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Le mani che aiutano
sono più sante
delle labbra che pregano
-Robert Green Ingersoll-

Clifton, Arizona

-Ti dispiace se passiamo un attimo da casa mia? Devo lasciare giù lo zaino, se vuoi puoi farlo anche tu e riprenderlo prima di tornare a casa- Harry annuì e i due iniziarono a camminare in direzione della casa di Sky. -Con chi vivi?- domandò il ragazzo. Sky teneva lo sguardo basso osservando le sue converse andare avanti e indietro sulla ghiaia. -Con mia madre- lui aggrottò le sopracciglia. -Solo con tua madre?- lei annuì. -Si, i miei genitori hanno divorziato, per questo motivo sono venuta qui con mia madre, lei voleva allontanarsi-. La ragazza alzò lo sguardo su di lui mentre Harry calciava un sassolino. -Tu invece?- lui la guardò e riportò lo sguardo davanti a sé. -Con i miei genitori. Sono figlio unico, se è quello che voleva sapere- i due ragazzi girarono la via che li avrebbe condotti a casa di Sky, suonarono il campanello e il cancello si aprì con un "clac". -Vieni?- lui fece spallucce. -Non voglio entrare nei quartieri poveri- lei alzò gli occhi al cielo. -Sei un vero cretino- lui scoppiò a ridere. -Dai, sto scherzando, andiamo- Harry fece per entrare in giardino, ma Sky lo fermò mettendo una mano all'altezza del suo stomaco, la ragazza era sicura che sotto le sue dita ci fossero le linee nere della farfalla. -C'è mia mamma dentro, non parlare, okay? Non si sa mai che cosa può uscirti dalla bocca. Entriamo, mettiamo lo zaino giù ed usciamo, è chiaro?- Harry annuì con un ghigno. Sky era sicura che sua madre avrebbe potuto tenerlo segregato in casa per un interrogatorio. Avrebbe potuto anche cominciare a raccontare cose imbarazzanti su di lei e con un Harry Styles non era proprio il caso. -Mamma?- lei spuntò dalla cucina e si bloccò quando vide il ragazzo alto come un ciclope alle spalle della figlia. -Chi è il tuo amico?- domandò immediatamente. Sky stava per rispondere, ma avrebbe preferito sprofondare quando si vide il ragazzo oltrepassarla, si piazzò davanti ad Amelia e agitò la mano per salutarla. Lei mise velocemente la mano sulla sua spalla per richiamare la sua attenzione e domandargli -Quale parte di "non parlare" non hai capito?- a denti stretti, Harry sogghignò divertito. -Volevo solo salutarla gentilmente!-,-Sei un idiota, Harry!- lui fece un'espressione grata. -Me lo dicono spesso, grazie- Sky aggrottò le sopracciglia. -E io dovrei uscire con te?- lui fece una smorfia ferita. -Era solo un'uscita di cortesia, non montarti la testa- anche se non l'avrebbe mai ammesso a sé stessa, quella frase la fece sentire una completa stupida. Era ovvio, era solo gentilezza la sua, Sky non doveva dare così tanta importanza alla sua richiesta di vedersi dopo la scuola, che sia per studiare o per bere qualcosa o per un gelato. Ad ogni modo, non poteva mostrarsi imbarazzata alla sua affermazione, cercò solo di rispondergli per le rime. -Allora se rifiuto sei contento?- solo in quel momento Sky si rese conto della differenza di corporatura tra lei e Harry. Le sue spalle così larghe impedivano addirittura la vista della madre dietro di lui, era quasi inquietante. -Non puoi rifiutare, no. Voglio vederti ridere- la bocca di Sky si aprì per lo stupore, perché avrebbe dovuto vederla ridere? -Che cosa ti interessa se rido?- all'improvviso si rese conto che Amelia, probabilmente, era ancora li ad ascoltare la conversazione, che diventava più imbarazzante ogni secondo. -Non ho mai visto una vera risata tua, ma scommetto che è bella- Sky sbuffò esasperata. -Non avrei dovuto farti entrare!-,-Sarei entrato da solo- la ragazza sentiva l'irritazione aumentare dentro di lei. -Perché?- lui fece spallucce. -Perché mi piace confrontare casa mia con quella degli altri- Sky si trovò a non sapere che cosa rispondere, quel ragazzo era a dir poco strano. Senza aggiunger altro, Harry si voltò verso Amelia che, come sospettava Sky, li stava ascoltando leggermente scossa. -Piacere mamma di Sky, sono Harry Styles. È bella questa casa, è diversa dalla mia- Sky alzò gli occhi al cielo, le sembrava ovvio che fosse diversa da quella di Harry, che idiota. Non capiva se cercava di prenderla in giro oppure era serio. Amelia si trovò a dover stringere la mano del ragazzo, titubante. -Ehm... grazie giovanotto- a quel punto, la ragazza decise che doveva farla finita con quella situazione. Si posizionò tra Harry e la madre. -Mamma, lui è pazzo-,-Non è vero, non lo sono- si difese il ragazzo. -Si, credimi, completamente. Comunque dovevamo solo lasciare giù lo zaino, andiamo a bere qualcosa e torno a casa- Amelia mise le braccia conserte sul petto. -Mi stai dicendo che vai fuori con un ragazzo che reputi pazzo?- wow, Sky pensò che detta ad alta voce risultava con meno senso di come appariva nella sua testa. -Non si preoccupi signora, con me è perfettamente al sicuro, non permetterei mai che le accadesse qualcosa. La riporto a casa io- a queste parole, Sky si sentì mancare. Questa volta non c'era derisione nel suo tono, sembrava incredibilmente serio, Amelia era quasi convinta ed era davvero una cosa improbabile. Ad ogni modo, la ragazza prese per il polso Harry trascinandolo fuori casa. -Le hai detto che sono pazzo!- Sky sentì un ghigno crescere sul suo volto, era soddisfatta almeno di qualcosa. -Adesso pensa che io lo sia davvero!- la ragazza gli diede una spinta. -Harry, tu lo sei- smise di parlare quando si accorse che non si sentivano più i suoi passi dietro di lei. Un istante dopo le sue mani erano sui fianchi di Sky, si trovò con la schiena schiacciata contro il tronco di un albero e il corpo di Harry era appoggiato al suo. Sky pensò che il suo cuore lo avrebbero sentito anche in Amazzonia, sia per la sorpresa che per qualcosa d'altro, qualcosa che non sapeva decifrare. Quando Sky alzò lo sguardo incontrò due iridi profondamente verdi, era la prima volta che aveva l'occasione di vederli così da vicino. Intorno alle pupille c'erano dei puntini più scuri. -Sono pazzo, si?- Sky rabbrividì al suo fiato caldo sulle labbra e scosse la testa. Deglutì. L'angolo della bocca di Sky si piegò in un sorrisetto appena accennato e quello riportò la ragazza a pensare alla prima volta che aveva visto Harry. Metteva un po' di soggezione, ma mai come quando era andato a prenderla in classe. Gli occhi del ragazzo erano divertiti, la fronte corrugata e di conseguenza, le sopracciglia aggrottate. In un secondo Harry abbandonò il contatto con il corpo di Sky e la ragazza si trovò improvvisamente avvolta da un brivido di freddo. -Vieni o resti li?- chiese il ragazzo ridacchiando. -Si, vengo- Sky lo raggiunse ancora stordita. Continuarono di qualche passo, la ragazza non si sentiva più perfettamente a suo agio. Perché Harry aveva fatto quella sceneggiata? Lei non lo sapeva, ma non era comunque stato tanto male. -Ehi, Cosa, non parli più. Ti ho scandalizzata?- la ragazza lo guardò bieco. -Mi piacciono i tuoi occhi- confessò imbarazzata, lui sorrise sinceramente. -Anche i tuoi non sono male- lei si sentì arrossire. -Ti dirò più avanti che cosa ne penso davvero- lei aggrottò le sopracciglia. -Di che cosa?- Harry infilò le mani nelle tasche dei jeans. -Dei tuoi occhi- lei si sentì ancora più confusa. -Che vuoi dire?- Harry non rispose e la ragazza decise che forse, era meglio cambiare discorso.

