60. Persecuzioni

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"Aspettati veleno dall'acqua stagnante

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"Aspettati veleno dall'acqua stagnante."
WILLIAM BLAKE



-"D'accordo prendi il pennello, e inizia a intingerlo in un colore che più ti piace.."- ero euforica all'idea, non avevo mai dipinto e in me c'era sempre stata una dote particolare per il disengo e nello sfumare i colori su carta e un forte senso del gusto e dello stile. Ma dipingere, era un'altr storia.
-"Così?"- avevo intinto il pennello sottile nel rosso, il mio colore preferito, Derek mi aveva messo a disposizione una tela più piccola rispetto alla sua.
-"Esatto.. adesso fai tu, ciò che ti viene in mente disegni"- fece spalluce, sedendosi sul bracciolo del divano bordoeux.
-"Sul serio? Tutto qui?"-
-"Si certo, avanti"- esitai qualche secondo, mi sporcai un po i polsi, era divertente. Disegnai una rosa, proprio al centro.
-"Susan vuole che usciamo ancora insieme"- il respiro mi si bloccò, la mano iniziò a tremare e temetti che la tela stesse per traballare. Degluitì a fatica.
-"Oh.. quindi siete già usciti"- non mi voltai, preferì concentrarmi sulla tela.
-"Non proprio, l'ho portata oggi a pranzo e l'altro giorno abbiamo preso un caffè. Ninete di più"- parlò con nonchalance.
-"Credo di averla incontrata oggi"-
-"Susan dici?"-
-"Si, è la figlia dell'avvocato di tuo padre.. sbaglio?"- intinsi il pennello in un rosso più scuro per poter creare delle ombre.
-"Esatto, un bel bocconcino Susan"- rise sottecchi. Stavolta mi voltai, e lo guardai con fare seccato.
-"Il solito maschilista"- ritornai al mio dipinto, con un'altro pennello più grosso intinsi le seteole nel verde chiaro per lo stelo.
-"Non mi dire, è una bella donna.. attraente"-
-"Già, di sicuro più di me"- risi di sghmebo.
-"Non c'è dubbio"- lo fulimai con lo sguardo, uno strano calore all'altezza del petto si fece sentire i lobi mi si erano fatti rossi e caldi, provai un leggero fastidio durante tutta quella conversazione.
-"Sto scherzando, non essere la solita permalosona"-
-"Non lo sono"- cantilenai con voce lamtentosa poi lui estrasse dai suoi jeans il cellulare.
-"Che ne dici di, pizza e film del terrore?"- compose un numero sconosciuto.
-"La tua serata perferita"- avevo dipinto ad uno stelo e con marroncino cercavo di disegnarci delle spine.
-"La nostra"- mi baciò una guancia e si allontanò per odiare una teglia di pizza media. Quando staccò la telefonata ritornò in salotto e io avevo finito il mio primo dipinto.
-"Per essere il tuo primo quadro, è davvero bello zucchero"- si mise li, a braccia conserte ad esaminare il mio risultato. Io nel frattempo mi feci coraggio.
-"Per me va bene.."- mi guardò stranito.
-"Insomma, se esci con Susan.. anche io sto uscendo con Peter mi sembra giusto che conosciamo anche altre persone, non ti pare?"- ero agitata e lo si riuscì capire dalle pellicine che cercavo di togliermi dalle unghie e dallo sguardo basso, nonchè dalla voce incrinata.
-"Già, forse hai ragione.. bisgona sempre considerare altre possibiltà no?"- di punto in bianco il suo tono mi sembrò diverso, meno caldo e affettuoso di qualche minuto prima. Mi paccheggiò la spalla prima di allontanarsi e senza neanche guardarmi.
-"Vado a fare una doccia, pensaci tu al fattorino quando arriva"- con queste parole, scomparve dal salotto.
-"D'accordo"- ribattei in maniera mogia e stanca.

Mangiammo la pizza sul divano in silenzio, con le grida e il sangue di Sinister, un classico molto amato da Derek. Dopo, riordinammo il tavolino e con dei pantaloncini corti mi sistemai sul divano, poggiando i polpacchi e le cosce sulle sue ginocchia.
-"Merda!! Queste scene mi fanno sempre saltare.."- imprecai, mettendomi la mano al petto.
-"Sei la solita, ormai te ne sei fatta una cultura di film così"-
-"Lo so, ma mi spaventano sempre morte"- gli lanciai un'occhiataccia lui in tutta risposta sorrise sotto i baffi.
-"Domani vado a cena da Jassie, Finch mi ha invitato.. e a proposito di cene devo chiamare mia madre sono giorni che non la sento"- sbuffai, dando poco conto al film.
-"Non devi sentirti in dovere"- cominciò a carezzarmi la caviglie, i brividi mi pervasero la schiena.
-"No cioè.. lei sta cercando di cambiare per me, devo darle una possibilià"- feci spallucce.
-"Invitala una di queste sere qui, io me ne andrò da Jason o da mio padre che finalmente ha deciso di parlarmi.. abbiamo molte cose da dirci"-
-"Tu credi sia buona idea?"-
-"Si, perchè no. E'adesso tappati quella bocca o dovrò pensarci io"- assotigliai gli occhi per poter prestare maggior attenzione al film, rimasi sbalordita con un colpetto del piede gli strofinai l'addome.
-"Come ti permetti!!"- mi finsi offesa.
-"Vieni qui"- rise di gusto, io sollevai al cielo gli occhi e mi adaigai come su sua richiesta, al suo addome raggomitalondomi al suo fianco. Portava una canotta bianca, aderente e aveva fatto al barba quel giorno.
-"Che c'è?"- non mi ero accorta di essere rimasta li impalata con gli occhi sollevati verso il suo viso. La distanza era praticamente quasi nulla, per un nonosecondo mi soffermai sulle sue labbra, che sempre mi facevano quello strano effetto.
-"Niente, solo.. guardiamo il film"- arrossì, e piantai lo sguardo alla televisione, ma non durò molto perchè con una sola mano lui racchiuse entrambe le mie guance, le strinse e portò la mia bocca alla sua. Mi stampò un bacio veloce, ma intenso.
-"Si.."- mi lasciò senza fiato, quando mollò la presa alle mie guance che si erano colorante di un rosso fuoco. Sistemò i piedi sul tavolino mi si accoccolò accanto e ricominciò a fissare il film in attesa del colpo di scena.

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora