopo essersi salutati, salirono in auto.
Una volta all'interno della jeep, misero le cinture di sicurezza e partirono per arrivare a casa.

-Che vuoi per cena?

-Che dici di fare una pizza?

Il ragazzo dagli occhi azzurri accettò la proposta e guidò verso casa propria.
Quando arrivarono, parcheggiò e con un'immensa dolcezza, che fece arrossire l'altro, si occupò di staccare la cintura al riccioluto. Dopodiché scese dall'auto e gli aprì la portiera, così da poterlo guidare fino alla porta di casa, la quale aprì con le proprie chiavi.
Entrambi, appena entrati, tolsero le scarpe, iniziando a camminare scalzi per arrivare alla cucina, era decisamente più fresco stare con i piedi a diretto contatto col pavimento freddo.
Iniziarono così a prendere i vari ingredienti per la pizza, ovvero la farina, dell'acqua, olio e lievito, inoltre per i condimenti presero della semplice salsa, con mozzarella ed una fogliolina di basilico.
In una ciotola misero i vari ingredienti, sporcandosi un po' con la farina sul viso ed appena finito lasciarono riposare l'impasto, ci sarebbe voluta all'incirca un'oretta, quindi abbandonarono la stanza in cui erano, per dirigersi sul grande divano ad isola, collocato nel salotto.
Si misero stesi su di esso ed il nostro guardone precisamente era tra le gambe del più grande, entrambi a petto in alto.
Il tocco delicato di Louis, tra i ricci del nostro cameriere, fece chiudere lentamente gli occhi a quest'ultimo.

Watcher||Larry StylinsonWhere stories live. Discover now