64. Il riflesso nel dipinto

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"I nostri più luminosi lampi di gioia sono solitamente accesi da scintille inaspettate

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"I nostri più luminosi lampi di gioia sono solitamente accesi da scintille inaspettate."
(Samuel Johnson)

Peter guardò me, il suo era uno sguardo dolce premuroso lui ci teneva davvero alla nostra storia, peccato soltanto che io ero impegnata a guardare invece Derek, sottecchi. Non volevo che Susan potesse accorgersene. La mia migliore amica si stava per sposare, il sogno di una delle due si era finalmente realizzato: forse per via di Robert e di tutta quella sofferenza avevo completamente abbandonato l'amore, e tutti le sue sensazioni magnifiche capace di dare, dell'amore ricordavo soltanto le menzogne, gli schiaffi e il sangue colato dal naso. Ricordavo la confusione che vi era fra me e Derek, l'enorme casino che avevamo combinato fin dall'inizio e il l'immaginario futuro che avrei potuto avere con Peter Ross.
-"E be? Non dici nulla?"- tutti gli invitati le avevamo già fatto i migliori auguri baciandole a destra e a sinistra la guancia poi mi si era avvicinata.
-"Io.. non so che dire, anzi sono enormemente felice per te"- ci abbracciammo, per poco non scappò una lacrima.
-"Già, credimi sembra impossibile anche a me"-
-"Fammi vedere l'anello"- le afferrai ma mano, il solitario che le avvolgeva l'anulare sinistro era mastodonticamente semplice e singolare.
-"Caspita Meg.. dì la verità Jason avrà chiesto aiuto a John per l'anello è proprio il suo timbro"- risi.
-"Si, può essere"- ridemmo entrambe.

Passò un'altra mezz'ora: io ero più annoiata che mai Peter continuava a parlarmi di quanti bambini aveva fatto nascere quella mattina, Susan imboccava stuzzichini a Derek, Megan cinguettava col suo ragazzo e il resto sembrava divertirsi, tutti tranne la festeggiata.
-"Scusami un attimo.."- udì in lontananza, Derek mi venne incontro.
-"D'accordo, sinceramente non resterò qui ancora per molto a guardare quanto ti annoi alla sua festa di compleanno. Direi che possiamo anche passare al taglio della torta così posso portati in un posto che ti piacerà di più"-
-"E cioè?"-
-"Tu preoccupati di spegnere le candeline"- sussurro, lasciandomi una dolce carezza sul braccio. Ridacchiai lentamente, soprattutto mi stupiva sempre di più il fatto di quando Derek riuscisse a leggermi dentro in una maniera che mai nessuno aveva fatto.
Ci fu la solita canzoncina esibita a luci spente, spensi le mie ventiquattro candeline e mi liberai delle scarpe alte avevo un dolore tremendo alle gambe. Tutti mi baciarono la guancia rinnovandomi gli auguri, la torta a chantilly con fragoline era la mia preferita fu la parte migliore della serata. Ringraziai tutti per essere venuti brindammo ancora una volta ai prossimi sposi e Peter mi baciò le labbra davanti a tutti prima di fare cin cin coi bicchieri. Arrossì di poco, mi piaceva Peter era sempre così dolce e delicato. Finalmente rientrammo a casa, sfatta mi gettai sul divano a peso porto poggiai i piedi nudi sul tavolino e rilassai la nuca sullo schienale del sofà.
-"Queste scarpe sono infernali"- sospirai. Derek si era recato in bagno, dopo che udì tirare lo scarico lo vidi entrare in soggiorno.
-"Va a cambiarti che usciamo"- dichiarò, si stava sbottonando la camicia: lasciò intravedere il suo addome scolpito.
-"Fai sul serio? Credevo scherzassi"- risi in ma maniera confusa.
-"Ti sembra la faccia di uno che non fa sul serio?"- si stava sbottonando anche i pantaloni. Risi a fiori di labbra.
-"Mmh.. no, non mi pare"-
-"Ok, allora sbrigati"- con un cenno sparì così dal salotto dirigendosi probabilmente in camera da letto.

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Where stories live. Discover now