Capitolo 49.

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Il mattino seguente, il designer aprì gli occhi e sorrise, intenerito, nel vederlo dormire tra le proprie braccia, così tranquillo, come se fossero stati in una campana di vetro che li allontanava dal mondo esterno.
Iniziò ad accarezzargli lentamente i capelli, lasciando dei baci prima sulla sua fronte, dopo sulle sue palpebre ancora chiuse ed infine sulle labbra. Voleva svegliarlo, ma non voleva essere sgarbato o fastidioso, riuscì in quel modo nel suo intento.
Il ricciolutò sorrise, stringendo le braccia intorno al busto del più grande ed aprì poco alla volta gli occhi, guardandolo mentre continuava ad accarezzargli i capelli.
Lo trovava bellissimo anche visto dal basso.

-Buongiorno Lou.

-Buongiorno Haz, dormito bene?

-Benissimo, da quanto sei sveglio?

-Poco, tranquillo. Facciamo colazione ed andiamo, che dici?

-Stiamo un altro po' qui, dai.

-Va bene, va bene, ma dobbiamo lasciare la camera entro mezzogiorno.

Il più piccolo non rispose, semplicemente rimase accoccolato tra le braccia dell'altro, che intanto continuava nel dargli carezze ed attenzioni. Al nostro guardone piaceva così tanto tutto ciò e non riusciva a realizzare come avesse fatto a starvi senza per tanto tempo, ne necessitava sempre ed ogni giorno di più. Lo voleva al proprio fianco, ne aveva bisogno.
Voleva vederlo felice, consolarlo quando sarebbe stato triste e divertirsi con lui, voleva la sua rabbia, la sua angoscia, la sua spensieratezza e la sua leggerezza. Qualsiasi parte della sua personalità gli sarebbe andata bene, perché ne era innamorato e non solo della sua allegria, ma di ciò che era, completamente, a trecentosessanta gradi.
Il più grande d'altronde pensava lo stesso, voleva recuperare tutto il tempo perso e mostrargli il proprio amore, anche se per parlare di esso sarebbe stato un po' presto, dato che da poco si erano ritrovati e certamente non voleva mettere in difficoltà il suo piccoletto, anzi, voleva godersi la situazione e non ritornare come prima, ma molto meglio.

In un modo o nell'altro, tra coccole e baci, dovettero però alzarsi entrambi da quel letto così comodo, difficile da abbandonare.
Si vestirono, dato che indosso non avevano nulla, ed il ragazzo dagli occhi azzurri chiese la colazione in camera. Aspettarono seduti sul letto, iniziando a parlare del più e del meno, di cosa avrebbero fatto appena tornati a casa e cosa avrebbero fatto insieme. Parlarono tranquillamente anche quando arrivò la colazione in camera, si sistemarono sul letto e chiacchierarono allegramente anche mentre mangiavano.

-Mh Lou, quando torniamo a casa dobbiamo dire a Niall che-

-Niall?

-Eh sì, mi ha chiesto di dirgli quando potevamo andare a casa sua per una pizza tutti insieme, ci saranno pure gli altri camerieri e B-

-No!

-Bella... sua cugina.

-Ah, sì certo. Va bene, allora.

-Mio dio sei un gelosone! Hai sentito soltanto la lettera B e sei partito di quarta!

-Io non sono geloso, semplicemente mi sta sul cazzo, non lo sopporto proprio, ti giuro mi innervosisce.

-Sì, mhmh, quindi non è perché era attaccato a me ogni secondo, ma perché proprio non lo sopportavi, a pelle, uh?

-Sì! Esatto, a pelle proprio, la pelle che teneva attaccata alla tua io gliela stacco, la-

-Smettila! Va bene così, tranquillo Lou.

