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C'è per tutti noi la possibilità
di un grande cambiamento nella vita
che equivale
più o meno
a una seconda possibilità di nascere.
-Anonimo-

Clifton, Arizona

-Manca ancora molto?- Harry sbuffò di nuovo. -No, Sky.- lei alzò gli occhi al cielo. -Lo hai detto non so quante volte nell'ultima mezz'ora- lui prese un respiro profondo cercando di mantenere la calma, lo stava irritando. -Si, e se lo chiedi ancora una volta ti abbandono per strada- lei riportò lo sguardo fuori dal finestrino, semplicemente non vedeva l'ora di arrivare dai cavalli. Harry girò una curva e spinse sull'acceleratore imboccando una strada in mezzo ai campi, sia a destra che a sinistra c'erano distese e distese di grano dorato, si muoveva a ritmo del vento come una danza. -Ci siamo- Sky si raddrizzò sul sedile. In lontananza, in fondo alla strada di ghiaia, si vedevano delle staccionate, una casetta e dei box. Passarono solo cinque minuti e Harry fermò la macchina invitando la ragazza a scendere. In veranda c'erano una sedia a dondolo ed un tavolo con appoggiato sopra un vecchio e consumato mazzo di carte. La ragazza sussultò quando sentì la mano di Harry appoggiarsi sulla sua schiena. Il ragazzo corrugò la fronte. -Tutto bene?- lei si limitò ad annuire. Si avvicinarono alla veranda e salirono un paio di gradini. Harry alzò il pugno battendolo contro la porta. Mentre aspettavano che Oscar aprisse, Sky si voltò a guardare che cosa li circondava: c'era il nulla assoluto, sembrava un quadro con il perfetto contrasto del giallognolo dei campi di grano e l'azzurro del cielo. Un alito di vento scostò fastidiosamente i capelli davanti agli occhi della ragazza, Harry glieli fermò dietro l'orecchio. Lei sorrise e abbassò lo sguardo. Entrambi portarono poi la loro attenzione verso la porta che era appena stata aperta. Sulla soglia c'era un uomo con dell'incolta barba bianca. Sky non riuscì a decifrare quanti anni potesse avere, ma era senz'altro molto anziano. Due occhi terribilmente azzurri spiccavano sul suo volto rugoso, Sky li trovò incredibilmente penetranti, da giovane doveva essere stato molto affascinante. Oscar li scrutò per qualche istante e quando fermò gli occhi sul volto di Harry, li sgranò sorridendo. -Non può essere- Harry ridacchiò lasciandosi osservare. -Harry, sei tu?- lui annuì. -Oh, ragazzo mio, quanto tempo è passato?- la sua voce, constatò Sky, era esattamente il contrario di come era il suo aspetto: non sembrava di parlare con un uomo anziano con la gobba, ma con qualcuno di giovanile, felice di vedere quello che per lui, potrebbe essere un nipote. -Non lo so, Oscar, ma veramente tanto-. L'uomo gli diede una pacca sulla spalla. -Che cosa ti porta qui?- entrambi si voltarono verso Sky, si sentì avvampare. -Oscar, lei è Sky- l'anziano lanciò un'occhiata maliziosa. Tese la mano alla ragazza. -È un vero piacere, signorina- Sky ricambiò la stretta. -Il piacere è mio signore, ho sentito molto parlare di lei- lui corrugò le sopracciglia. -Oh, chiamami Oscar!- lei ridacchiò annuendo. -Che cosa ci fa una bella ragazza come te in giro con questo disgraziato?- nonostante questa frase alla ragazza ricordò molto quelle che aveva sentito a tavola con i suoi genitori, Harry non parve imbarazzato o deluso come la sera prima, anzi, rideva. -Ama i cavalli, ha visto la fotografia che avevo fatto con Gold, ricordi? Ho pensato che fosse il posto perfetto per farglieli vedere- il volto dell'uomo si illuminò. -Certo che mi ricordo quella foto, eri solo uno scricciolo all'epoca. Quindi lei ama i cavalli, allora andiamo, su!