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Tutti gli esseri umani hanno tre vite:
pubblica, privata e segreta.
-Gabriel García Márquez-

Fu come se il tempo si fosse fermato, come se Sky non avesse più aria nel corpo, l'ossigeno era stato completamente risucchiato da Harry. Non poteva averlo detto davvero. -Come sarebbe a dire che non sai chi sono?- l'espressione amareggiata regnava sul volto del ragazzo. Per lei fu come risvegliarsi nuovamente da uno dei suoi sogni: lo aveva conosciuto mentre dormiva ma lui era in coma. Lui non aveva idea di chi fosse lei. Non sapeva niente, di quello che avevano passato, della loro relazione. Non sapeva di amarla. La porta si aprì alle spalle della ragazza e si sentì congelare un'altra volta nel vedere comparire Anne precipitarsi all'interno della stanza. Garrett la stava seguendo. Oh mio Dio, pensò la ragazza. Garrett era vivo? -Figlio mio, oh cielo, non è possibile!- il ragazzo sorrise a sua madre mentre lei lo abbracciava singhiozzando, aveva le guance bagnate, esattamente come suo marito. -Miracolo, ecco che cos'è!- il ragazzo alzò a fatica le braccia e strinse il corpo di sua madre. Garrett lo abbracciò a sua volta. Sky era di troppo e realizzarlo fu come ricevere un pugno in pieno volto. Uscì tremando dalla stanza e si lasciò cadere sulla sedia dove aveva aspettato nell'ultima mezz'ora. Si prese la faccia tra le mani e si lasciò andare ad un pianto disperato. Harry non la conosceva, il ragazzo che lei amava non aveva idea di chi fosse. Non poteva crederci, non poteva essere vero. Non voleva che lo fosse. Aveva attraversato chilometri e chilometri per raggiungerlo, invano. Trasalì quando sentì un'esclamazione provenire dall'inizio del corridoio. -Potete entrare tutti, ma non insieme! Al massimo due per volta, deve risposare!- rimase in attesa e l'attimo dopo il corridoio stesso fu invaso da ragazzi di più o meno la sua età. Strinse la sedia tra le mani, erano loro. C'erano tutti: Zayn raggiunse la stanza per primo, seguito da Liam, Niall e Louis. -Louis, qualcuno deve avvertire Camilla.- Sky sbarrò gli occhi. Camilla? Aveva sentito giusto? -No, non chiamerò quella vipera. Se ne è andata ormai, non voglio che entri più a far parte della sua vita- allora quello che sapeva di Camilla era giusto. -Va bene, ma devi chiamare almeno Amanda.- Amanda era la ragazza che era fuori insieme a loro, quella che ci provava con Harry. Che cosa c'entrava? -La chiamo io- Nialll fece marcia indietro prendendo il cellulare della tasca. -Non posso crederci che si sia svegliato- Liam schiuse la porta e guardò all'interno. -Ci sono dentro i suoi, non appena escono entriamo io e te- continuò riferendosi a Zayn. In quel mentre, nessuno si accorse della ragazza. Sembra invisibile, la cosa la buttava solamente più giù di quello che già era. Louis seguì Niall fuori dall'ospedale, Zayn ed Liam si sedettero agitati di fianco a Sky. Solo in quel momento realizzarono che se lei era lì, non era certo a caso. Davanti alla stanza del loro amico, voleva vedere il loro amico. Francamente neanche lei sapeva perché era ancora lì: a cosa serviva se lui non sapeva neanche la cosa più piccola che avevano passato insieme? Passò i palmi delle mani sulle guance per togliere delle lacrime che le solleticavano la pelle e sospirò. -Ma tu chi sei?- portò lo sguardo su Zayn che si era messo sulla sedia di fianco a lei. -Sono... Sky- lui aggrottò le sopracciglia. -Sei qui per Harry?- lei non rispose. Non sapeva se annuire o negare. -Non sei una di noi, non ti ho mai vista, prima che succedesse tutto- lei scosse la testa. -Che cosa è successo? Voglio dire, perché è in coma? O meglio, era- il ragazzo sospiro scoccando un'occhiata incuriosita a Liam. Anche lui li stava ascoltando. -L'ha quasi colpito un fulmine- Zayn chiuse gli occhi sofferente, Sky si chiese se non stesse rivivendo quello che era successo. Non doveva esser stato facile per i suoi amici vederlo in coma per tutto quel tempo.

Non appena il fulmine si scagliò dal cielo, Harry divenne rigido, la scossa era chiaramente arrivata fino a lui. La bottiglia gli cadde di mano e rotolò a terra, fu come se non avesse più la forza di restare seduto e cadde anche lui dal cofano. Si trovò disteso per terra, vide gli altri ragazzi avvicinarsi e soccorrerlo, ma non li sentiva. Aveva gli occhi puntati verso il cielo, vedeva i lampi sopra di loro ed iniziava nuovamente a cadere della pioggia. Sentiva tutto il suo corpo scosso da fremiti, la pelle d'oca e i pugni stretti, così tanto da lascare il segno delle unghie nel palmo. -Harry, Harry, mi senti?!- queste furono le prime parole che riuscì a recepire. Sentiva caldo, forse dovuto anche all'alcol e aumentava, sentiva bruciarsi, come se fosse avvolto dalle fiamme. -Oh mio Dio, Harry rispondi!-

The Lightning |H.S.|Where stories live. Discover now