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Voi conoscerete la verità,
e la verità vi renderà folli.
-Aldous Huxley-

Sky

Quando Zayn uscì dalla stanza qualche minuto dopo gli altri, per un istante sentii la speranza crescere in me, specialmente quando mi disse che Harry mi aspettava all'interno della stanza. Mi alzai dalla sedia cercando di ignorare gli sguardi curiosi da parte di tutti i suoi amici, mi sentivo terribilmente a disagio. Varcai la soglia e il mio cuore prese a tamburellare quando i suoi occhi si appoggiarono su di me. Che cosa voleva dirmi? La curiosità e la paura mi stavano divorando come un animale divora la sua preda. –Ciao- persi un battito a sentire la sua voce, nonostante l'avessi nelle orecchie come una musica che continua a ripetersi sul disco rotto. La voce a cui ero abituata io era viva e presente, i sogni erano incredibilmente reali, ma sentirla veramente mi fece chiudere di botto lo stomaco, sentivo che mi stava per venire da vomitare. –Ciao- ricambiai titubante e lui accennò un sorriso. –Vuoi sederti cinque minuti? Hai detto di aver fatto un lungo viaggio, sarai stanca- la sua finta premura mi metteva in soggezione. Comunque feci come mi aveva proposto e mi sedetti sulla sedia. –Se vuoi posso ripassare. Devi essere parecchio frastornato, date le circostanze. E ci sono di certo persone che hanno il diritto di stare qui con te più di me- Harry scosse la testa. –No, è okay. Puoi restare.- annuii. Rimasi in silenzio ad aspettare che lui dicesse qualcosa perché francamente, io non sapevo farlo. –Il mio amico... il mio amico mi ha detto che vieni addirittura da Londra.- mi passai la lingua sulle labbra improvvisamene secche. -Esattamente- lui sembrava totalmente nella confusione. Ovviamente non potevo dargli torto. –Ma... perché? Voglio dire, perché saresti dovuta venire qui da così lontano?-,-Per te- risposi di getto. Me ne pentii subito, ma poi fui soddisfatta della risposta. Non aveva sento mentire. Dovevo essere sincera con lui al cento per cento e raccontargli il vero motivo della mia visita. –Ma tu non mi conosci, davvero non riesco a capire il motivo per questo tuo viaggio- abbassai lo sguardo. –Ti da fastidio che io sia qui?- lui scosse la testa. –No, non fraintendere. Semplicemente sono sorpreso. Mi dispiace se non mi ricordo di te, credo che sia un effetto collaterale di tutta questa storia- sospirai. Come potevo dirgli quello che stava succedendo? –No, non è un effetto collaterale. Tu non conosci me ma... io conosco te. La cosa suonerà davvero strana e completamente folle, ne sono assolutamente consapevole. Ci sono tante cose che vorrei raccontarti, ma non credo che sia questo il momento. Devi rimetterti, riposare e riprendere i legami che ti stanno aspettando fuori da questa porta.- mi alzai della sedia dandomi della stupida. Mi sentivo una perfetta bipolare. Ma che cosa pensavo di fare? Di arrivare in ospedale, salutarlo una volta per tutte e tornare a casa? Non era nei programmi parlargli, non ero pronta a una conversazione reale con lui. Era terribile, conoscere perfettamente una persona e non conoscerla allo stesso momento. –Cosa? No- ridacchiò. –Non puoi dirmi questo e lasciarmi sull'orlo della curiosità!- scossi la testa. –La cosa è più idiota e complicata di quanto pensi e tu non puoi essere messo sotto pressione, non voglio che tu stia male, potrebbe succedere.- mossi i piedi verso la porta. –Aspetta, ti prego, fermati- afferrai la maniglia della porta e mi bloccai. Mi sembrò di rivivere quel giorno in cui, al maneggio di Oscar, mi fermai sull'orlo della porta perché Harry non sapeva se voleva che restassi con lui o meno. Era un momento terribile per lui, credere che suo padre fosse morto era stato un brutto colpo e trovarmelo davanti in ospedale, mi aveva stordita. –Tornerai? Voglio sapere quelle tue cose idiote e complicate, dato che a quanto pare riguardano anche me- la saliva mi seccò nella gola. –Non starò qui per molto ma... non partirò certo domani- lui mi scrutò profondamente. Mi sentii scavare dentro. –Allora vieni qui, domani mattina, quando iniziano gli orari delle visite- sospirai. Non avrei rinunciato per niente al mondo. –Lo farai? Ti troverò qui domani mattina?- portai lo sguardo su di lui e sorrisi. –Mi troverai qui-.