- Oscar zoppicò giù per i gradini della veranda, Sky e Harry lo seguirono. La ragazza non riusciva a distogliere lo sguardo da lui, si guardava intorno sereno, si rese conto che quel posto doveva essergli mancato. Sky poi si concentrò sulla strada che stava percorrendo seguendo Harry e Oscar, si rese conto che stavano andando sul retro della casa. Pensò che i cavalli fossero al coperto dato che la staccionata era davanti alla casa, vuota. Ma quando svoltarono l'angolo, Sky rimase a bocca aperta: c'era un enorme recinto di legno bianco, si vedeva che doveva avere molti anni, aveva bisogno di essere riverniciato e le assi erano crollate in alcuni punti. All'interno c'erano due cavalli, uno, nero, le sembrò di averlo già visto e si rese conto in fretta che doveva essere quello della fotografia in camera di Harry, ma cresciuto. L'altro aveva il crine color cuoio, con dei riflessi ambrati. Erano meravigliosi. Quando la ragazza riportò lo sguardo su quello nero si rese conto che anche lui li stava fissando. O meglio, lo stava fissando. Aveva gli occhi puntati su Harry, con le orecchie ritte e attento. Harry sollevò l'angolo della bocca mormorando qualcosa che Sky non riuscì a capire. -Credi che mi riconosca ancora?- domandò ad Oscar. L'uomo rise. -I cavalli non dimenticano se per loro sei stato importante, Harry- il ragazzo si avvicinò la staccionata e abbassandosi, entrò all'interno del capo chiuso. Non proseguì, aspettò che lo imitasse anche Sky e rimase fermo, ad osservarli. Poi, il cavallo nero iniziò a muoversi lentamente verso i due ragazzi. Ci mise poco ad arrivare alla loro altezza, si fermò davanti a Harry, non si degnava di guardare nient'altro, né la ragazza al suo fianco, né l'altro cavallo, che intanto li stava raggiungendo. Harry guardava il capo nero e gli occhi luminosi, il muso lungo che si avvicinava per sentire il suo odore. Sollevò una mano aspettando che il cavallo appoggiasse il muso contro. E così fece. -Come va, Gold?- a sentire il suono di quella voce le orecchie dell'animale tornarono di nuovo ritte, e fu come se gli avessero dato un colpo di allegria. Nitrì acuto facendo sorridere Sky e si agitò sul posto, Harry alzò anche l'altra mano ed iniziò a grattarlo dietro le orecchie. Il secondo cavallo invece si era avvicinato a Sky, anche lei riuscì ad iniziare ad accarezzarlo, era al settimo cielo. -Il cavallo della foto, Sky- lei sorrise annuendo al ragazzo. -Lo avevo intuito-,-Invece- proseguì Oscar. -La cavalla che stai accarezzando è l'ultima che mi è stata venduta e me l'hanno data come Hippy Girl. Credevo fosse un nome stupido per un cavallo, ma poi ho deciso che le si addiceva più di qualsiasi altro e... ormai era abituata- Sky ridacchiò, in effetti era particolare. La ragazza si perse a guardare il suo riflesso negli occhi scuri della cavalla. -E l'amico di Harry è Gold, ormia l'avrai capito. È uno stallone, quello lo rende insopportabile proprio come il ragazzo- Sky scoppiò a ridere e Harry alzò gli occhi al cielo, ma non era teso, per la seconda volta lo trovò a sorridere alle battute dell'anziano. -Te lo ricordi, Harry?- a quelle parole, tolse le mani dal pelo del cavallo e abbassò il capo. -Ti ricordi della sensazione di prendere il volo? Come se avessi un paio d'ali- Sky lo sentì subito, qualcosa in lui era scattato, qualcosa lo stava facendo star male e improvvisamente si sentì completamente inutile. Voleva sapere, capire che cosa c'era che tormentava così tanto i suoi occhi verdi, fino a renderli più scuri. -Si- mormorò Harry. -Me lo ricordo, e tu lo sai- il riccio le aveva detto che aveva preso delle lezioni, ma da come parlava Oscar sembrava che sapesse fare più di quello che poteva essere stare sul cavallo. -Perché non torni su?- il riccio sbuffò scuotendo la testa. -Sai perfettamente il perché, Oscar- l'uomo scosse la testa. -Sei patetico, Harry- Sky rimase di sasso a quelle parole. Quell'uomo doveva essere molto di più che un amico di Garrett, sapeva perfettamente di cosa parlava e come parlare a Harry. Oscar sapeva qualcosa che lo turbava, a quanto pareva non approvava. -No, maledizione! Non sono venuto per tornare su, volevo solo fare un giro e far divertire lei. Possiamo evitare di parlarne?