Cap. 32

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Non avevo parole. Non avevo le fottutissime parole. Cosa mi voleva dire quello sguardo, quello sguardo profondo, sereno, ma come può essere la baia prima del temporale. Togliti quello sguardo del cazzo e di qualcosa avrei voluto dirgli, avrei voluto picchiarlo, sfigurargli quella faccia piegata in una smorfia illeggibile. Eppure l'errore l'avevo fatto io. Ero stato io ad usarlo, ero stato io ad oggettificarlo, ero stato io. Io. Eppure lui, con quella faccia, quella cazzo di faccia, mi stava guardando impassibile. Stai aspettando che io dica qualcosa?
Cosa potrei mai dire, mi hai scoperto.
Ed era muto, gli occhi incatenati ai miei. Non avevo il coraggio di distogliere lo sguardo, come se, appena avessi abbassato la guardia, avrebbe potuto azzannarmi.
E la parte peggiore, è che avrebbe avuto ragione.
Incazzati.
Non si incazzava
Ti prego incazzati
Sorrideva
Fai qualsiasi cosa, non costringermi a parlare

"Non volevo."
Di tutte le cose che potevo dire la più stupida, meschina, disonorevole.
Izuku cosa cazzo significa "non volevo"?
Continuava a fissarmi.
Poi rise. Rise di gusto. Rise tenendosi la pancia con gli avambracci, e distogliendo lo sguardo.
Ma non c'era niente da ridere. Ero immobile, non sentivo più gli arti, era come se mani, piedi e gambe mi fossi dimenticato di averli.
E poi sentii gli occhi farsi caldi e umidi e il respiro venire meno.
Katsuki aveva smesso di ridere, ora asciugava le mie lacrime.
Cosa gli dico?
Ha ragione. L'ho usato per una scommessa.
E allora perché mi sta asciugando le lacrime?

"Mi era chiaro fin da subito" Mi disse tenendomi fra le braccia.
"O meglio, fin dal principio avevo capito che Kirishima e Todoroki stessero architettando qualcosa, che non era normale che entrambi ci stessero provando con me consapevoli delle azioni dell'altro, ma ho pensato solo che fossero parecchio strani. I miei dubbi si sono rafforzati quando ho notato che non stavano cercando una relazione carnale, bensì una aldilà del semplice sesso, e quindi mi sono chiesto come fosse possibile che volessero entrambi fidanzarsi con il ragazzo a cui puntava l'amico.
Per questo motivo ho lasciato trasparire con entrambi degli indizi sulla relazione con l'altro, insomma per farla semplice ho fatto intendere a Todoroki che mi sentivo con Kirishima e viceversa. Perché l'ho fatto? Per studiare le loro reazioni. Ho notato come non si scandalizzassero, non sembrassero stupiti e tantomeno feriti. Insomma, era chiaro che entrambi fossero a conoscenza del rapporto che avevo con l'amico, e non ne erano affatto addolorati. Da lì a capire della scommessa è stato piuttosto facile: Soprattutto Kirishima, da brillo, si fa scappare molti indizi, che sommati fra loro e alle voci che giravano nel paese mi hanno condotto alla conclusione che fosse in corso una gara tra i due. E, soprattutto, che a nessuno di loro interessasse davvero una relazione con me."
Prese un lungo respiro. Mi scrutò negli occhi. Distolsi lo sguardo.
Volevo che continuasse a parlare. Ma non volevo ascoltare ciò che aveva da dirmi.
"Tuttavia, non avrei mai immaginato che gli sfidanti fossero tre."
Deglutii.
Riprese a parlare:
"Però non sono arrabbiato. No, affatto. E sai perché?"
Non aspettò una risposta.
"Perché io non sono stato da meno.
Anzi, qua lo stronzo sono io"

Non capivo.
Ridacchiò, respirò e si preparò a dire qualcosa che non avrei voluto ascoltare.
"Sai Izuku, non c'è stato nessun colpo di fulmine. Intendo..."
Questa volta era lui a sudare
"Intendo che quando ti ho fasciato la gamba in bagno, parlato sul molo vicino al Carousel o incontrato sul bagnasciuga non provavo affetto. Non provavo interesse. Non provavo amore."
Sentivo il cuore battere nelle tempie.
"Ero incazzato con quei due e ho pensato: quale miglior metodo per farli schiumare di rabbia se non provarci col loro migliore amico?
E così ho fatto."
Aveva La voce rotta. Era incerto. Spaventato.
"Ho cominciato ad uscire con te, a starti vicino davanti a loro, a sbattergli in faccia la verità.
E mentre ti parlavo ormai ogni giorno, mentre ti incontravo più dello stretto necessario al mio piano, cominciavo a notare dei dettagli. Dei fastidiosissimi dettagli."
Prese di nuovo una pausa.
"Né kiriishima né Todoroki erano minimamente disturbati da come io ti ronzassi intorno. E così mi è sorto un altro dubbio, più doloroso dei precedenti: e se il ragazzo di cui  mi stavo lentamente innamorando fosse stato nientemeno che il terzo gareggiante?
Non potevo crederci.
E infatti non ci credetti.
Continuai a negare ogni indizio e a trasformare ogni evento in una prova che tu fossi esterno alla competizione. E ormai mi stavo convincendo, fin quando Kirishima non mi ha chiesto di accompagnarlo in città. Gli ho detto di sì, volevo studiarlo, volevo carpire ogni singolo dettaglio durante quella serata.
Eppure le prove più schiaccianti non me le ha date il rosso, mi è bastato analizzare il tuo comportamento, come avevi reagito quando avevo detto che saremmo stati insieme quel pomeriggio, io e il tuo amico."
Evitava il mio sguardo.

"Inizialmente pensai che la tua gelosia fosse solo una prova del tuo astenerti dalla competizione e decisi di accompagnare Kirishima anche per mandarlo a fanculo a modino per avermi trattato da pezzente, di starci assieme tutto il pomeriggio solo per rifiutare ogni suo tentativo di rimorchio.
Poi lèssi il messaggio che mi mandasti: "Ti odio, pensavo di valere qualcosa per te. Non voglio vederti mai più. Fatti pure Kirishima non mi interessa. Buona serata."
E così mi piombò addosso la verità: la tua non era affatto semplice gelosia da amanti, tu non temevi che Kirishima ci avrebbe provato, tu sapevi che Kirishima ci avrebbe provato, o non avresti detto certe frasi, non avresti detto fatti pure Kirishima, non avresti mosso un'accusa così forte, non al tuo amico. E questo particolare fece riemergere tutti quelli che avevo volutamente rimosso, ignorato o non ammesso a me stesso. Questa rivelazione ha riportato a galla tutte quelle frasi, quegli indizi e prove che mi avevano fatto sospettare.
Capii che sapevi della scommessa."
Ora non mi teneva più la mano, guardava il soffitto.
"Ero distrutto, incazzato, disperato. Ero caduto nella trappola, anzi mi ci ero ficcato con le mie stesse mani: ero venuto io da te, e te avevi scommesso sul mio amore. Proprio come avevano fatto quei due.
E se ancora nutrivo qualche incertezza, nel corso del pomeriggio queste sfumavano, diradavano, mi abbandonavano.
Poi, quella sera, non ci furono più dubbi."

Angoletto dell'autrice
Guyzzzzzzzzz
apprezzate il capitolo lungo 🥺
Btw non credo di essere stata molto chiara a spiegare il ragionamento di Katsuki, quindi se non avete capito ditelo provo a riscriverlo meglio🥺

La bugia dei papaveri •Bakudeku•Where stories live. Discover now