24

618 49 5
                                    

Quando ci così smarrisce,
i progetti lasciano posto alle sorprese,
ed è allora,
ma solamente allora,
che il viaggio comincia.
-Nicolas Bouvie-

Clifton, Arizona

Sky trasalì violentemente quando due mani l'afferrarono per la vita, provenivano da dietro di lei. Fece in tempo giusto a vedere l'espressione sorpresa di Cole prima di essere voltata con ben poca delicatezza e ritrovarsi con le spalle contro la macchinetta. Sollevando gli occhi trovò Harry che la sovrastava con la sua altezza e sul volto un sorrisetto malizioso. -Buongiorno, piccola- la ragazza deglutì. -Harry, sei impazzito?- lui fece spallucce. -Ti ricordo che fino a pochi giorni fa non volevi neanche farti vedere per mano a me- lui annuì. -Lo so, per questo lo sto facendo. Adesso tutti sanno che sei mia e non si fanno strane idee- lei sorrise a dir poco confusa. -Amico, stai bloccando la fila- sia Sky, sia Harry, si voltarono verso Cole, aveva un'espressione imbronciata, stavano bloccando lo sportello della macchinetta. -Io non sono tuo amico- Sky gli lanciò un'occhiataccia. -Posso rapirti cinque minuti?- lei annuì e si fece trascinare via dalla fila. Cole la guardava contrariato, ma doveva sforzarsi di capirla.

Harry si sedette sulla panchina nel giardino della scuola, vicino al tavolo circolare a cui spesso sedeva con i suoi amici prima del suono della campanella. Portò la mano della ragazza dietro al suo collo e la fece sedere sulle sue ginocchia. -Ti comporti in maniera così diversa quando c'è gente- lui la osservò per leggere una sua qualche espressione. -Volevo solo darti il buongiorno- lei sorrise tenendo lo sguardo basso. -Ti sei messo tra Cole e le sue merendine, cosa assolutamente da non fare. Potevi almeno essere carino con lui- Harry alzò gli occhi al cielo. -Non mi importa di quel piccolo ritardato- il pugno di Sky colpì il petto del riccio. -A me si!- lui sollevò un sopracciglio. -Harry, lui è mio amico, non dico che devi andarci a cena insieme, ma almeno sii gentile, fallo per me- lui sbuffò guardandosi intorno. -Cercherò di evitarlo come sempre, ma... quando lo incrocerò cercherò di non trattarlo come al solito- Sky sorrise soddisfatta e gli scoccò un bacio furbo. -Vieni da me oggi?- lei scosse la testa. -Non posso, devo per forza studiare, ho un compito in classe difficile- Harry percorse il profilo della ragazza con l'indice. -Posso aiutarti a studiare io- le lanciò un'occhiata maliziosa e lei scoppiò a ridacchiare scuotendo la testa. -Sai quanto studierei, con te- lui annuì cercando di essere convincente. -Bé, anatomia la impareresti a memoria- la ragazza si sentì arrossire e alzò gli occhi al cielo. -Smettila di fare l'idiota. Io sto parlando sul serio. Non posso uscire né oggi, né domani. Poi sarò di nuovo tutta tua- lui si strofinò gli occhi. -Vuol dire che il nostro tempo è già finito per oggi?- Sky annuì a malincuore e si alzò dalle sue ginocchia. Lo tirò per la mano facendo alzare anche lui e si ridiressero all'interno della scuola.

Sky aveva passato davvero tutto il giorno a studiare per quello stupido compito in classe. Non aveva mia avuto voti alti in materia, voleva alzare un po' la media. Harry non le aveva scritto, anzi, non le aveva neanche risposto al messaggio che gli aveva inviato a metà pomeriggio. Aveva cenato con Amelia rendendosi conto che da quando avevano parlato di quello che era successo, le situazioni tra di loro erano molto più rilassate. Non stavano più litigando, Sky si sentiva molto più a suo agio a parlare con lei, chiacchieravano di qualsiasi cosa, compreso di Harry. Prima di salire in camera sua, le aveva anche ripetuto la lezione di scienze che aveva studiato quel pomeriggio, constatando di aver assimilato quello che serviva.

