Capitolo 33.

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Harry e Louis arrivarono al campeggio all'incirca tre ore dopo la partenza, si trattò di un viaggio tranquillo, dove chiacchierarono per tutto il tempo in modo piacevole, anche di argomenti frivoli. Completamente inconsapevoli di quanto stesse accadendo parallelamente al bar, quindi tranquillissimi per quella loro piccola gita. Si sistemarono nel piccolo spazio di natura: dopo aver parcheggiato l'auto, presero da essa la tenda ed i borsoni, sistemandosi al di sotto di una grande quercia. Presero della legna e formarono un piccolo mucchio, che sarebbe servito la sera per poter avere della luce ed anche calore, dato che le serate di agosto sono sempre state più fresche rispetto ai primi mesi estivi.
Portarono i sacchi a pelo all'interno della tenda, insieme anche ai vestiti di ricambio.
Una volta finita l'organizzazione dello spazio in cui si erano fermati, presero un adorabile cesto da picnic, scelto dal più piccolo proprio perché assomigliasse un po' a quelli che si vedono nei film e da esso tirarono fuori dei porta pranzo, con dei panini ripieni di insalata, prosciutto cotto e della scamorza. Stapparono una bottiglia di birra, iniziando successivamente a mangiare.

Il pomeriggio passò in modo tranquillo, si diressero verso un piccolo lago nelle vicinanze e dopo essersi spogliati completamente, dato che non pensarono affatto di portare dei costumi, iniziarono a fare una nuotata serenissima. Quando furono effettivamente un po' stanchi di nuotare, si avvicinarono l'un l'altro verso la riva del lago, stando abbracciati.

-Avevi ragione, avevamo bisogno di una giornata da soli.

-Visto? Qui posso toccarti il culo e vederti nudo senza che gli altri disturbino!

-Louis! Hai letteralmente rovinato la mia idea di giornata romantica!

-Ti amo, lo sai.

Si guardarono entrambi, spalancando gli occhi per la sorpresa, perché il più grande non si rese conto delle proprie parole, data la naturalezza di esse ed il più piccolo per ragioni ovvie, dato che si trattò di una dichiarazione praticamente.
Per i primi minuti letteralmente non dissero nulla ed iniziarono a guardare ovunque, tranne che l'uno e l'altro. L'imbarazzo prese le redini della situazione, quindi decisero di far finta come se nulla fosse avvenuto e tornare a nuotare nel lago. Dopo un'altra mezz'oretta passata in quel modo, uscirono, aspettarono di essere asciutti e quando lo furono completamente, si rivestirono all'interno della tenda.

-Facciamo il gioco del silenzio adesso?

-Io non l'ho detto di proposito.

-Non è una cosa brutta, non capisco perché avresti dovuto dirla di proposito o meno.

-Perché non ci ho pensato, poi è una cosa che dico anche ai miei amici per scherzare, quindi cioè...

-Cioè un cazzo, quindi mi stai dicendo che alla fine sono come uno dei tuoi amici e questo non significa nulla per te. Cioè sarebbe stato, seriamente, più carino dire che in realtà non provi quel che dici!

-No Harry! Non stai capendo, te lo giuro io-

-Zitto. Un'altra parola di troppo e mi incazzo veramente, rimaniamo qui per cenare, però subito dopo andiamo via.

-Ma dai...

-Stai parlando ancora? Oh, ho detto basta. Chiuso il discorso.

-Scusa...

Il nostro guardone si sentì tremendamente in colpa nel vederlo così dispiaciuto, però comunque era offeso, quindi non avrebbe cambiato subito idea e certamente non si sarebbe scusato.
Dopodiché, a seguito di questa discussione, rimasero seduti fuori la tenda, non calcolandosi per la maggior parte del pomeriggio, fino a quando non arrivò una telefonata dal padre del riccioluto, il quale gli spiegò che di lì a cinque giorni avrebbe avuto un incontro con Marcus, motivo per cui sarebbero assolutamente dovuti venire anche loro due e Liam, così da poter stare tutti quanti coperti per qualsiasi evenienza. Sapevano già il piano la nostra coppia, la quale lo organizzò un paio di giorni prima, quando capirono che il titolare ed il ragazzo biondo non sarebbero stati dalla loro parte.