- Sky avrebbe preferito nascondersi, detestava quegli scatti d'ira di Harry. -Sei sempre il solito testardo-,-Vorrei provarci anche io- Sky pensava di averlo detto a voce bassa, ma quando gli altri due si voltarono verso di lei, si rese conto che l'aveva detto ad alta voce. -Allora prova, ragazzina, che cosa aspetti?- lei aggrottò le sopracciglia. -Che cosa?- lui ridacchiò. -Hai capito bene, sali!- L'uomo scavalcò la staccionata e prese una corda appesa ad una maniglia di ferro. -Questa è l'imboccatura con la lunghina, vieni con me. Ti faccio vedere come mettere la sella e sali- Sky sentì il suo cuore accelerare. -Ma io non sono mai salita su un cavallo, Oscar. Non credo sia il caso- Oscar scosse la testa. -Se non sei mai salita è una ragione in più per farlo. Forza, andiamo a preparare- mise l'imboccatura alla cavalla e aprì il recinto guidando anche la ragazza al box interno. Sky si guardò indietro pensando che Harry stesse andando con loro, ma a quando pareva, voleva rimanere solo. Quando Oscar iniziò a strigliare Hippy, Sky ne approfittò per fare delle domande. -Di che cosa stavi parlando prima con Harry? Sembrava turbato- si sedette su uno sgabello vicino alla porta del box. -Oh, lo era di certo. È una lunga storia, non credo che sia di mia competenza raccontartela- la ragazza ne rimase un po' delusa, ma sapeva che l'uomo aveva ragione. -Tu sei la prima ragazza che vedo qui, devi essere importante per lui- Sky si sentì chiudere lo stomaco. -Oh, non credo davvero. Lo conosco da più o meno un settimana, stiamo solo diventando amici- vide Oscar stamparsi un sorrisetto sul volto. -Se ti piace pensarla così, allora va bene- Sky rimase di stucco a quella affermazione, la stava prendendo in giro. -Devi capire che è un ragazzo complicato, ne ha passate più di quanto immagini- Sky corrugò le sopracciglia. -Non mi ha mai detto nulla- l'uomo cambiò oggetto, era un'altra specie di spazzola, la cavalla sembrava adorarla. -Questa è per sollevare la polvere- affermò Oscar rivolto all'oggetto che teneva in mano. -Gli hai mai chiesto di lui?- la ragazza scosse la testa. -No, ho paura che possa non rispondere o... rispondermi male, peggio ancora. Non mi piace quando lo fa- lui annuisce, sembrava sapere di cosa stesse parlando la ragazza. -Devi solo imparare a prenderlo e ti ci vorrà un po' di più di una settimana, ma una volta che scopri chi è davvero lui, è un ragazzo d'oro, te lo posso assicurare- Sky sentì un sorriso formarsi sul suo volto mentre Oscar iniziò a pulire gli zoccoli. -Sembra un tipo troppo tosto per confidarsi con una ragazza- Oscar scosse nuovamente la testa. -Harry è probabilmente il ragazzo più fragile che io abbia mai incontrato. Fragile con sé stesso però, se si tratta di aiutare, proteggere o star vicino a qualcuno, è una roccia- Sky schiuse la bocca. -Davvero è un ragazzo fragile?- Oscar si appoggiò alla schiena del cavallo prima di proseguire con l'altra zampa. -Vedi, ragazzina, noi tutti siamo come aeroplanini di carta, è inutile negarlo. Siamo fragili, sottili, chi più chi meno, impotenti davanti ad una tempesta. A volte capita di finire nell'occhio del ciclone, puoi vedere le cose girare intorno a te a velocità troppo elevata per poterle fermare, puoi solo rimanere ad osservare quello che succede. Nella maggior parte dei casi però, veniamo travolti, spezzettati come carta in una pozzanghera- Sky si sentì incredibilmente piccola. Harry era finito nell'occhio del ciclone? O era stato travolto? Sky non riusciva a formulare nemmeno un'ipotesi, ma certamente lo avrebbe scoperto.

The Lightning |H.S.|Where stories live. Discover now