Stava avviando la chiamata a Harry quando si bloccò. Si rizzò sul letto trasalendo quando un rumore risuonò da fuori la sua finestra. Aveva già chiuso le persiane e poté vedere attraverso i fori una luce bianca che si muoveva. Deglutì agitata, si alzò dal materasso e si avvicinò alla finestra. Sobbalzò indietreggiando quando un nuovo rumore, più vicino, provenne dalla stessa direzione. Facendosi coraggio fece scattare le persiane e le spalancò in un istante. Spalancò la bocca quando una figura cadde davanti ai suoi occhi con un lamento sordo. -Oh mio Dio!- si inginocchiò di fianco a Harry che imprecava a terra. -Ma sei pazza? Mi ha stampato la persiana in faccia!- notò vicino a lui il cellulare con la torcia attivata e lo fissò stupita. -Io sono pazza? Mi hai fatto morire di paura!- lui si sollevò mettendosi seduto. -Volevo fare una cosa carina, sei una maledetta guastafeste!- Sky lo osservò impassibile per qualche istante per poi scoppiare a ridere, Harry la seguì in una fragorosa risata. -Sky?- la ragazza si affrettò a tappare la bocca del riccio con le mani e si avvicinò alla porta della stanza. -Che cosa c'è?- sua madre era in fondo alle scale che aspettava una sua risposta. -Stai bene? Ho sentito un casino!- la ragazza annuì in fretta. -Si, mi è solo caduta una scatola- Amelia non aggiunse parola e lasciò perdere il discorso. Tornò in camera e non appena chiuse la porta alle sue spalle, Harry la prese tra le braccia, lei si aggrappò al suo collo e con un salto accennato, si ritrovò con le gambe intorno alla vita del ragazzo. -Sai arrampicarti sugli alberi, ma per i balconi non sei proprio portato- lui ridacchiò. -Ti faccio vedere io in che cosa sono portato- senza aggiungere altro, le labbra piene del ragazzo attaccarono quelle più sottili di Sky e gli schiocchi dei baci iniziarono a risuonare nella stanza. La ragazza si trovò schiacciata contro il materasso mentre Harry lasciava una scia umida sul suo collo. Si lasciò cadere sul fianco portando la ragazza sopra di lui e facendo viaggiare le mani sulla sua schiena. Le dita affusolate di Sky afferrarono i lembi delle maglietta del riccio e la fece passare sopra alla sua testa. La lasciò cadere giù dal letto e si fermò con gli occhi sul suo torace. Scrutò attentamente ogni linea nera sulla sua pelle, pensando a quale poteva essere il significato di quei tatuaggi. Harry si arrotolò la punta dei capelli intorno al dito mentre la ragazza appoggiava le labbra sul segno delle clavicole del riccio. Lo sentì mugugnare accanto al suo orecchio e sorrise. -Non puoi fare in questo modo- Sky ridacchiò. -Perché no?- lui le lasciò un bacio sulla fronte. -Sicura di voler una mia solita battutina squallida?- lei serrò gli occhi dandogli dell'idiota. -Taci, niente battutine- lui ridacchiò. -Sky?- la ragazza portò lo sguardo su di lui. -Che cosa c'è?- le sue labbra ritornarono sulla mascella di Sky. Lei chiuse gli occhi godendosi quei momenti, portando le mani tra i suoi capelli. Improvvisamente, facendo protestare la ragazza, si bloccò. -Sky?- lei rimase a fissarlo. -Che c'è?- lui non aveva più espressione. -Sky!- la ragazza aggrottò le sopracciglia. -Sky?- Sky si trovò ad osservarlo confusa, non faceva altro che pronunciare il suo nome. Si rese conto che mano, mano che lui la chiamava, la sua voce diventava sempre più lontana, più cupa, fino a non sentirla più-

Londra, Inghilterra

-Sky?- la voce di Harry divenne lentamente diversa, fino ad essere completamente... femminile. -Sky! Sky?- la ragazza spalancò gli occhi con il fiato corto, i pugni stretti e con le guance accaldate. C'era sua madre che sbucava dalle scale, la osservava assonnata e confusa. -Mi senti?- la ragazza si sollevò sul divano annuendo. -Che cosa c'è? Che ore sono?- la donna scrollò le spalle. -Non so che ore sono, ti ho sentita parlare e... sembrava ti stessi lamentando. Pensavo stessi male- Sky sgranò gli occhi. Quindi si era messa anche a parlare nel sonno? Sono nella merda.

