27. Una notte insonne

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"Quando c'è complicità non serve nulla

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"Quando c'è complicità non serve nulla. Né gesti, né parole. Niente. Solo due persone che anche a distanza si respirano. Ed è elettricità."
(sabrinacivati, Twitter)



Pregai, affinché riuscissi a capire cosa veramente stava accadendo nella mia testa. Risultò essere una sfida continua, nonostante non riuscissi minimamente a stargli lontano ogni volta che le mie iridi chiare incontravano quelle sue, scure e tenebrose percepivo quel orribile sensazione di pericoloso e adrenalina che misteriosamente si mischiavano mandandomi in completa confusione. Mi sentì sollevata nell'aver rivelato a Derek una parte di me e del mio passato nonostante non fossi calata in ogni dettaglio a lui era bastato, come a me aveva saziato quella piccola confessione nei miei confronti. Cominciavano a fidarci l'uno dell'altro, nonostante egli avesse un suo strano modo di dimostrare i sentimenti, io non ero da meno.
Rientrammo al cottage, non ci eravamo più parlati bensì avevamo sostituito il tutto con una serie di sorrisi e di sguardi fugaci.
-"Siete tornati, com'è andata?"- la signora Ellen fu contenta di vederci, teneva sulle mane accompagnate da un panno un vassoio con al di sopra una grossa torta al cioccolato.
-"Bene, ci siamo divertiti nonna grazie"- le sorrise sua nipote, Derek rimase in disparte come il suo solito senza spicciare parola.
-"Questa torta ha un bell'aspetto"- la mia amica si leccò i baffi mentre dal mio stomaco provenne un rumoroso brontolio. Mi coprí istintivamente l'addome con la paura che si fosse potuto sentire.
-"Lo so, ci ho messo cioccolato e crema di nocciole la mangerete dopo cena"- soddisfatta la donna sorrise a tutti noi, lanciai una leggera gomitata al ragazzo che scosso dai pensieri sorrise di rimando a sua nonna.
-"Grazie mille Ellen è stata gentilissima"- intervenni. Erano le sette per cui, la tavola come di consueto doveva essere già apparecchiata. Dopo esserci lavati le mani ci recammo in sala da pranzo dove regnava il solito tavolo lungo e rettangolare, con al centro delle luminose candele e qualche antipasto già servito. John e mia madre erano già seduti, quest'ultima stavolta aveva preso posto alla sinistra dell'uomo, parlottavano animatamente lui di tanto in tanto le sfiorava le dita che ella teneva in aria tramite il gomito che teneva poggiato sulla tovaglia. Sollevai gli occhi al cielo infastida da quel comportamento di mia madre, non seppi neanche che fine aveva fatto Richard ma dagli sguardi languidi di Kate capí che Joh sarebbe stata la sua prossima preda.
-"Tua madre ci da dentro vero?"- il suo sussurro arrivò al mio orecchio come un soffio, per fortuna nessuno lo udí. Eravamo seduti vicini.
-"Già, neanche a tuo padre pare che gli dispiaccia"- entrambi ci osservammo per qualche secondo, forse stavamo pensando la stessa cosa.
-"Ho fatto preparare il piatto preferito di Derek, pollo alla Fiorentina e penne con il pomodoro"- rallegrata dalla sostanziosa cena che ci attendeva mi umettai le labbra in attesa della prima portata. Egli si era sforzato nel sorridere a sua nonna e gliene fui grata tanto che gli rivolsi un cenno di approvazione.
-"Signora Ellen lei ci vizia così"- ridemmo alla battuta di Megan che era seduta accanto a mia madre.
-"Mamma per favore fa servire le portate, io e Kate dobbiamo uscire"- per poco non mi strozzai con l'acqua gassata che stavo sorseggiando.
-"E dove andate?"- mi uscì spontaneo domandare con un espressione di leggero disgusto.
-"Nina non fare quella faccia, John mi porta a vedere la città non è grandioso?!"- guardai l'orologio e ne fui ancora di più incuriosita, quei due non la raccontavano giusta. La cosa che più mi stupì fu come John regalò un dolce buffetto sul naso di mia madre, scostai immediatamente lo sguardo. Mia madre era libera di fare ciò che voleva, poteva tranquillamente frequentare altri uomini magari qualcuno che l'avesse fatta smettere di bere ma no con John, non poteva fidanzarsi con John McCarthy.
-"Be' suppongo che tu abbia già mollato Sidney"- qualcuno parló, e poco dopo capí che quella voce proveniva dal ragazzo al mio fianco. Aveva avvolto un braccio intorno allo schienale della mia sedia, sedeva sciatto e spavaldo sorseggiando un bicchiere d'acqua.
-"Derek, Sidney è la mia segretaria personale"- contestò suo padre palesemente infastidito dal suo commento, di tutta risposta gli calpestai il piede ma con scarsi risultati datone che egli non si era smosso neanche di un millimetro.
-"Già come no.."- bofonchiò, sorridendo appena beffardamente.
-"Chi è questa Sidney, John?"- intervenne mia madre dopo aver bevuto un intero bicchiere di vino tutto d'un colpo. Mi massaggiai la fronte affranta mia madre era tremendamente gelosa, peggio se aveva anche bevuto.
-"Nessuno Kate, sul serio è la mia segretaria niente di più e poi è una ragazzina.."- cercò di essere convincente mia madre li osservava con un grosso muso lungo con il bordo del calice attaccato alle labbra.
-"Che ti sei scopato"- continuò egli.
-"Derek!!"- lo rimproverai, a sua sorella cadde la forchetta sul piatto Megan mi osservó allibita mentre nervosamente cercai di puntare il ragazzo sperando che le mie iridi potessi bruciarlo. Ellen mormorò un "oh signore" e rivolse gli occhi al cielo.
-"Adesso basta, mi hai stancato non fai altro che rovinare sempre tutto.. andiamo Kate"- John si era alzato dalla sedia di scatto, furioso e alzando la voce, infine prese mia madre per mano e la costrinse ad alzarsi da tavola.
-"E buon compleanno!"- terminò, lasciando la cucina e probabilmente il cottage minuti dopo.
Calò un terribile silenzio, imbarazzati smettemmo di mangiare per fortuna eravamo riusciti ad arrivare al pollo con le patate.
-"Ehm.. chi vuole il dolce?"- sorrise imbarazzata Ellen, e come risposta Derek si alzò bruscamente dal tavolo lasciando vuoto il suo posto accanto al mio. Mi tolsi il tovagliolo dalle ginocchia lanciai una fugace occhiata a tutte loro.
-"Scusate.."- sibilai, e mi incamminai anch'io verso la scalinata di legno che portava alle camerate.

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Where stories live. Discover now