Quando entrano all'interno della tavola calda, Sky fu felice di sentirsi circondare da una piacevole aria calda. La piscina e il tuffo improvviso le avevano messo del freddo nelle ossa che non si decideva ad abbandonarla. -Vieni qui- la ragazza seguì Harry e si sedettero ad un tavolo quadrato, illuminato da una luce blu. Passarono pochi minuti prima dell'arrivo del cameriere, Harry ordinò una birra, Sky andò su qualcosa di più leggero. -Dai, una birra equivale ad un analcolico, non puoi dire che sia "forte"- lei alzò gli occhi al cielo. -Sei non sei abituato a bere si, è forte- lui ridacchiò derisorio. Il cellulare del ragazzo vibrò sul tavolo, lui lo sbloccò con le sopracciglia corrugate. Sky prese un piccolo spavento quando si rese conto che Harry, era sbiancato, letteralmente. -Oh mio Dio- lei iniziò ad essere realmente allarmata. -Harry, stai bene?- lui chiuse gli occhi facendo ricadere la testa indietro. -No, no, no, no! Per niente, oh, ci voleva solo questa!- Sky sentì il suo battito cardiaco accelerare per la preoccupazione. -Harry parla, che cosa è successo?!- lui puntò lo sguardo in quello spaventato della ragazza. -Domani devo andare dal dentista, Sky!- la bocca di lei si spalancò, non sapeva esattamente per che cosa. -Ma sei scemo?- lui si strofinò le mani sul volto. -Tu non capisci, sono terrorizzato dal dentista!- lei alzò gli occhi al cielo imprecando. -Mio Dio, Harry, pensavo fosse successo davvero qualcosa!- lui scosse la testa, aveva gli occhi lucidi. Sky non capiva se era serio o se la stesse prendendo in giro. Non poté fare a meno di notare delle pagliuzze colorate nei suoi occhi, date dalla luce sopra alle loro teste. -Ti prego, non ridere di me- Sky decise di lasciar perdere per un attimo gli occhi che le affollavano la testa da meno di una settimana. Era serio almeno sembrava. -Non ho intenzione di ridere di te, sei davvero così preoccupato?- lui sgranò gli occhi. -Preoccupato? Tu non capisci, a prescindere dal fatto che saresti dovuta venire da me a studiare, ma io sono completamente terrorizzato da quel luogo, non ho paura di niente, meno che del dentista- Sky voleva ridere, le veniva da ridere, sembrava un bambino, lo sembrava veramente. -No, io annullo l'appuntamento, non potranno fare niente se dico che devo studiare- Sky appoggiò la mano sulla sua per fermarla da prendere il cellulare, le sembrò di ricevere una scossa attraverso le dita, al contatto con la sua pelle. Anche lui per un istante inchiodò lo sguardo su di lei, sembrava sorpreso. -Non puoi annullare l'appuntamento, se hai un appuntamento vuol dire che altrimenti avresti mal di denti ed è uno dei mali peggiori. Devi andarci, non è niente di che, forza, sei grande e grosso, fatti coraggio!- Harry la guardò con espressione di supplica. -Non ci voglio andare, ti prego!- lei scosse la testa senza permettergli di perdere il contatto visivo con lei. -Se ti ci accompagno io ci andrai?- lui si bloccò, come se fosse stato messo in pausa. -Ma dici davvero?- Sky annuì, rendendosi contro troppo tardi di quello che aveva detto. -Vuoi accompagnarmi dal dentista?- detto da lui sembrava terribilmente stupido. -Non voglio vederti contorcerti dal mal di denti e potrebbe succedere se non ti presenti all'appuntamento, quindi... si, ti posso accompagnare io, poi se avanza del tempo studiamo un po'- lui ci pensò su un attimo sbuffando. Poi però, annuì. Lei ridacchiò. -Ti avevo detto che sei pazzo- Harry non rispose, era senza espressione. Il cameriere arrivò poco dopo con le ordinazioni e ripresero a parlare come se nulla fosse successo.

