Capitolo 32.

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Dopo aver salutato tutti al bar, la nostra coppia tornò a casa del più piccolo.
Per il ritorno dovettero ritornare sulla moto, ma questa volta fu decisamente più calmo, dato che il nostro guardone aveva ben capito come dovesse guidare per non far morire l'altro dall'ansia.
Parcheggiò, si tolsero i caschi e scesero, dirigendosi all'interno dell'abitazione.

-Devo dirti delle cose, piccoletto, ascoltami tu okay?

-Certo Loueh.

-Domani non andiamo ad una spa, ho paura che Niall avendoci sentito lo dica a Marcus e possa farci qualche spiacevole sorpresa. Dalle stelle alle stalle, ma a te farebbe piacere andare a fare campeggio? Siamo sicuri di essere soli ed inoltre che non possano trovarci. Mi dispiace tanto, davvero, ti giuro però che ci organizzerò una giornata alla spa, purtroppo non sarà domani.

-No amore, capisco, anzi assolutamente tranquillo.

Il riccioluto poggiò le mani sulle sue spalle ed iniziò a baciarlo, lentamente, con dolcezza. Sentì intanto la presa dell'altro scendere dai propri fianchi, dirigendosi verso il basso di essi. Il suo tocco era deciso, ma allo stesso tempo attento e questa era una delle caratteristiche che seriamente adorava del ragazzo dagli occhi azzurri.
Quest'ultimo lo prese in braccio, portandolo poi nella sua camera. Lo poggiò sul letto e gli abbassò i pantaloncini neri, per poi giocare con l'elastico dei suoi boxer.
Quando sentì il più piccolo sospirare, ghignò soddisfatto ed abbassò l'intimo, portò una mano ad avvolgere la sua intimità, così da fargli formare l'erezione. Per farlo non ci mise molto, subito si eccitò, quindi oltre la mano, portò anche le proprie labbra sulla lunghezza, avvolgendolo completamente.
Il riccioluto stava praticamente morendo dal piacere e di fatto venne veramente in poco, specialmente per il fatto che stava aspettando già da un po' questo momento.

-Buono, piccoletto. Anche se il tuo cazzo certamente non è piccoletto. Che ordiniamo da mangiare?

-Cucino io Lou, ti va della pasta?

-Volentieri, andiamo su.

Il nostro guardone, dopo essersi risistemato scese al piano di sotto con il designer ed iniziarono insieme a preparare la cena, per quanto impedito fosse quest'ultimo, riuscirono a preparare qualcosa di veramente buono: fusilli, con crema di zucchine e scaglie di parmigiano. Semplice, ma efficace.
Si misero a tavola ed iniziarono a mangiare, gustandosi il pasto.

-Sono molto contento dell'inaugurazione del bar, non vedo l'ora.

-Anche io piccoletto.

-Sono contento di averti conosciuto e di vedere non solo che io sono riuscito ad avere amicizie, ma che anche tu con Zayn abbia legato di più.

Alle sue parole, il ragazzo dagli occhi azzurri quasi si strozzò con il boccone che ebbe appena fatto.
Dopo un paio di colpetti sulla schiena ed aver bevuto dell'acqua, si sentì immediatamente meglio.

-Sì, vero Haz. Ho avuto occasione di conoscerlo meglio.

-Ne sono contento, so che vi volete bene.

-Già...

-Che dici di andare a riposare? Sono veramente stanco.

Alla domanda, il più grande annuì, così pulirono prima tutta la cucina ed infine si diressero al piano di sopra, nel piccolo letto singolo del nostro guardone, il quale dopo essersi spogliato, si mise sotto le coperte, letteralmente addosso all'altro. Quest'ultimo in realtà non fu dispiaciuto dalla cosa, anzi, la trovò come una scusa per poterlo tenere stretto a sé, nonostante l'eccessivo caldo estivo.
Dormirono per tutta la notte in quella posizione ed il mattino seguente, quando si alzarono, insieme prepararono i borsoni per quella giornata che avrebbero passato in campeggio.
Presero del cibo, le tende ed i sacchi a pelo, oltre naturalmente i vestiti di ricambio e tante bottiglie d'acqua.
Appena finito di caricare le cose nell'auto del ragazzo dagli occhi azzurri, partirono per questo piccolo posto sperduto, godendosi il lungo viaggio nella piacevole e silenziosa natura, che infondè immediatamente tranquillità ai due.