-Te l'ho detto, Vivian. Non mi rendo conto nemmeno di addormentarmi. Non appena chiudo gli occhi mi trovo da lui, è come se Harry mi chiamasse- la ragazza sospirò. Nonostante lei non fosse fino in fondo d'accordo che Sky continuasse a dare importanza a quella storia, non voleva neanche che lei smettessi di raccontarle i suoi sogni. Nel frattempo le aveva raggiunte anche David e Vivian si era sentita in dovere di lasciarli un po' da soli. Sky aveva paura che David le facesse pesare il fatto di averlo rifiutato, ma si rese conto che era stata una stupida a pensarlo. La trattava come sempre, come l'amica che era diventata da quando si era trasferita a Londra. -Volevo solo chiederti se quel ragazzo frequenta questa scuola- Sky deglutì. -No, lui abita un po'... lontano- David annuì sorridendo. -È fortunato, ad avere le tue attenzioni intendo- Sky gli sorrise, in realtà non aveva idea di che cosa dire. -Come si chiama?- avrebbe dovuto a dire a David il nome di quel ragazzo fortunato? Se lo avesse cercato e scoperto che lui non esiste? Sospirò ricordandosi che fare il detective privato, era cosa da ragazze. -Si chiama Harry.- lui annuì. Sembrava soddisfatto, ma era solo apparenza?

Quando raggiunse Vivian in classe, dovette sopportare le sue occhiatacce di rimprovero, ma non poteva dargli torto: l'aveva avvertita più di una volta. -Non so più che cosa fare, dico davvero- Vivian sospirò. -Ehi, le cose si sistemeranno, devi aspettare e vedere quello che succede. Va bene?- Sky annuì sorridendo appena. -Facciamo così: c'è il ponte domani e dopodomani, siamo a casa, vuoi venire da me a dormire stasera?- Sky ci pensò un attimo. -Si, penso che si possa fare-

Sky si era presentata a casa di Vivian alle otto e mezza, come avevano deciso dopo avere la conferma da parte di Amelia che potesse andare da lei a dormire. Avevano ordinato una pizza d'asporto e affittato un film, Sky aveva bisogno di una serata così. -Che facciamo? Ci mettiamo subito il pigiama?- Sky annuì e prese lo zaino che aveva svuotato dai libri di scuola per metterci dentro quello che le sarebbe servito. -Hai portato quello smalto di cui mi avevi parlato? Sky ridacchiò. -Si, l'ho portato, è come mi ricordavo, nero con i tuoi amati brillantini. Io non lo metto, tienitelo- Vivian saltellò sul posto mentre Sky apriva la tasca più piccola esterna dello zaino. Frugò all'interno della tasca e si bloccò. Aveva qualcosa tra le mani, ma non era il barattolino dello smalto. Tirò fuori la mano dalla tasca mentre Vivian si avvicinava perplessa quando lei. Portò all'altezza degli occhi la catenina con il ciondolo a forma di farfalla e la voltò: c'erano dei brillantini sulle antenne e sulla punta delle ali e su una delle due era inciso il numero diciotto. -Oh mio Dio- Sky si sentiva una roccia pesante sul petto, come se stesse cercando di schiacciarla completamente al suolo. -Sky, è la catenina di cui mi hai parlato- Vivian era allibita. Non poteva essere vero. -È la collana di Harry-.

Buona fortuna a chi come me inizia la scuola oggi! X

The Lightning |H.S.|Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon