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La gioia più grande
è quella che non era attesa.
-Sofocle-

Clifton, Arizona

Harry entrò in casa dopo aver ringraziato Niall per il passaggio. -Mi sembra strano non doverti accompagnare dentro a gattoni- gli aveva detto il ragazzo, nonostante avesse ridacchiato, Harry era rimasto a pensarci: era vero, non aveva bevuto neanche un goccio di alcol. Gli avevano passato la bottiglia, e lui l'aveva messa a terra. Non gli sembrava giusto, Sky stava facendo di tutto per essere la ragazza di cui lui aveva bisogno, per piacere a sua madre e mostrarsi degna di entrare in casa. Lui voleva essere degno di lei e quello, significava cambiare. -Oh, eccoti- Harry portò lo sguardo su sua madre, era in camera, sul letto una valigia aperta. -Che stai facendo?- il ragazzo aggrottò le sopracciglia, stava facendo la valigia. Perché? -Vieni qui un attimo, devo parlarti- lui si avvicinò sedendosi sul materasso. -C'è qualcosa che non va?- le sospirò. -Sai, da quando tuo padre è entrato in ospedale e ci ha lasciati, è successo quello che è successo. Al lavoro c'è un disordine incredibile, devo risistemare le cose- Harry odiava sentirla parlare di suo padre come una cosa finita, vecchia. Sapeva che non poteva fare niente per riportarlo nella loro vita, ma voleva comunque che Anne mantenesse il suo ricordo vivo, detestava il fatto che facesse finta di dimenticarlo. -Devo partire, Harry- lui alzò un sopracciglio confuso. -Passerò qualche tempo in Francia, dove ci sono i nostri fornitori e i nostri collaboratori maggiori, da qui non riuscirei a controllare tutto da sola. Non appena si saranno risistemate le cose tornerò qui- la bocca di Harry si aprì, doveva partire anche lui? -Mamma, io non posso partire, non voglio farlo!- lei gli sorrise appena. -Harry, calmati. Sto parlando per me, tu pensi di potertela cavare per un po' da solo?- lui sospirò sollevato. -Non sono più un bambino, certo che me la caverò- la donna annuì. -Ti lascerò i soldi che ti serviranno, le carte per prelevare e tutto il resto, che chiaramente non devono essere usate per idiozie. Sto riponendo la mia piena fiducia in te, okay? Non mi deludere ancora- il ragazzo annuì. -Sai che non lo farò- ed era vero. Finalmente aveva di nuovo la fiducia di sua madre, non l'avrebbe più barattata con niente la mondo. -Quando parti?- Anne riprese a riempire la valigia. -Domani mattina- Harry si alzò dal materasso, si avvicinò alla donna e le scoccò un bacio sulla fronte. -Torna presto- la donna sorridendo gli accarezzo la guancia. -Promesso-. Harry si ritirò in camera sua e attaccò il cellulare al caricatore. Aveva voglia di vedere Sky.

Londra, Inghilterra

Quando Sky aprì gli occhi, non si sentì pervadere dalla malinconia della realtà come le altre volte. Al contrario, sentì un sollievo che non percepiva da un tempo infinito. Si guardò intorno e scorse l'ora sull'orologio del salotto. Erano le due e mezza del mattino. La luce che proveniva dalla cucina richiamò la sua attenzione e alzandosi, trovò sua madre seduta al tavolo con una tazza tra le mani. Doveva essere camomilla. -Scusami, non volevo svegliarti- la ragazza scosse la testa e si sedette sulla sedia di fianco alla sua. -Stai bene?- Amelia annuì tenendo gli occhi fissi sulla tazza. -Devo parlarti- la donna portò lo sguardo sulla figlia. -Mi dispiace, mamma. Non avevo il diritto di comportarmi con te come ho fatto ultimamente- sua madre sembrò confusa. Sky era agitata. Se quello che aveva sognato non fosse quello che realmente era successo? -Cominciavo a non sopportare l'idea di non sapere alcune cose della mia vita, ma adesso ho capito- Amelia scrollò le spalle. -Che cosa hai capito?- Sky chinò il capo. -Ho capito quella "situazione complicata" di te e papà, il buco nero che riempiva gran parte della mia infanzia, non c'è più- Amelia sgranò gli occhi e si sentì impallidire. -Che cosa vuoi dire? Tu... ti ricordi?- Sky annuì. -Si, ma non ti preoccupare. Sto bene, mamma. Sto più che bene, meglio di quanto sia sempre stata. Ricordo quella specie di aggressione, quella notte, da parte... degli uomini che odiavano papà. Che lo sfruttavano, più che altro- dall'espressione di consapevolezza che ricopriva il volto di sua madre, capì che era tutto vero. -Quindi ricordi davvero- Sky annuì di nuovo. -Devo chiamare il dottore?- Sky aggrottò le sopracciglia. -No! Non voglio più che parli con lui, è tutto finito. Adesso che so posso andare avanti, capisci?- Amelia sospirò. -Mi dispiace non avertene parlato, avevo paura che tu non fossi pronta- Sky pensò che quella che non era pronta, era sua madre, non lei. -Va tutto bene. È finita, non voglio più parlarne- sua madre prese il mento della figlia tra le mani lasciandole un bacio sulla fronte.

The Lightning |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora