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I momenti di felicità di cui godiamo
ci colgono di sorpresa.
Non siamo noi che li troviamo,
ma loro che trovano noi.
-Ashley Montagu-

Clifton, Arizona

-Tanti auguri alla farfalla, tanti auguri a te!- Sky mugugnò ancora assonnata, allungò un braccio per spiaccicare la mano contro la faccia di Harry. Perché cavolo era a casa sua alle sette del mattino, ancora? –Ma cosa fai?- esclamò irritato il ragazzo, prese la mano di Sky e l'allontanò dal proprio volto. –Certo il bottone per spegnerti- la ragazza aprì gli occhi e trovò Harry con un profondo cipiglio sul volto. Come sapeva che era il suo compleanno? Non si ricordava di averglielo detto. Lo sguardo corse alle spalle del ragazzo, Amelia li stava osservando intenerita. –Ho sentito il biondino ritardato parlarne con la tua amica- Sky lo guardò bieco. –Cole non è ritardato!- lui fece spallucce, era ovviamente convinto della sua teoria. Poi si rese conto che era li, a cantarle la canzone di buon compleanno quando poche ore prima, aveva perso suo padre. Si alzò velocemente mettendosi seduta davanti a lui, sul divano su cui si era appena svegliata. –Harry- lui le sorrise appena osservandola. –Come ti senti?- lui sospirò sedendosi accanto a lei. Passò il palmo della mano sul viso di Sky e sistemò una ciocca di capelli dietro al suo orecchio. –Oggi è il tuo giorno, okay?- le abbassò il capo, aveva intenzione di riprendere il discorso più tardi, sapeva che lui non ne avrebbe mai parlato se non fosse stata lei a tirare su il discorso. Amelia si avvicinò al divano e Sky si alzò sospirando. La donna la strinse in un abbraccio. –Auguri tesoro mio, la mia bambina diventa maggiorenne!- la ragazza ridacchiò, buttò la coperta in faccia a Harry e salì le scale. –Vestiti comoda- disse Harry seguendola su per le scale. Sky aggrottò la fronte. –Perché?- lui le sorrise. –Tu dammi retta, per una volta- Sky infilò un paio di leggins e una felpa con la scritta "New York City", allacciò le converse e quando aprì la porta trovò il ragazzo appoggiato al muro a scrivere al telefono. Mentre poi prese a sistemarsi i capelli davanti allo specchio, Harry si sedette sul bordo della vasca, come aveva già fatto una volta. –Pensavo che mia madre non ti avrebbe più fatto entrare in casa, dopo quella sera che sono sparita per qualche ora con te- lui ridacchiò. –Sono certo che nel profondo mi adora- Sky scosse il capo sorridendo. –Mi vai a prendere lo zaino intanto, per favore?- Harry accavallò le gambe. –Non ti servirà oggi- la ragazza alzò un sopracciglio. –E dove dovrei mettere la roba di scuola, sentiamo?- lui si alzò mettendosi alle spalle di Sky, guardando il riflesso nello specchio. –Non andiamo a scuola. Ho dovuto insistere un po' con tua madre, ma alla fine ha ceduto, le ho detto che volevo regalarti una bella prima giornata da maggiorenne- avrebbe voluto chiedergli che cosa aveva in mente, ma Sky si rese conto che avrebbe potuto portarla ovunque, già il fatto che ci avesse pensato le scaldava il cuore. –Hai detto che ti piacciono le piante, la natura, vediamo se riesco a farti divertire un po'- lei sorrise guardando anche lei nello specchio. –Quando l'ho detto? Perché io non mi ricordo?- lui alzò gli occhi al cielo –L'hai detto quando ero qui a cena e mio padre continuava a parlare di...- nella testa di Sky si accese un campanellino di allarme quando Harry si bloccò, serrando la mascella e abbassando lo sguardo. Scomparve dal riflesso dello specchio. –Ti aspetto giù- mormorò poi. Fece per uscire, ma Sky lo tirò indietro per la spalla, non disse niente, semplicemente si alzò sulle punte stringendolo. Lui ricambiò la stretta nascondendo il volto nel suo collo. –Va tutto bene. Non devi fingere con me, Harry. Lo hai promesso- rimase ancora qualche istante aggrappato alla ragazza e poi si risollevò. Scosse la testa e sospirò deglutendo a fatica. –Non importa, non oggi, questo giorno è tutto tuo e deve essere perfetto. Andiamo- quando arrivarono in salotto, Sky fece in tempo a cogliere un'occhiata truce mandata a Harry da parte di Amelia e un suo sorriso da finto angioletto di risposta. La ragazza decise che era meglio portarlo fuori alla svelta. Quando salirono in macchina e Harry partì senza una parola e senza accendere la radio come faceva di solito d'abitudine, Sky si accorse che, nonostante stesse facendo finta che le cose fossero normali, stava bruciando come legno nel fuoco. Rimase in silenzio, sperava che in qualche modo si esprimesse, che si aprisse come le aveva promesso. Lo voleva davvero, voleva esserci per lui. –Secondo te sta bene, lì dove è adesso intendo- la ragazza deglutì alle sue parole. Lui sbatteva in continuazione le palpebre, non capiva se stesse cercando di non piangere. Le dita strette intorno al volante e gli occhi fissi sulla strada. –Sta meglio di tutti noi, credo- lui si passò la lingua sulle labbra. –La vita è una merda. Sai a cosa ho pensato?- Sky scosse la testa. –Ho pensato che se mi avessero dato la possibilità di scegliere prima di nascere, se venire al mondo o reclinare l'offerta, penso che avrei rifiutato. Se mi avessero detto com'è- quello che aveva detto colpì duramente la ragazza. –Non devi neanche dirlo, Harry- lui rimase impassibile accelerando un po'. –Essere vivo è un regalo proveniente da chissà quale enorme cosa, già solo il fatto di farne parte dovrebbe farti sentire grato- a quanto pare, non la pensava come lei. –Perché? Che senso ha? Le persone vivono, stanno male, muoiono, ti deludono, ti prendo in giro. Se ne vanno. Non ha senso, per niente. Che cosa stava pensando chi ci ha creati quando l'ha fatto?- Harry si agitò sul sedile. –Mio padre è morto, mia madre non mi rivolge parola da quasi una settimana, come se fosse colpa mia quello che è successo, non c'è nessuno che possa capire quello che sento. Sono completamente da solo in questa cosa- in quel momento, Sky sentì che stava esagerando. Serrò i pugni, aveva solo perso tempo con lui il giorno prima? –Grazie per l'alta considerazione che hai di me- Harry si voltò per la prima volta verso di lei, sembrava scosso. –Mi dispiace, sai che non-,-Che non intendevi questo. Certo, come al solito. Devi capire, Harry, che nella vita nessuno ci da di più, bisogna andare avanti senza voltarsi e cercando di incassare i pugni presi. Lentamente ognuno di noi si troverà da solo, Harry. Che cosa pensi di fare quando accadrà? Rimarrai a piangerti addosso senza arrivare mai da nessuna parte? Se hai una così bassa considerazione di te mi dispiace, veramente- Sky trasalì quando l'auto inchiodò. Portò velocemente lo sguardo su Harry mentre accostava sul lastrico della strada. Ma che diavolo stava facendo? –Harry, che stai facendo?!- il ragazzo uscì dalla macchina sbattendo la portiera. Scese anche Sky iniziando a seguirlo e rimase basita ad osservarlo quando alzò una mano chiusa a pugno colpendo il tronco di un albero. Il sangue prese a colorare leggermente le sue nocche, Sky capì davvero per la prima volta che cosa voleva dire vederlo nel bel mezzo di un attacco di rabbia. O di ansia. Non sapeva esattamente cosa fosse, ma non le piaceva, non poteva permettergli di farsi male in quel modo. Quando lo vide alzare anche l'altro pugno, mise tutta la sua forza per afferrarlo e tenere il braccio teso verso l'alto, impedendogli di colpire la corteccia. –Harry, Harry fermati, ehi!- passò sotto il suo braccio infilandosi tra il corpo del riccio e l'albero. Lui abbassò lo sguardo inchiodando le sue iridi color smeraldo in quelle scure di Sky. La ragazza abbassò le braccia lungo i fianchi senza smettere di fissarlo, non sapeva esattamente se avrebbe risolto qualcosa. Le mani di Harry corsero ai polsi di Sky e li portarono dietro al suo collo. Attorcigliò un suo riccio intorno al dito come fosse una cosa automatica mentre la mano sana di Harry stringeva il suo fianco, quella sporca di sangue la teneva a distanza. –Come mi sfogo se tu mi blocchi?- Sky rabbrividì al suo fiato caldo sul volto. –Devi sfogarti con me, non contro un albero, idiota- gli occhi di Sky caddero sulle sue labbra. –Lo sai che mi stai torturando, si?- mormorò ancora Harry. Lei sbatté le palpebre. –Ci stiamo torturando a vicenda- riuscì appena in tempo a finire la frase, perché poi non ebbe più controllo, né su di lui, né su sé stessa. Le sue labbra un po' screpolate entrarono in contatto con quelle della ragazza. Era come se il tempo si fosse fermato intorno a loro, al di fuori di quel bacio. Sky si sentì investire da un uragano di emozioni che aveva provato solo una volta, quella sera, al campo, quando si era arresa a lui per la prima volta. Quando poi sentì Harry sorridere contro di lei, le sembrò di sentire il terreno sotto i suoi piedi tremare. Quando furono entrambi a corto di aria, separarono di pochi centimetri i loro volti. Sky deglutì sentendo ancora il suo sapore sulla bocca, lui sorrideva, finalmente. E lei non poteva fare che la stessa cosa. Abbassò il capo prendendo la mano ferita tra le sue. –Ti fa male?- lui fece spallucce passando le dita tra i capelli castani di Sky. –Brucia un po' e basta. Niente di grave- lei rialzò gli occhi su di lui. –Dovresti disinfettarla, potrebbe esserci qualche scheggia- lui scosse la testa e la lasciò spiazzata quando avvolse le braccia intorno al suo corpo stringendola. Una macchina grigia passò accanto alla macchina ferma di Harry suonando a più non posso il clacson e Sky scoppiò a ridere mentre il ragazzo imprecava dietro all'automobilista.

The Lightning |H.S.|Where stories live. Discover now