Cap. 9

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A Kiri e Todo non dissi niente degli avvenimenti di quella sera. Avrei potuto vantarmi, ma neanche io capivo bene cosa fosse successo, e a pensarci arrossivo ancora.

Durante tutta la mattina non feci nulla di rilevante. Amavo quelle giornate di tarda estate, dove la luce filtra dalle persiane, le cicale friniscono. Di solito amavo sedermi sul prato con Kirishima, appena tornato dal suo jogging mattutino.  Todoroki dormiva ancora, e noi due, svegli dalle ore più fresche, parlavamo di quello che avremmo fatto il pomeriggio, dei compiti arretrati e, ogni tanto, ci lasciavamo trasportare dai ricordi nostalgici di anni e anni addietro, neanche troppi in verità, ma tanti per noi, quando ancora usavamo i braccioli in piscina e andavamo a dormire subito dopo cena. Quella mattina Kirishima mi raccontava che sarebbe andato a fare un giro in bici con Denki, un tipo biondo e per niente sveglio, e una sua amica strana a cui piaceva la musica che noi non avevamo mai visto. Declinai la sua offerta di venire con loro, dissi di voler fare un salto in spiaggia e leggere qualche libro. Poi chiusi gli occhi e mi rivolsi al sole. Quelle non erano ancora le ore calde, ma sentivo comunque un tepore sulle palpebre. Tra poche ore avrei messo la crema per le lentiggini, ma ancora i raggi non erano così forti e potevo fare senza. Quasi senza farci caso la mente mi riportò alla notte prima, quando il biondo mi aveva intrappolato sotto di lui. Chissà cosa aveva pensato, in quel momento. 

Alla fine alla spiaggia non ci andai.
Nel pomeriggio Todo mi aveva riferito di un party in una casa colonica in collina, era organizzato da un nostro amico di vecchia data e mi sarei sentito scortese a non presentarmi. In più non so cosa avrei fatto da solo in casa con gli adulti.
Mi sono sempre sentito giudicato, dagli adulti. Todoroki e Kirishima erano due prodigi, di loro si dicevano sempre cose buone, ma io ero tutt'altro che speciale, ero il bambino per cui si provava tenerezza, quello che non riesce a saltare il muretto come i suoi coetanei o quello che non sa costruire il castello di sabbia come gli altri. Ero un po' il bambino impacciato che non critichi per pena, perché è ovvio che lo sa anche lui di essere diverso.

Per la sera non mi vestii molto in tiro. In verità non mi vestivo mai elegante o alla moda, avevo le mie due o tre magliette e il mio paio di jeans, e con quelli vestivo tutta l'estate. I miei due amici invece erano abbigliati tutt'altro che sobri.
Kirishima era vestito tutto di catene, alla cintura, ai pantaloni e al collo. Se non l'avessi conosciuto mi avrebbe fatto paura. Todo portava dei pantaloni strappati e con varie scritte sopra e una canottiera abbastanza attillata. Ancora una volta mi sentii in imbarazzo in mezzo a loro. La madre del rosso insistette per farci una foto tutti e tre insieme prima che uscissimo. Era stata molto gentile, ma non ebbi il coraggio di vedere lo scatto.

Appena arrivammo alla villa ci venne incontro il padrone di casa. Sero era un ragazzo abbastanza particolare. Non eravamo mai stati troppo amici, non penso avessimo molte cose in comune, ma era abbastanza in buoni rapporti con Kiri, e quindi uscivamo spesso nella stessa comitiva. Ci salutò calorosamente, anche a me, che neanche gli avevo rivolto parola.
La piscina della villa era più piccola della nostra, ma in generale la casa era abbastanza spaziosa. C'era molta gente e ciò mi metteva a disagio, inconsciamente cercai nella folla gli occhi fiammanti che mi avevano catturato sulla panchina la notte prima.
C'era. C'era ed era già l'anima della festa.

Angoletto dell'autrice
Figlioli non ho niente da dirvi solo guardatevi jojo, per cultura generale ovviamente. (Ho bisogno di qualcuno che capisca le mie reference :(

La bugia dei papaveri •Bakudeku•Where stories live. Discover now