-Ha chiamato mio padre, ha detto che tra cinque giorni dobbiamo mettere in atto il piano. Ha un incontro con Marcus.

-Va bene... Harry, possiamo parlare?

-Inizio a prendere la carne e la fornacella*, così cuciniamo la cena.

-Okay.

Rispose solamente il ragazzo dagli occhi azzurri, sospirando dispiaciuto per le parole, in modo freddo e distaccato da parte dell'altro ragazzo. Quest'ultimo a seguito delle proprie parole, prese gli oggetti da lui citati e si sistemò accanto al mucchio di legna, iniziando a preparare la carne.
Una volta finito, porse la fetta all'interno di un piatto anche al designer, il quale in silenzio la prese ed aspettò l'altro per poter iniziare a mangiare.
Non accesero il fuoco, essendo che alle otto di sera il sole stava appena tramontando in quel momento, non ce n'era una effettiva necessità di tenerlo acceso.
Terminato il pasto, iniziarono a sistemare le cose all'interno sia della cesta, che nel borsone, praticamente pronti per poter tornare a casa però, il più grande decise di fermare il riccioluto, tenendolo per le spalle.

-Okay, adesso mi ascolto perché non mi sta bene che noi andiamo via. Ci siamo già rovinati una gran parte della giornata per una stupidaggine ed io non voglio.

-A te sembra una stupidaggine? Stiamo parlando dei nostri sentimenti Louis! Come può essere una stupidaggine? Per me è veramente importante e non mi sta bene che tu mi abbia detto quelle cose, io...

-Ora stai tu zitto, perché se non mi lasci parlare ti giuro che ti lascio qui da solo.

-Ma io-

-Ma stai parlando ancora?- disse imitando il modo in cui gli rispose il pomeriggio. -Oh, ho detto basta, ora parlo io. Certamente non avrei voluto dirtelo così! Cioè, so quanto sia importante per te, mi hai fatto dei discorsi che sono durati ore su questa cosa e sì, li ho ascoltati tutti, anche quando credevi di star parlando da solo, io ti ho sempre ascoltato, ogni tua parola, movimento e tutte le minime cose che non immagini. So quanto tu ci tenga ed io ero serio quando ti ho detto prima che mi è uscito in modo naturale, non di proposito. Ti conosco, è quasi un mese che ci conosciamo ed io non volevo dirtelo così, nudi, col pisello che galleggia in un lago, mentre ti stringo il culo. Però è stato spontaneo, anche se poi ho detto un mare di cazzate. In realtà posso dire a mia discolpa che avevo paura di averlo detto in un modo così tanto leggero, tanto da non farmi prendere neanche seriamente.

-Va bene Lou, tranqui-

-Oh no, fammi finire. È il mio turno di parlare adesso, quindi finisco quello che voglio dire.

-Vai.

-Ti amo, davvero però eh. Volevo dirtelo in un modo più carino, magari durante una bella cenetta, dove naturalmente avrei ordinato del cibo da un ristorante perché sai che sono un incapace in cucina.

-Ti amo. Mi vai bene anche incapace, tranquillo.

-Ma vedi un po' te! Mi aspettavo anche un finto "ma no, tranquillo non sei un incapace"!

-Louis, perché ti vuoi prendere in giro?

-Hai ragione, effettivamente... va be', rimaniamo a dormire qui? Dai.

Rimasero a dormire lì, contenti entrambi per aver ammesso quello che effettivamente avevamo capito già da un po'.

Mini angolo autrice.
*non so se si chiami fornacella, ho cercato su internet e dalle foto mi è uscito l'oggetto che intendevo, quindi non so se voi lo chiamiate in un altro modo o meno.

Buon pomeriggio! ^3^
-Id.

Watcher||Larry StylinsonWhere stories live. Discover now