Il più piccolo rise e dopo poggio le proprie labbra delicatamente sulle sue, a stampo, il più grande sorrise al gesto, ma non gli bastò, di fatto lo avvicinò nuovamente a sé, iniziando a baciarlo lentamente. Si staccarono poco dopo, quando si resero conto che ormai si stesse facendo troppo tardi e quindi dovessero assolutamente lasciare la stanza.
Presero i due zaini, misero al loro interno i vestiti della sera precedente e quando furono pronti, uscirono mano nella mano dalla stanza, diedero le chiavi alla hall, presero un caffè velocemente al bar ed in fine andarono nell'auto del più grande, iniziando il viaggio che al massimo sarebbe potuto durare un'oretta all'incirca, nulla di non piacevole, o noioso, anzi.

-Oh cazzo Lou! Ieri non ci hai pensato proprio, ma se ci fossero delle telecamere nell'ascensore?! Pensa se ci fossero! Cazzo che figura di merda!

-Eh?

-Non so se hai una memoria breve termine, ma ieri nell'ascensore mi hai toccato il cazzo avanti a tutti ed anche a delle probabili videocamere. 

-Ah, be' anche se ci fossero, ti ho solo toccato, non abbiamo fatto nulla di... osceno, tutto in camera. Quindi non penso effettivamente possano esserci problemi.

-Ma speriamo, altrimenti ti giuro mi sotterro.

-Ma sta zitto, non ci andremo mai più lì, quindi di che ti preoccupi.

-Ma che risposte sono! Sei esagerato Tomlinson.

-Mhmh, sta zitto, lo so che mi ami.

Disse ridendo, ma la frase non fece ridere l'altro, che da parte sua non disse nulla e si finse indifferente. Si ritenne un po' offeso dal suo mutismo dopo quelle parole, insomma, non dovevano correre, ma i sentimenti comunque erano quelli, già c'erano e già si erano dimostrati di provarli. Non capiva il vero motivo per cui non avesse risposto alle sue parole, o tanto meno riso, se lo avesse fatto certamente l'atmosfera non si sarebbe appesantita come in quel momento, sarebbero stati molto più tranquilli e soprattutto felici. Gli dava fastidio tutto ciò, perché avevano passato una serata perfetta, un risveglio quasi da film, come potevano rovinare tutto per una frase detta così, campata in aria.
Però niente, nulla avrebbe potuto riportarli all'allegria di qualche minuto prima, alla leggerezza, quindi rimasero in silenzio fino a quando non arrivarono al bar.
Lì si salutarono, dandosi un veloce bacio sulla guancia, che in realtà venne fatto più per abitudine che per il gesto in sé per sé.

-Hey riccio, dovresti essere felice e pimpante, che ti è successo?

-Ho fatto una stronzata Ni! Ti giuro, non volevo effettivamente prendermela, però me la sono presa ed infatti sono venuto al turno di mattina, nonostante dovessi venire a quello di pomeriggio con Lou...

-Sentiamo dai.

-Stavamo scherzando su quello che è successo ieri sera.

-Che poi devi raccontare.

-Sì, tranquillo, comunque stavamo parlando e lui mi dice proprio "ma smettila, lo so che mi ami" ed io subito muto.

-Ma sei idiota! Avresti potuto ridere! O solo sorridere!

-Ho rovinato tutto, mi sento tanto in colpa...

-Mio dio ma non capisco se mi avete confuso per il vostro cupido personale o siete così stupidi, ma così stupidi, che c'è bisogno per forza di me per risolvere i vostri problemi personali! Lo sapete vero che io non posso starvi dietro per tutta la vita? Cioè, ho ventitré anni e vorrei farmi i cazzi miei di tanto in tanto, ma no!

-Bugiardo! Non ti dispiace farti i cazzi nostri.

-Questi sono dettagli, ora pensiamo alla vostra situazione, imbecille.

Mini angolo autrice.
Scusatemi tanto se non sto aggiornando regolarmente, però sto avendo dei mini problemini con le cose da dover studiare a scuola, oltre che con la connessione internet. Quindi niente, spero vi piaccia!
Bacini. ^3^
-Id

Watcher||Larry StylinsonWhere stories live. Discover now