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Tara camminava, la testa bassa, uno strano ronzio nelle orecchie e la consapevolezza di non essere sola.

I primi fruscii alle spalle arrivarono quasi all'istante: qualcuno le sfiorava le braccia, picchiettando perché si voltasse, qualcuno le tirava una ciocca di capelli e le pizzicava la pelle.

Non si voltò, continuando a camminare.
E a quel punto iniziarono le voci.
<<Tara>> Percy la chiamò, con il solito tono con cui le dava il buongiorno o le chiedeva di allenarsi.
<<Ehi Tara, sono qui>>

Tara dovette sforzarsi di non rispondere, e la voce cessò.
L'istante dopo riprese a parlare <<ehi Tara>> questa volta aveva un tono più sussurrato, dolce e furbo allo stesso momento.
Tara vide il viso di Percy con quel suo solito sorrisetto stampato in viso.
<<Tara, amore>>

Tara si fermò.
Quella parola era stata come una coltellata nelle viscere.
<<Amore, voltati>> la voce sembrava provenire da più vicino.
Una carezza sul braccio la fece rabbrividire.

Poi una mano sul fianco, un bacio sul collo, i capelli spostati su una spalla.
<<Tara, sono qui, ho bisogno di te>> la voce di Percy le sussurrò queste parole all'orecchio.

Tara si accorse di aver rallentato il ritmo e cercò di scacciare quel tocco dal proprio corpo.
Sentiva il petto bruciarle per la voglia di voltarsi e abbracciare di nuovo il ragazzo, sentire il calore delle sue labbra sulle proprie.
Tutto il suo corpo era teso.

<<Tara>> questa volta Percy era disperato, dal suo tono sembrava stesse piangendo.
<<Tara aiuto>> alzò il volume della voce <<Tara!>> un grido lancinante squarciò l'aria e Tara provò a tapparsi le orecchie, ma l'eco delle urla di agonia le risuonava in testa.

Qualcuno la spinse, le tirò i capelli con forza e gridò di nuovo.
<<Aiutami!>> Percy urlava, ora era arrabbiato <<non sai farlo? Non sei in grado vero?>>
Tara scosse la testa <<ti sto aiutando>> fece l'errore di parlare e tutto si amplificò.

La voce si fece più decisa e se possibile più reale di quanto già non sembrasse.
<<Come pretendi di salvarmi se tutto ciò che porti è la morte?>>
<<Da quando sei arrivata tutto è andato male>
<<Sei scappata dal Campo, hai ucciso un uomo>> il tono era implacabile <<hai ucciso me>>.

<<No>> Tara sentì le lacrime scorrerle sul viso.
<<Mi hai ucciso Tara!>> un grido orribile attraversò la galleria, che sembrava infinita.
Tara strillò, sentendosi di nuovo spinta con forza di lato e cadde in ginocchio.

<<Amore>> il sussurro tornò dolce, continuando a risuonare in un angolo del tunnel, sfiorandole il collo con labbra di fumo.
Tara non ci vedeva più, la testa pulsava in modo doloroso e si era morsa così a fondo la lingua per non rispondere alla voce che adesso sentiva il sapore del sangue in bocca.

Poi all'improvviso tutto tacque.
Tara rimase tremante rannicchiata per terra, con il respiro ridotto a un rantolo.
<<Tara>>
<<Tara, tesoro>>
Non era più Percy a parlare.
Era la voce di sua madre.

Tara alzò lo sguardo, riuscendo a vedere solo buio davanti a sé.
Il corpo le faceva male per lo sforzo che stava compiendo per non voltarsi.
<<Tesoro sono io, sono la mamma>> la voce di sua madre non le era mai sembrata più vera, più dolce e avvolgente.

<<Tara voltati, sono io, fidati di me>>
La mano calda di sua madre le si posò sulla spalla e Tara tremò a quel contatto.
Riprese a camminare, le gambe rigide e gli occhi chiusi.

<<Tara!>> la voce di sua madre aveva assunto un tono disperato.
La donna iniziò a piangere <<perché hai scelto lui>> gridò <<perché hai scelto lui e non me, perché non mi puoi salvare!>>

Tara sentì una lacerazione nel petto, faceva così male che il cuore minacciava di disintegrarsi.

<<Tara>> la voce di Percy si unì a quella di sua madre.
<<Amore>>
<<Bambina mia girati, non soffrire più, hai finito ormai, girati>>
Tara ci stava credendo: tutto quello che avrebbe dovuto fare per fermare quel dolore era voltarsi.

Doveva voltarsi e tutto sarebbe cessato.
<<Tara>>
<<Tara, amore>>
Tutto suonava così vero, il tocco di Percy era reale e la sua voce era viva.
Tara si fermò di nuovo, tremando in modo incontrollato.

<<Girati Tara, va tutto bene, sono qui>>
Sua mamma era accanto a lei, la sentiva, percepiva il profumo dei suoi maglioni e il battito del suo cuore.

<<Non posso>> Tara chiuse gli occhi, strizzando le palpebre, le guance bagnate dalle lacrime.
<<Non posso mamma>>
E con uno sforzo che le costò l'ultimo barlume di forza che aveva fece un ultimo passo.

Aveva gli occhi chiusi.
Non sentiva più il freddo che abitava la galleria di Orfeo.
Attorno a lei era finalmente calato il silenzio.

<<Tara?>>
Di nuovo la voce di Percy.

Come Orfeo e la sua Euridice || Percy Jackson Where stories live. Discover now