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<<Ciao Bob! Sono a casa!>> Tara aprì la porta di casa, lasciando cadere lo zaino per terra.
Sbuffò ripensando al 4,5 che aveva preso in matematica e poi scrollò le spalle: aveva ancora tempo per recuperare.
<<Ehi! Bob?!>> richiamò il patrigno non avendo ricevuto risposta e sentì soltanto qualche rumore in cucina.
Controllò gli ultimi messaggi in cui Maya si lamentava di come il suo nuovo fidanzato non le desse abbastanza attenzioni, poi camminò piano verso la cucina.

<<Bob perchè non r->> alzò lo sguardo e le parole le morirono in gola.
Non seppe mai quale fosse stata la cosa che l'aveva colpita di più: se il fatto che Bob fosse stritolato da uno strano essere cosparso di tentacoli appiccicosi o che Bob non fosse più Bob, ma una specie di cosa con delle strane gambe da pecora.

Aprì la bocca, rimanendo sconvolta e sentendosi girare la testa, mentre il campo visivo si riempiva di puntini neri.
Bob si divincolò, scalciando e riuscendo a colpire uno dei lunghi tentacoli del mostro <<scappa! Scappa ragazzina!>> gridò <<Campo Mezzosangue! Vai al Campo Mezzosangue!>> continuò.

Tara rimase immobile, troppo allibita per poter agire, senza contare che Campo Mezzosangue non avesse alcun senso per lei.
Poi i suoi riflessi si attivarono tutti insieme, dandole esattamente le capacità necessarie per reagire.
Afferrò al volo una delle stampelle che usava normalmente Bob -ora si spiegavano un sacco di cose pensò- e strillando iniziò a percuotere il mostro.

I tentacoli ebbero un sussulto e Bob riuscì a divincolarsi, scalciando e imprecando in una lingua sconosciuta.
Afferrò Tara per il polso, strattonandola <<andiamo ragazza, non è adesso il momento di fare l'eroina!>> abbaiò, o meglio dire belò, iniziando a correre a perdifiato verso la porta, mentre il mostro scivolava nell'appartamento dietro di loro.

Tara chiuse la porta di scatto, intrappolando uno dei tentacoli del mostro, che si spezzò, emanando un odore putrido ed espellendo un liquido viscido.
Tara trattenne un conato di vomito, riprendendo a seguire Bob giù per le scale <<cosa diavolo sta succedendo!?>> strillò, divincolandosi dalla presa non appena arrivarono al
portone d'ingresso dell'edificio.

<<Non c'è tempo!>> Bob la
guardò male, lanciando occhiate nervose alle spalle <<spero tu abbia fatto abbastanza pratica ragazza! È ora di guidare!>> esclamò.
<<Che cosa?!>> Tara prese al volo le chiavi dell'auto che usava sua madre rischiando di farle cadere, guardando sempre più sconcertata Bob.
<<Cosa....non posso guidare! Non ho la patente! E che cosa sei tu!? Cos'è quella cosa?! Cosa sta succedendo insomma!>> gridò.

<<Non c'è tempo ho detto!>> ripetè il satiro <<e ora guida dove ti dico io, capito?!>> ordinò, strattonando la portiera della macchina fino a che Tara non si decise a sbloccarla.

<<Non sta succedendo, è un sogno, o le sigarette di Maya erano truccate>> mormorò tra sé e sé, accendendo il motore mentre un grido straziante proveniva dal palazzo, da cui il mostro stava ormai uscendo.

<<A destra!>> gridò Bob e la macchina sobbalzò
<<accelera! accelera!>> il satiro si guardava dietro sempre più preoccupato.
<<Dove stiamo andando?!>> Tara svoltò con uno scossone, mentre dallo specchietto retrovisore vedeva i tentacoli della creatura sempre più vicini.
<<Al Campo, solo li sarai al sicuro>> rispose Bob.

<<Cosa diavolo è il Campo! E tu cosa dovresti essere?!>> ringhiò Tara, sentendo una rabbia accecante salirle nel petto.
<<Io, sono un satiro>> Bob la guardò male <<e capirai tutto al Campo, sempre che quel coso non ci mangi prima! Spingi quell'acceleratore!>> strillò.

Arrivarono su una collina e Bob quasi la spinse giù dall'auto <<corri! corri!>> indicò un boschetto davanti a sé e iniziò a trascinarsi dietro Tara <<aiuto! aiuto!>> iniziò a urlare e poco dopo una decina di ragazzi si materializzò dal nulla, correndo verso di loro e verso il mostro.