Intanto però, nell'ufficio del signor Malik la situazione non sembrò delle migliori.
Verso le sedici, si presentò Marcus all'interno del locale, sotto lo sguardo impaurito dell'irlandese e curioso di tutti gli altri.
Una volta sedutosi di fronte al titolare, ebbe inizio una conversazione veramente intensa e quasi snervante.

-Bene, Zayn, come mai mi hai chiamato nel tuo ufficio? Inoltre disarmato, come se avessi potuto farvi qualcosa!

-Signor Knight, io volevo chiederle di rinunciare all'incarico. Sono stato incapace e non mi ritengo in grado di poter finire tutto questo, l'unica cosa che mi propongo di fare è qualcosa per poter saldare questo mio, mi passi il termine, voltafaccia.

-Oh Zayn, non me lo aspettavo da te, cos'è successo? Ti sei rammollito anche tu?!

-No signore, voglio solo impegnarmi a portare avanti questo bar e per farlo al meglio non posso portare avanti il progetto. Lei sarà sempre il benvenuto qui, per affari o per qualunque cosa lei voglia fare. È un efficace punto di incontro, la posizione anche è strategica, inoltre abbiamo anche organizzato una sala riservata nel box che ho comprato qui accanto.

-Bene, allora se le cose vanno così, io una cosa da chiederti ce l'ho.

-Bene, mi dica anche.

-Mhmh, non si dice niente a parole, sai meglio di me che qui i muri anche hanno le orecchie, mi sbaglio?

-Non si sbaglia signor Knight.

Alla risposta del titolare, l'uomo prese carta e penna, scrivendo cosa esattamente avrebbe voluto. Successivamente a ciò, senza dire nulla, si alzò ed uscì dall'ufficio e fece un saluto, con un cenno di capo, al biondo, il quale seriamente stava prendendo le proprie mani a morsi per quanto stesse accadendo.
Quando il ragazzo fu certo che il capo se ne fosse andato, letteralmente corse all'interno dell'ufficio dall'amico, mettendosi seduto di fianco a quest'ultimo, che per una delle rare volte in tutta la sua vita, si mise disperatamente a piangere.
Tra le lacrime, cercò di spiegare comunque quanto si fossero detti.

-Gli ho spiegato le cose, ovviamente non ho detto che fosse per salvare i rapporti con Louis, ma per il bar. Se avessi detto la verità sai come mi avrebbe combinato, però ecco non sembrava affatto soddisfatto! Mi ha lasciato questo bigliettino chiedendomi il favore che gli ho promesso e Niall, ti giuro, non ho coraggio di aprirlo.

-Zayn... stiamo facendo la cosa giusta. Ne sono sicuro, okay? Riusciremo a toglierci da questo grande impiccio, io te lo prometto. Però ora apriamo questo pezzo di carta, altrimenti non capiremo mai quanto è grave la situazione...

-Niall, aspetta! E se fosse peggio di quanto è già? Io non voglio... io amo Louis come se fosse sangue del mio sangue e non voglio assolutamente fare del male a lui, tanto meno ad Harry! Sono felicissimo stiano insieme e nel vederlo stare bene, non voglio fargli male...

-Se non apriamo il bigliettino, non lo sapremo mai.

Al che, il ragazzo aprì il pezzo di carta e quasi sbiancò, per il forte dispiacere dovette tenersi sulla sedia, temendo di poter scivolare da essa.

-Non devi far male a nessuno di loro due.

-Ma se hai avuto una reazione del genere, certamente qualcosa di buono non è!

-È peggio ancora Zayn.

Dette queste parole, mostrò il bigliettino al ragazzo con cui stava parlando, mostrando il contenuto di esso: una L ed una R, di mezzo il disegno di una pistola, puntata verso la seconda lettera.

Watcher||Larry StylinsonWhere stories live. Discover now