Londra, Inghilterra

-Per l'amor del cielo, Sky, svegliati!- la ragazza spalancò gli occhi con il cuore a mille e puntò velocemente gli occhi sulla madre, inginocchiata di fianco al divano, la scuoteva per un braccio. La vide tirare un sospiro di sollievo. Sky si guardò intorno, si sentiva terribilmente persa, come se avesse dormito durante un lungo viaggio e non capisse in che luogo si era svegliata. -Oh mio Dio, Sky. Mi sono spaventata a morte! Da quando dormi così profondamente?- da quando sogno capelli ricci e fossette, avrebbe voluto risponderle. -Non lo so, stavo solo dormendo... bene- Amelia si alzò sospirando. -Devi vestirti, o farai tardi a scuola-. Sky annuì appoggiando i piedi per terra. Si portò una mano sulla fronte e chiuse gli occhi. Harry, ecco che cosa comparve sotto le palpebre abbassate. Harry, e Vanessa e Louis. Forse era stato il cambio d'aria al suo arrivo a Londra che l'aveva fatta impazzire? Non sapeva darsi una risposta, ma forse doveva parlarne con qualcuno, o sarebbe esplosa. Magari avrebbe potuto raccontarlo a Vivian, o a Brigit. Poi le venne un lampo ed improvvisamente si sentì cedere. Carly, si era dimenticata di chiamarla o scriverle. Si sentì improvvisamente una persona orribile, aveva dimenticato la sua migliore amica. Ecco con chi ne avrebbe parlato, lo avrebbe fatto il pomeriggio stesso, dopo scuola. Aveva bisogno di parlarle, di sapere come stava e di riallacciare i rapporti con qualcosa che era sicura fosse reale. Ma che cosa le avrebbe raccontato? Oh, giusto: le avrebbe detto che stava vivendo praticamente due vite e quella che sognava, era più reale di quella effettivamente reale. Semplice, no?

The Lightning |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora