14.

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Lili's pov

C:- La scelta sta solo a te, Lils, cosa vuoi fare? Vuoi denunciarlo?

Chiese Cole, con uno sguardo infastidito. Lils? Perché mi ha chiamato Lils? Cercai di mettere da parte quel pensiero e concentrarmi sulla domanda.

L:- Basta che mi lasci stare e non mi parli mai più.

Risposi, un po' insicura. Lui annuì e rimase in silenzio. Sembrava deluso dalla mia scelta, ma non ne ero sicura. Iniziai a dondolare i piedi, cercando qualcosa da dire per poter porre fine a quel silenzio.

L:- Perché mi hai chiamato Lils?

Ma davvero? L'unica cosa che sono riuscita a dire è "perché mi hai chiamato Lils?"?! Mi sentii subito avvampare. Lui si voltò verso di me, arrossendo leggermente. 

C:- L'ho fatto? Non me ne sono neanche accorto.

Rispose, cercando di evitare la mia domanda. Lui tornò a cucinare e restammo entrambi in silenzio. Dopo poco, andò nell'altra stanza a chiamare Dylan e Barbara mentre io apparecchiavo. Ci sedemmo a tavola a mangiare. Io e Cole stavamo in silenzio mentre Dylan e Barbara parlavano tranquillamente.

D:- Si può sapere cosa vi è successo? Non avete aperto bocca da quando ci siamo seduti a mangiare.

Nessuno di noi due rispose. Dylan ripeté la domanda, ma noi non rispondevamo.

C:- Non è successo niente, Dyl, non ti preoccupare.

Rispose, un po' freddamente. Dylan lasciò stare e riprese a parlare con Barbara, stavolta, però, stavano sussurrando. Cercai di concentrarmi sul mio piatto, ma poi sentii una frase che catturò la mia attenzione:

B:- C'è molta tensione tra di loro, ma non è una tensione normale...

Scusa? Tra di noi non c'è nessun tipo di tensione. Diedi un calcio a Cole da sotto al tavolo. Lui gemette, cercando visibilmente di stare zitto. Mi avvicinai a lui.

L:- Stanno parlando di noi.

Sussurrai.

C:- Ma va?

Rispose in tono ovvio. Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai ancora di più a lui, cercando di controllare il battito cardiaco.

L:- Barbara ha detto che tra di noi c'è "molta tensione, ma non una tensione normale".

Dissi, ripetendo esattamente le stesse parole che aveva detto. Lui mi studiò per un attimo, prima di allontanarsi un po'. Si schiarì la gola, cercando di attirare l'attenzione del fratello e della sua ragazza, ma loro non lo sentirono. Si schiarì la gola di nuovo, un po' più forte di prima, e stavolta loro si girarono.

C:- Dyl, permetti due parole?

Chiese. Sembrava un po' infastidito. Il fratello annuì ed entrambi si alzarono e andarono in un'altra stanza. Barbara mi fissava.

B:- Immagino tu abbia sentito quello che abbiamo detto.

L:- Ho sentito solo una frase.

Lei annuì, abbassando lo sguardo sul suo piatto. Passammo il tempo restante in silenzio, finché i fratelli non tornarono. L'aria era decisamente tesa, nessuno parlava. Diedi un calcio a Cole e mi avvicinai.

L:- Cosa gli hai detto?

C:- Niente, cose da fratelli.

Rispose alzando le spalle. Era evidente che stava mentendo: sarà anche potuto essere un bravo attore, ma in quella circostanza anche un bambino avrebbe capito che stava mentendo.

L:- Cole, gli hai parlato di quello che ti ho detto?

C:- Anche se fosse? 

Era chiaramente infastidito e non mi andava di peggiorare le cose. Rimasi in silenzio, così come gli altri, finché non finimmo di mangiare. Ci sedemmo sul divano e Barbara prese in mano la situazione.

B:- Ragazzi, non volevamo di certo infastidirvi, abbiamo solo... espresso la nostra opinione su qualcosa che è chiaro a tutti.

Cole alzò gli occhi al cielo. Più che calmarlo quella frase lo aveva infastidito ancora di più. Io mi limitavo ad osservare in silenzio, come succedeva da piccola.

C:- Apprezzo il vostro "interesse", ma tra di noi non c'è niente e mai ci sarà, probabilmente.

Prima pugnalata al cuore.

C:- Insomma, una come lei che cos'è ci azzecca con uno come me? Niente.

Seconda pugnalata.

C:- Quindi smettetela di inventarvi le cose, perché io con una come lei non potrei mai starci.

Terza. Sentii le lacrime riempirmi gli occhi e offuscarmi la vista. Ma cosa speravo? Che fossimo in una fiaba? Strinsi l'orlo della maglietta, cercando di portare la mia attenzione su di esso. Mi stavo sforzando di non piangere fino a diventare completamente rossa in viso. Penso che Dylan lo notò, purtroppo.

D:- Cole...

Una lacrima mi sfuggì, ma io tentai di non farlo notare. Mi alzai di scatto, con la testa bassa, e dissi che avevo dei compiti da fare e me ne andai in camera. Arrivata lì, chiusi la porta e appoggiai la schiena contro essa, scivolando a terra e iniziando a piangere. Era giunto il momento di smettere di credere nelle favole e iniziare a vivere una vita seria e da adulta, ma in quel momento non mi importava di niente se non di quello che aveva detto Cole.

Cole's pov

C:- Apprezzo il vostro "interesse", ma tra di noi non c'è niente e mai ci sarà, probabilmente.

Prima pugnalata al cuore.

C:- Insomma, una come lei cosa ci azzecca con uno come me? Niente.

Seconda pugnalata.

C:- Quindi smettetela di inventarvi le cose, perché io con una come lei non potrei mai starci.

Terza.

Aveva fatto male dire quelle parole, ma dovevo fare finta che non mi piacesse. Cose che non credo fosse tanto vera... Dylan la guardò per qualche secondo, prima di girarsi verso di me.

D:- Cole...

Disse accennando a lei con la testa. Mi voltai verso di lei e solo allora mi resi conto di quanto male le avevo fatto. Era tesa e teneva la testa bassa, stringendo un lembo della maglia tra le mani. Ad un certo punto si alzò, tenendo lo sguardo basso e se ne andò in camera, dicendo di avere lo sguardo basso. Chiuse la porta e si sentii qualcosa strusciare su di essa. Mi misi seduto su una poltrona, coprendomi gli occhi con le mani. Sentii Dyl e Barbara alzarsi e salire le scale. Odiavo il fatto che loro avessero capito cosa provavo per lei prima di me e per questo l'avevo ridicolizzata davanti a tutti. Lei non se lo meritava. Salii le scale e mi chiusi a chiave in camera mia. Mi sdraiai sul letto, a fissare il soffitto, e non mi mossi finché non arrivò la sera.

Ti amavo ancora prima di conoscertiWhere stories live. Discover now