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Rendi cosciente l'inconscio,
altrimenti sarà l'inconscio a guidare la tua vita
e tu lo chiamerai destino.
-Carl Gustav Jung-

Londra, Inghilterra

La ragazza sbatteva le palpebre ripetutamente guardando le gocce abbandonate sul finestrino scivolare ed unirsi. Faceva spesso le gare tra due, quale sarebbe arrivata per prima alla base del finestrino? Quando i viaggi sono lunghi bisogna pur inventarsi qualcosa per passare il tempo. Pioveva da ore ormai, Londra non le aveva dato una grande prima impressione fino ad adesso. Le ruote delle macchine giravano tagliando l'asfalto bagnato, sia intorno a lei, sia sotto di lei. La cintura di sicurezza cominciava a darle fastidio, sembrava messa apposta per irritarle il collo. -Manca ancora molto?- chiese a sua madre cercando di non far trasparire la sua noia. Il cd nella radio ormai ricominciava dalla prima canzone per l'ennesima volta. -No, è una di queste vie- in effetti portando lo sguardo sul navigatore appeso allo specchietto retrovisore poteva notare che i chilometri ancora da percorrere erano minimi e sullo schermo la scritta "La tua destinazione", risaltava in rosso. Sky prese un grande sospiro, finalmente, cominciava ad avere le gambe intorpidite. -Sei contenta di essere qui?- avrebbe dovuto essere sincera con sua madre? Non ne era certa, se fosse contenta. Aveva cambiato casa per la prima volta e il suo nuovo nido era certamente molto diverso da dove era prima. -Si, devo solo avere il tempo di conoscere Londra- sua madre sorrise, in effetti Sky pensava anche questo. Di tempo, ecco quello di cui aveva bisogno. -Papà verrà ad aiutarci a sistemare la casa? Hai detto che è da imbiancare in alcune stanze- vide il volto della donna indurirsi e scosse la testa. -No, è parecchia strada. Ci arrangeremo da sole, tuo padre lavora- Sky annuì, la scusa del lavoro non reggeva. Era vero che suo padre lavorava, ma era il direttore di una ditta, poteva assentarsi quando voleva per quanto tempo gli servisse. Conoscendo suo padre sarebbe venuto ad aiutarle subito, non sarebbe servito chiederglielo due volte, se sua madre glielo avesse permesso. I genitori di Sky avevano divorziato dopo anni di litigi, alimentati dalla nonna paterna di Sky. Aveva occhi solo per sua nipote, quello era vero, ma non si è mai capito perché Amelia, sua madre, non aveva mai potuto soffrirla. -Sai che mi dispiace per come è finita, vero?- domandò Amelia alla figlia. -Non ti devi preoccupare, io sto bene e devi stare bene anche tu. Se ti serviva allontanarti allora va bene- e Sky era certa di quelle parole, voleva il meglio per sua madre e sapeva per certo che il divorzio l'aveva distrutta lentamente. Non si meritava tutta quella tristezza e se per stare meglio dovevano andarsene, allora l'avrebbe accompagnata. La proposta di lavoro che aveva ricevuto poche settimane prima poi, sembrava calcolata per aiutarle. Il capo di Amelia aveva sede con l'ufficio esattamente a Londra, la donna lavorava in uno dei centri operativi collegati a questo, fino a quando il Signor Armand, prestigioso uomo d'affari, aveva proposto ad Amelia una promozione, che l'avrebbe portata tra gli uffici principali di Londra. Cogliendo l'occasione, Sky era stata trascinata in questo nuovo paese, senza avere la minima idea di come fare a ricominciare. -Eccoci!- Sky sussultò all'esclamazione della madre, ma poi sorrise, lei era felice e non avrebbe guastato questo stato d'animo con la sua noia. Amelia girò una curva imboccando un vialetto, di fronte si poteva già vedere una casa dalle pareti rosee, con il tetto a punta e un camino. Dall'esterno sembrava carina. Dello specchietto Sky poteva vedere il camion dei traslochi seguirli fino in fondo alla via, per poi parcheggiare e prepararsi a portare i mobili all'interno della casa. -Ascolta- Sky portò lo sguardo sulla madre prima di scendere dalla macchina. -Se mentre portano i mobili in casa andiamo a bere qualcosa? Ci sgranchiamo le gambe e vediamo che cosa c'è- la ragazza annuì semplicemente, le piaceva l'idea e la pioggia, finalmente sembrava rallentare.

Camminavano lungo Fort Streat e uno spiraglio di sole sembrava spuntare da dietro gli alti tetti delle case. Sky era strabiliata, non sapeva più da che parte guardare. Londra era così diversa da quello che era abituata a vedere, era enorme e decisamente più trafficata. Un lungo rettilineo con case, alberghi e caffè ad ogni angolo, alberi in fila e ben curati che degnavano la strada di un po' d'ombra. C'era un vento leggero che faceva leggermente rabbrividire la ragazza e sua madre, il fruscio delle foglie si confondeva con il rumore delle macchine e i clacson che continuavano a suonare. -Wow, è bello qui- Amelia fu contenta di questo pensiero da parte di Sky, la ragazza intercettò un sorriso ampio sul volto della madre, notò delle piccole rughe ai lati della bocca. Sky alzò lo sguardo su un cartello. -Ho trovato un posto per bere qualcosa- affermò la ragazza. -Se andiamo di là c'è Brushfield Street, c'è uno Starbucks-.

The Lightning |H.S.|Where stories live. Discover now