Capitolo 43.

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Il mattino seguente, il ragazzo dagli occhi azzurri rimase stupito nel vedere il nostro guardone dormirgli accanto. Sorpreso perché non ricordava in realtà quanto fosse avvenuto la sera precedente, ma contentissimo allo stesso tempo ed anche affascinato, per la sua incredibile bellezza. Non poteva smettere di ammirare come le sue labbra rosse fossero schiuse, le sue ciglia chiuse, il naso leggermente arrossato a causa del raffreddore e come il sole freddo invernale accarezzasse il suo zigomo sinistro, mentre mostrava i riflessi dorati dei suoi capelli ricci e castani.
Era stupendo ed in quel momento si rese conto che in realtà un po' guardone lo fosse anche lui, oltre che inquietante, ma lo trovava fantastico e quello che lo fece sentire ancora meglio fu notare come avesse ancora il proprio peluche accanto, oltre che la propria maglia a mezza manica, nonostante il freddo che faceva.

-Mh, Lou? Sei sveglio?

Il riccioluto sussurrò, con la voce rauca mattutina, senza ancora aprire i propri occhi. L'altro sorrise, accarezzando lentamente i suoi capelli, avrebbe tanto voluto lasciarlo dormire ancora un po', però vedendo fossero le sette e sapendo quanto fosse preciso il più piccolo a lavoro, decise di accarezzare delicatamente la sua spalla, sussurrando al suo orecchio un delicato buongiorno.

-Devo andare a lavoro, vero? Mio dio che noia.

-Amore alzati, dai. Andiamo a fare colazione.

-Dobbiamo parlare io e te, non lo abbiamo fatto da quando ci siamo visti.

-Ti sei appena svegliato, magari lavati, vestiti, mangiamo e ti porto io in un posto carino per fare colazione, poi parliamo.

-Lou, parliamo un attimo chiaramente, stabiliamo la situazione. Non è tornato tutto come prima, non accadrà mai e lo sai, certo potrà andare molto meglio, ma devi tenere in considerazione che potrebbe andare peggio. Inoltre prima che arrivassi, ho da poco conosciuto Br-

-Dici quel nome e vado a staccargli le palle.

Risero entrambi, divertiti dalle parole dette, forse con troppa, spontaneità dal più grande.

-Però sai che è così.

-Certo che lo so Haz, io sono tornato qui solo per rivederti, non ho niente che mi lega a questo posto, se non te. Anche da lontano, ma voglio essere partecipe di come tu possa andare avanti, anche senza di me. So che può sembrare masochista...

-E lo è.

-Però ti amo e ne ho bisogno. Ho bisogno di sapere se stai bene, se ti succede qualcosa di bello o brutto ed essere felice o triste con te, anche se non posso starti accanto.

-Io...

-Ne parliamo dopo, tranquillo, mh? Ora andiamo a prepararci e facciamo come ti avevo detto. Tranquillo, veramente.

-Va bene, va bene.

Si alzarono dal letto ed uno alla volta andarono in bagno, forse spiando dalla toppa della porta, o forse no.
Si lavarono ed indossarono dei vestiti comodi, il designer per il semplice motivo che dopo esser stato col riccioluto sarebbe semplicemente andato a casa propria, lavorando da lì, mentre quest'ultimo al bar aveva assolutamente bisogno di stare comodo, oltre che al caldo.
Misero quindi delle tute e dopo, quando furono pronti completamente, andarono nell'auto del più grande tra i due.
Il viaggio du silenzioso, ma non allo stesso modo di qualche mese prima, dove non si parlava per il semplice motivo che ci si intendesse anche senza dir nulla, bensì era un silenzio fatto di preparazione dei discorsi, o comunque sul farsi un'idea di essi e di quello che si sarebbero detti successivamente.
Fortunatamente però, dopo una decina di minuti arrivarono in quel locale, si misero a sedere ed ordinarono la colazione, appena il cameriere andò via, iniziarono a parlare.

-Haz, mi dispiace, però devo raccontarti tante cose-

-Voglio parlare prima io. Riprendiamo il passato e poi non ne parliamo più, chiaro? Quando è venuta a mancare tua sorella, hai avuto più di una settimana di tempo, da solo, senza farmi una telefonata, per poter apprendere la notizia ed io assolutamente non ti do torto! Capisco quanto sia stato doloroso e mai, mai mi permetterei di dirti che non avresti dovuto farlo. Ma tu con me sei stato un cazzo di stronzo, Tomlinson. Avevo perso mio padre da tre, ripeto se non ti fosse chiaro, tre ore e tu hai avuto le palle di urlarmi contro e dirmi anche che stessi esagerando!

-L'ho fatto di proposito.

-Peggio ancora! Ma tu capisci quanto per me fosse importante averti accanto in quel momento, io ti amo ed avevo bisogno di te!- Realizzando cosa avesse detto, si corresse. -Ti amavo.

-Bene, okay. Io ti amo ancora, però se mi lasci spiegare magari, ti faccio capire che non sono poi così tanto stronzo.

-Vai allora, parla!

-Primo, calmati. Secondo, ora ti dico tutto... poco prima che arrivassero Niall, Liam e Zayn, mi aveva telefonato il mio avvocato, lui è praticamente il padre del mio ex fidanzato, non so se ricordi, comunque lo lasciai per poter continuare a stare con te ed il resto della storia lo conosciamo. Mi disse che avevo un enorme debito, ma che me lo avrebbe saldato solo se avessi sposato suo figlio.

-Oh bene, quindi mi vuoi dire che sei sposato?

-Cosa? No! Sono stato due mesi a Manchester per avere lavoro extra e quindi un pagamento più veloce, non essendo più in brutti affari, finalmente in realtà, ho dovuto guadagnare i soldi lavorando. Ci ho messo due mesi ed ho fatto il possibile per poter estinguere il debito. Ci sono riuscito e volevo tornare per vederti, anche se tu non mi vuoi più... specialmente ora che hai conosciuto quel tipo.

-Perché mi hai detto tutte quelle cose? Non mi hai raccontato la verità? Mi hai ferito un sacco e se tu avessi spiegato tutto questo, certamente io avrei capito!

-Ho pensato fosse meglio farmi odiare, nel caso in cui non fossi riuscito a pagare il debito sarei dovuto rimanere lì ancora per molto più tempo e forse arrivare anche a nozze, quindi effettivamente sarebbe stato di gran lunga meglio se mi avessi dimenticato, anche se non volevo, perché assolutamente volevo tornare da te.

-Se tu mi avessi detto queste cose...

-No, avresti dovuto aspettare e saresti anche stato peggio per me, l'attesa è molto peggio della perdita...

-Lo so ma-

-Non importa, conosci chi vuoi conoscere e sta tranquillo.

E proprio quando si parla del diavolo, ecco che ne spuntano le corna, di fatto il ragazzo in questione, Bryan, telefonò al nostro guardone.

Watcher||Larry StylinsonWhere stories live. Discover now