27.

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La solita stanza buia circondò Tara, ma questa volta la scena parve rischiararsi e la figlia di Ade riuscì a scorgere delle figure in movimento.
Sembrava di guardare un vecchio film, con i contorni un po' sgranati: una ragazza correva in un prato, sembrava stesse scappando da qualcosa.

Tara si avvicinò, strizzando gli occhi per vedere meglio e la scena la investì: ora era lei la cosa da cui la ragazza stava scappando.
Vedeva lo sguardo terrorizzato della sconosciuta e provò ad allungare una mano e parlare, dicendole di non scappare più, che non le avrebbe fatto del male.
Ma non riuscì né a muoversi né a parlare.

La ragazza si stava allontanando sempre di più, finché a un certo punto la vide cadere a terra con un gemito.
Cercò di nuovo di correre, di muoversi verso di lei, ma senza risultati.
La scena stava sbiadendo <<sta arrivando>> la stessa voce delle altre volte, seguita da un grido di disperazione, che Tara si accorse stesse uscendo dalle proprie labbra.

<<Ehi! Ehi!>> si svegliò con ancora le urla che le morivano in gola e la prima cosa che distinse nella penombra della stanza furono gli occhi verdi di Percy, che la guardavano sconcertati.
<<Tara>> la richiamò e la figlia di Ade si riscosse, mettendosi seduta accanto a lui.
<<Che ore sono?>> chiese, constatando che si fosse addormentata insieme al ragazzo <<sarà mezzanotte, ci siamo addormentati>> rispose Percy.

<<Cosa è successo?>> domandò lui e Tara rabbrividì <<solo un altro incubo>> cercò di liquidare la questione, e di dimenticare le urla che aveva sentito.
<<Solo un incubo? Sembrava che ti stessero pugnalando, cosa diamine hai sognato?!>> esclamò Percy e Tara lo guardò male <<scusa se ti ho disturbato>> sibilò.
Il figlio di Poseidone sospirò, rilassando le spalle e afferrandole la mano <<non intendevo quello>> disse con tono dolce <<voglio capire cosa ti faccia stare così male>> precisò.

<<Non voglio parlarne adesso>> Tara abbassò lo sguardo <<te lo racconto, promesso>> tornò a guardarlo <<solo...non ora>> mormorò.
Percy annuì, avvicinandosi a lei fino ad appoggiare la propria fronte sulla sua, sospirando di nuovo <<resti?>> chiese <<torni domani mattina, prima che Nico e Hazel se ne accorgano>> fece un sorrisetto e Tara non riuscì a non sorridere a propria volta.
Si limitò ad annuire, per poi sporgersi e baciarlo.

Le faceva ancora uno strano effetto tutto quel contatto, ma si sentiva inspiegabilmente a proprio a agio; e quando Percy le avvolse i fianchi con il braccio, ebbe la certezza che non avrebbe fatto altri incubi.



Si materializzò in un angolo della cabina 13 la mattina presto, notando stupita che solo il letto di Hazel fosse occupato.
Mosse qualche passo verso il proprio letto e vide la ragazza muoversi, stropicciarsi un occhio e alzare la testa dal cuscino.
<<Tara?>> la richiamò in un mugolio assonnato <<tutto ok>> rispose Tara sussurrando.
<<Ma che ore sono>> borbottò Hazel <<le...cinque>> Tara si infilò sotto il lenzuolo e Hazel apparve improvvisamente sveglia.

La guardò con un sorrisetto <<sei fortunata che abbai convinto Nico ad andare da Will, o non sarebbe stato facile spiegare a lui dove tu sia stata tutta la notte>> disse.
Tara alzò gli occhi al cielo <<non c'è niente da spiegare>> borbottò, ma si sforzò di non sorridere.

<<Ahhh, l'amore>> sospirò Hazel e Tara alzò di scatto lo sguardo su di lei <<frena, nessuno ha mai parlato di amore qui>>.
Hazel la guardò con l'aria di saperla lunga <<ah giusto, tu non hai sentimenti, e quello che c'è tra di voi non significa niente>> annuì.
Tara la guardò male <<non sono innamorata di lui, e lui non lo è di me>> dichiarò <<è stato solo...un bacio>> aggiunse, stendendosi nel letto.
<<E avete dormito insieme>> precisò Hazel <<per sbaglio>> mentì Tara, sentendo lo spazio vuoto accanto a sé sul materasso.

Come Orfeo e la sua Euridice || Percy Jackson Where stories live. Discover now