Tara si sentì afferrare una caviglia e strillò, cadendo a terra e sfuggendo alla presa di Bob.
Si voltò, vedendo la gamba avviluppata in uno degli orribili tentacoli della creatura <<no!>> strillò, iniziando a prenderlo a calci con il piede libero.

Una ragazza con indosso in armatura - si, un'armatura - si era lanciata addosso al mostro, ma quell'intervento lo fece probabilmente solo arrabbiare di più.
La sollevò in aria e il mondo iniziò a girare, Tara percepì Bob urlare offese alla creatura prima di lanciarlesi addosso, e sentì le grida degli altri ragazzi.
Poi una sensazione di freddo e bagnato la avvolse.

Boccheggiò riemergendo dall'acqua, tossendo e sentendo la gola in fiamme.
I capelli le si erano appiccicati al viso e i vestiti grondavano acqua.
Sentiva le scarpe affondare nel fondale fangoso e le girava la testa.
Attorno a lei c'era un vociare concitato e sentì qualcuno sorreggerla e aiutarla a uscire dall'acqua.
Era Ottobre e l'aria autunnale la fece rabbrividire.

Si sposto i capelli dal viso, guardandosi attorno e incontrando lo sguardo azzurro di un ragazzo biondo, alto di parecchi centimetri più di lei, che la sorreggeva delicatamente per un braccio.
<<Ehi, tutto ok?>> le chiese e Tara si ritrovò ad annuire, nonostante l'esperienza che aveva appena vissuto fosse stata paranormale a dir poco.

Bob uscì dall'acqua imprecando, scuotendo il posteriore peloso e guardandosi attorno arcigno.
<<Jackson! Non potevi pensarci prima e uccidere quella cosa!>> abbaiò e Tara si voltò istintivamente nella direzione in cui stava parlando il satiro.
Un ragazzo alto, con i capelli scuri spettinati e gli occhi verdi -ma in confronto il pallido verde di quelli di Tara era niente- guardò il satiro quasi divertito, appoggiando la spada che stringeva in mano sulla spalla.
Aspetta. La spada?!

Tara si accorse in quel momento che tutti i ragazzi attorno a lei erano più o meno armati.
Indietreggiò, ma lo sguardo del ragazzo davanti a lei la rassicurò leggermente.
<<Sono Jason Grace, benvenuta al Campo Mezzosangue>> disse.
<<Sai gia si chi sei figlia?>> si senti un voce e Tara aggrottò le sopracciglia <<di chi sono figlia?>> lo guardò confusa.
<<Oh non sa nulla!>> esclamò qualcuno.

<<Con quegli occhi direi Poseidone, eh Percy?>> un ragazzo con un sorriso furbo e i capelli ricci, in piedi accanto a Jason guardò Percy Jackson divertito.
<<Io non la vorrei solo come sorella>> ridacchiò qualcuno della cabina di Ermes nelle ultime file.

Percy guardò Tara improvvisamente pensieroso, studiandola con i propri occhi verdi, che sembravano essere fatti di acqua di mare.
Tara ricambio lo sguardo sempre più confusa, sentendo però uno strano fastidio alla frase "direi Poseidone".

Un'istante dopo sentì un leggero tremore sotto i piedi e una voragine si aprì poco davanti a lei.
L'aria si incupì e tutti indietreggiarono, compreso Jason, mentre Percy sguainò di nuovo la spada.
Una nebbia scura si levò dalla spaccatura e in un secondo emersero due scheletri, che osservarono i ragazzi minacciosi, mettendosi ai lati di Tara.
Una risata sommessa si sentì come se provenisse direttamente da sotto terra e poi la crepa si richiuse, mente i due scheletri persero vita, cadendo in due mucchietti di ossa.

Tutti erano ammutoliti, e osservavano Tara ora quasi spaventati.
<<Tu dici sempre la cosa sbagliata Leo>> una ragazza guardò male il ricciolino accanto a Jason e un mormorio si levò dal resto del gruppo.
Jason si schiarì la gola e torno a sorridere <<bene, niente Poseidone>> un altro colpo di tosse e un'occhiata a Percy <<vieni, ti portiamo da Chirone, lui ti spiegherà tutto.>>

Come Orfeo e la sua Euridice || Percy Jackson Donde viven las historias. Descúbrelo ahora