Quando uscii nel corridoio, fui sorpresa nel constatare che sulle sedie, era rimasto solo Zayn. Dov'erano gli altri? –Sono in sala d'aspetto, ho chiesto loro di poterti parlare da solo- deglutii alla sua risposta, come se avesse letto la domanda nella mia mente. –Oh, d'accordo- mi avvicinai sedendomi al suo fianco. –Com'è andata? Hai parlato con lui?- annuii tenendo gli occhi fissi sulle mie dita. –Si, ed è stato molto strano per me, immagino anche per lui, non capisce perché io sia qui e forse, non lo capisco neanche io- Zayn fece spallucce. –Hai un posto dove stare?- alzai gli occhi sul ragazzo. –Devo trovare un motel che non costi troppo, o un bad and breakfast, non ho molti soldi da spendere, non so quanto tempo mi fermerò qui.-,-Vuoi fermarti da me?- alzai un sopracciglio. –Che cosa?- lui scrollò le spalle. –Lo so, lo so, neanche mi conosci, tu potresti essere una pazza psicopatica e io uno stalker assassino ma... Harry è il mio migliore amico, tu sei qui per lui e, come gli ho detto, che sia una coincidenza o meno, sembrerebbe che fossi l'ultima persona ad avere ancora una speranza. Nessuno di noi era pronto a dirgli addio, ma ciascuno l'avrebbe fatto per mettere fine a questa storia. Non so se sei venuta qui con l'intenzione di parlargli o meno, resta il fatto che lui adesso si è svegliato per miracolo e sta bene. Dopo il viaggio che hai fatto solo per vederlo, sono disposto a darti un posto per dormire.- scossi la testa in fretta. -Non voglio essere di disturbo per te, veramente, troverò un posto- Zayn mi sorrise senza esitazione ed osservai i suoi occhi assottigliarsi. -Insisto- sospirai. L'idea del "non posso dormire da uno sconosciuto" era da scartare, conoscevo perfettamente Zayn ed in fin dei conti, era solo per una notte. -Okay, grazie- lui annuì e camminammo verso la sala d'aspetto. -Chi deve entrare ancora?- Niall camminò verso il ragazzo dalla pelle olivastra che mi stava accanto. -L'orario delle visite è finito, l'infermiera ha già brontolato, possono restare solo i genitori- Zayn sbuffò. -Forza, torneremo domani mattina- Amanda sorrise e dovetti mordermi l'interno guancia. La gelosia mi stava divorando. Nessuno aggiunse parola, ci dirigemmo verso l'uscita dell'ospedale e ci trovammo immersi nel buio. Il sole era calato scomparendo completamente e io avevo assolutamente bisogno di una doccia. I ragazzi si salutarono e io seguii Zayn fino alla sua macchina. -Perché non mi racconti il motivo che ti porta a Clifton? Londra è senz'altro meglio di questo paesino dimenticato da Dio- ridacchiai. -Se te lo raccontassi, non mi crederesti. Probabilmente mi lasceresti in un manicomio per la notte, invece che portarmi a casa tua- Zayn ridacchiò a sua volta accelerando sull'asfalto. -Già per il fatto che sei qui solo per Harry senza conoscerlo dimostra che sei pazza. Quindi, racconta- sospirai. Dovevo raccontargli la verità? Probabilmente si, non solo per il fatto che fosse giusto nei suoi confronti perché mi stava portando a casa, ma perché tanto di lì a pochi giorni, non l'avrei mai più rivisto, come nessun altro degli altri ragazzi. -Ma io Harry lo conosco, anche se lui non conosce me. Non più, almeno- Zayn aggrottò la fronte. -Sei una di quelle ragazze che vede un tipo interessante su internet ed inizia una sessione di stalking degna dell' FBI?- scossi la testa ridendo. -Forse solo un pochino, ma non è questo il caso.- l'unica sessione di stalking che era avvenuta nei confronti di Harry era stata solo per scoprire in quale ospedale fosse. -Mi sono trasferita a Londra con mia madre da neanche poi tanto tempo. I miei genitori si sono separati, per questo motivo io e mamma siamo andate via, lei aveva bisogno di ricominciare, e forse anche io. Rimane il fatto che dalla mia prima notte a Londra, ho conosciuto Harry- Zayn mi lanciò un'occhiata confusa. -Non prendertela, ma non sono sicura di volerti spiegare tutto. Ti dico solo che l'ho conosciuto, bene. Molto bene. Ho conosciuto te, Niall, Louis, Amanda, Anne e Garrett- il ragazzo accostò davanti a casa sua. -non credo di seguirti, quello che stai dicendo è impossibile- scendemmo entrambi dall'auto mentre lui prendeva le chiavi di casa. -lo credevo anche io, ma posso provarti che non ti sto mentendo. Ho conosciuto anche Simon, ma non così bene, so solo che è amico di Harry. Oh si, e Tom Jordan.- Zayn strabuzzò gli occhi. –Come sai queste cose? Non c'erano in ospedale- scossi la testa. –Lo so, non li ho conosciuti qui. È una lunga storia e... se per te va bene andrei a farmi una doccia. Sono a dir poco sfinita- Zayn annuì spaesato. –Si, vieni di sopra, io intanto dico a mio padre che dormi qui- annuii e seguii il ragazzo su per le scale. Mi aprì la porta del bagno chiedendomi se avessi bisogno di qualcosa, negai, avevo i miei vestiti. Mi diede degli asciugamani e chiusi la porta a chiave alle mie spalle. Sentii un brusio, erano due voci maschili, Zayn stava parlando con suo padre e io, non sapevo come ringraziarlo.

The Lightning |H.S.|Where stories live. Discover now