Capitolo 44.

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Il nostro guardone prese il cellulare, osservando il nome del ragazzo su di esso, ovvero "Brian" seguito da una stellina.
Non sapeva neanche lui la vera e propria motivazione per cui decise di mettere quell'emoticon invece di un cuoricino, o una semplice x, forse perché l'unica persona che aveva segnato in quel modo in rubrica, era il ragazzo dagli occhi azzurri che gli sedeva di fronte, il quale in silenzio, passava lo sguardo dal più piccolo al cellulare, sperando non rispondesse.
Continuò a non dire nulla, specialmente nel momento in cui arrivarono le ordinazioni da loro fatte, quindi si mise semplicemente a mangiare, silenziosamente, ma tenendo sempre l'attenzione sui gesti dell'altro, che intanto non si decideva a rispondere.

-Non rispondi?

-Io... non so se rispondere.

-Ormai ti frequenti con lui, hai iniziato ad avere le tue nuove conoscenze, rispondi forza. Ti tiri indietro?

-No, è che io...

-Tu? Uh? Dimmi, su.

-Fottiti.

Rispose semplicemente al designer, per poi scorrere il dito sul tasto verde, così facendo, iniziò a sentire la voce del ragazzo dall'altro capo del telefono, che dopo averlo salutato allegramente, gli raccontò quanto avesse fatto la mattina. Cosa che in realtà chiese il riccioluto la sera precedente, quindi non detto sulla base del nulla, dato che doveva sbrigare un servizio particolare ed al nostro cameriere veramente interessava. Quel suo interesse però, in quel momento era completamente sparito, perso in due occhi azzurri, così tanto belli, ma che non vi descriverò per non cadere in banalità.
Era così preso, che quando iniziò a fargli delle domande, rispose semplicemente di sì, senza sapere in realtà cosa gli venne chiesto.
L'altro, dal canto suo, era veramente divertito e soddisfatto nel vedere che, per quanto stesse parlando al telefono con la persona che si stava frequentando, la sua attenzione era completamente rivolta su di sé. Però non era abbastanza, voleva, di fatto avvicinò la propria mano alla sua, passando l'indice prima sugli anelli e dopo sulle dita, fino ad arrivare alle vene che aveva sulla mano. Il più piccolo era completamente perso, quindi salutò velocemente, spostò la mano e mise essa, insieme al cellulare, nella tasca del cappotto.

-Ma che cazzo fai?!

-Mio dio, come sei drammatico, non ti ho toccato il cazzo, ma la mano.

-Ma io-

-Vuol dire che sei veramente perso per me se ti viene duro con così poco.

-Louis! Uno, non mi è venuto duro, due, ero a telefono!

-Chi ti capisce è bravo.

-Tu evidentemente non lo sei, oppure fai lo stupido per non andare in guerra.

-Spiegami esattamente il significato di questa seconda frase, per favore.

-Mia nonna lo diceva sempre, fai finta di non capire quando in realtà sai pure troppo.

Il più grande sorrise divertito, pagò il conto e senza rispondere alle parole del riccioluto, che sapeva perfettamente fossero vere, si alzò dalla poltroncina su cui era seduto.
Vedendo che l'altro non faceva nulla, gli porse la mano, facendogli cenno di doversi alzare, quest'ultimo ricevette il messaggio, si alzò, ma tutto fece tranne che accettare la mano del designer, che leggermente offeso dal gesto, sospirò e lo accompagnò all'interno della propria auto.
Sapendo quanto il nostro guardone fosse puntuale a lavoro, immediatamente partì con l'intento di arrivare al The Accident Bar.
Quando arrivarono, parcheggiò l'auto e lo accompagnò all'interno del locale, sotto l'attenzione di tutti i camerieri, compreso anche il titolare, che in realtà rispetto a tutti gli altri non fu molto interessato alla cosa.
In realtà in generale non era molto interessato alla presenza del ragazzo, semplicemente perché dopo che questo partì si ripromise di non averci più nulla a che fare.

-Hey Tommo, come mai qui?

-Ciao Niall, niente ho accompagnato Haz, se ti va bene mi potresti fare un-

-Prende sempre lo stesso, lo faccio io, tranquillo. Sei noioso Tomlinson, ci sono così tante varietà di caffè e tu vuoi sempre lo stesso, sempre un doppio espresso amaro. Che poi è quello più pesante! È veramente forte e non capisco come tu possa berlo sempre.

-Se mi piace una cosa mica lascio perdere, potrei anche non bere caffè per due interi mesi, ma se tornassi a prenderlo, sceglierei sempre quello.

L'irlandese veramente fece grande fatica per non ridere, dovette trattenersi in tutti i modi possibili, perché per quanto fosse carino ciò che voleva far intendere il designer, ovvero fargli capire che anche se fosse stato lontano dal nostro cameriere per tanto tempo, lo avrebbe sempre scelto di nuovo, era divertente. Specialmente immaginare il ragazzo dagli occhi azzurri per due mesi senza un caffè, certamente sarebbe diventato uno stressato e principalmente per questo cercava di trattenersi dal ridere: nella propria mente erano partite le immagini del ragazzo che urlava e correva per la stanza alla ricerca di un caffè.

-Cosa c'è di divertente?

-Non sai stare un minuto senza caffè! Sei andato di matto l'ultima volta che ne hai bevuto uno solo per tutta la giornata!

Ed appena concluse la frase, scoppiò letteralmente a ridere, ricordando quel giorno in cui, a causa del lavoro non poté muoversi dall'ufficio del titolare ed avendo bevuto un solo caffè, iniziò a dare di matto per tutta la stanza. Al ricordo, anche il riccioluto iniziò a ridere, in realtà rise perché era più la risata del biondo ad essere divertente, rispetto al fatto in sé per sé.

-Okay okay! Sono dipendente dal caffè, senza non so starci.

Disse questa frase fissando per tutta la durata di essa il più piccolo, dritto negli occhi. Quest'ultimo calmò le risate, sentendo le proprie guance accaldarsi e data questa sensazione era certo, al cento per cento, che esse si fossero colorate di rosa.
Non rispose, semplicemente preparò il caffè: prese la mocha e la mise nella macchinetta, quando fu pronto sentì il forte odore, che il riccioluto trovava pungente ed allo stesso tempo fantastico. Lo versò in una tazzina e lo diede al proprio cliente, iniziando subito dopo a pulire il bancone, sistemando al di sotto di esso i vari piatti e bicchieri.
Intanto ascoltava l'irlandese ed il designer parlare sul mestiere del secondo, se da quando si fosse trasferito avesse o meno trovato lavoro e cose simili.

-Stasera che dite di uscire tutti insieme? Tutti e cinque intendo, io, tu, Liam, Zayn e Haz, mh?

-Per me va bene, chiedi ad Harry.

-Harry non può, stasera esce con me, gliel'ho detto stamattina a telefono.

Ed in quel momento, il ragazzo dagli occhi azzurri mai provò così tanta non sopportazione nei confronti di una persona, mentre il nostro riccioluto, si sentì un vero idiota.

Watcher||Larry StylinsonDonde viven las historias. Descúbrelo ahora